Paolo Di Paolo, il Fatto Quotidiano 11/7/2015, 11 luglio 2015
LEGGETE PURE E. L. JAMES MA L’EROTISMO È UN’ALTRA COSA
Tutto quello che c’era da dire su Grey di E.L. James (Mondadori), il seguito delle Cinquanta sfumature visto da lui, l’ha detto già Selvaggia Lucarelli su questo giornale pochi giorni fa. Non è questione di snobismo verso l’intrattenimento: va da sé che non si possono sempre leggere Beckett o Proust. Ma anche sulla roba da portare in spiaggia bisogna riflettere un po’. Se dev’essere un “monnezzone”, categoria editoriale così definita da Silvia Ballestra, che abbia almeno un minimo di dignità.
Dopo i tre volumoni grigio nero rosso, la versione al maschile sa tanto di furbata. Siamo sicuri che sia sano spendere 19 euro per 583 pagine di presa in giro? Non c’è mezza frase che accenda un pensiero, un desiderio. Niente. A nome della categoria maschile, mi rifiuto di pensare che si possa essere tanto idioti. Fra le tante domande che avrei, pongo intanto la più marginale: Mr Grey, Amministratore delegato della Grey Enterprises Holding Inc., non ha una mail privata per scrivere alla tipa che vuole rendere sua Sottomessa? Quella più essenziale mi pare la seguente: da un modo così piatto e scadente di raccontare il sesso cosa guadagniamo?
Non è neanche troppo vero il luogo comune che, per scrivere di sesso, bisogna solo alludere, come faceva Catullo con il passero di Lesbia. No, no, si può anche essere espliciti, ma bisogna saperci fare. Magari uno come John Updike esagerava scrivendo che una lei “era scivolata sopra di lui come certi angeli conficcati in un angolo di una Natività senese”. Volete mettere con la James che fa dire a Grey “Così va bene, piccola, sentimi, fino in fondo. È. Una. Bomba”?
Bisogna scomodare per forza il vecchio Philip Roth che, nel Teatro di Sabbath, riproduce in venti pagine una impeccabile telefonata erotica (al tempo del telefono fisso)? O andare a scomodare don Mario Vargas Llosa, che in Elogio della matrigna gioca con un erotismo infantile e frivolo, libertino, vagamente incestuoso, settecentesco?
Il grande banco di prova di un vero scrittore è proprio scrivere di sesso: proprio perché è l’atto più prevedibile del mondo, ha una sua meccanica poco originale, salvo eccentriche varianti, proprio per questo un vero scrittore deve scommettere sullo stile. Alimentare il desiderio, con sapienza e, volendo, con malizia: così Emmanuel Carrère anni fa si era divertito a scrivere un racconto erotico – Facciamo un gioco – come un esperimento di controllo a distanza, un manuale di istruzioni per l’uso del desiderio, un atto di seduzione compiuto attraverso le parole.
Le pagine della James hanno il loro principale difetto nella sciatteria, nell’involontaria comicità: e non c’è niente di peggio che diventare comici a letto. “Ora inizierò a muovermi, piccola” dico in tono teso mentre mi ritiro piano. Che sensazione straordinaria, meravigliosa: il suo corpo avvolge il mio pene. Mi spingo di nuovo dentro e la possiedo”. Aiuto! “La possiedo”. Non c’è una sola invenzione, un guizzo.
Al tempo di PornHub versione smartphone, come si fa a essere così insulsi? Faccio una proposta alle librerie. Chiunque acquisti una copia di Grey va fermato alla cassa e rimandato indietro. Può completare l’acquisto solo se pesca fra gli scaffali un volume in cui il sesso venga raccontato per bene. Non c’è bisogno dei classici erotici, dal marchese de Sade in giù, vanno bene anche i romanzieri contemporanei, da Henry Miller ad Harold Brodkey.
Gli italiani? Pagine definitive sul tema le ha scritte Raffaele La Capria con una sua fenomenologia della scopata nella letteratura italiana. Torno quindi a Brodkey, che in un bellissimo racconto, Innocenza (Storie in modo quasi classico, Fandango) descrive un cunnilingus in quasi quaranta pagine. Mentre la James se la cava con un vago “lei mugola”, “lei grida forte, inarcandosi” e con lui che ancora una volta – non se ne può più – la chiama “piccola”, Brodkey alza parecchio l’asticella. Prima di tutto, dice di lei che guardarla era come vedere il marxismo morire. Frase sibillina su cui si potrebbe passare un’ora. E un’ora dura anche tutto il resto. Lei non riesce a godere, il ragazzo ci si impegna, e intanto ragiona, rimugina, rilancia, prova e riprova, pensa. Ogni singola frase trascina con sé quintali di umanità, ovvero di desiderio, di ansia, di inadeguatezza, di paura, è ancora di desiderio, di energia, di abbandono, di scoperta, di stupore. Questo significa scrivere di sesso, cara E.L. James. Questo significa scrivere.
Paolo Di Paolo, il Fatto Quotidiano 11/7/2015