Valerio De Molli, Il Sole 24 Ore 11/7/2015, 11 luglio 2015
CRESCITA, LA SVOLTA CI SARÀ CON LE RIFORME
La svolta c’è stata. Il segno più è tornato davanti a molti dati economici del nostro Paese. Come previsto dai nostri indicatori a fine 2014 il primo trimestre del 2015 ha evidenziato un incremento dell’attività economica e una ripresa degli investimenti. Dopo quasi 4 anni di ininterrotta contrazione dell’attività economica, tra gennaio e marzo del 2015 si è invertita la tendenza negativa.
Il segno più davanti al Pil per un trimestre non basta per cambiare il quadro, risultato di 7 anni di sofferenza, ma le prospettive sembrano cambiate e indicano un consolidamento delle tendenze positive in atto. Un ulteriore rafforzamento nei prossimi 6-8 mesi, in particolare negli ordinativi e nell’export, permette di dire che, dopo anni, la crescita è (finalmente) tornata.
È indubbia la spinta prodotta dal quantitative easing della Bce che ha ridotto in modo rapido e ampio i tassi di mercato (rendendo l’Euribor negativo) abbattendo il costo di rifinanziamento del debito di nuova emissione per i Paesi membri, con risparmi immediati sulle casse pubbliche. La stabilizzazione del cambio euro/dollaro su livelli bassi per l’euro e la stabilizzazione su livelli bassi per il prezzo del petrolio, equivalgono a ulteriori stimoli economici.
Gli indicatori dell’Ambrosetti Club Economic Indicator dopo aver previsto una ripresa nel primo trimestre, segnano un consolidamento nel secondo trimestre in tutti gli ambiti da noi monitorati. I nostri indicatori sono costruiti sulla base dei risultati ottenuti da una survey ad hoc per la business community del nostro Club, composto da oltre 350 imprenditori, amministratori delegati e rappresentanti dei vertici delle più importanti società italiane e multinazionali che operano in Italia. Così, otteniamo informazioni sulla visione della nostra business community sul proprio business a 360 gradi.
I valori degli indicatori sopra lo zero indicano che il sentiment è positivo e si prevede una espansione, viceversa valori sotto lo zero indicano che il sentiment è negativo e si prevede una contrazione dell’attività.
Come emerge dai colloqui con i membri di Ambrosetti Club, larga parte dell’inversione di tendenza nella situazione economica italiana è favorita da fattori esterni positivi. Erwin Rauhe, vicepresidente e ad di Basf Italia, evidenzia che la crescita si vede ed è tangibile, ma si affida in larga parte a fattori congiunturali (quindi non strutturali) esterni: l’incremento della domanda estera per i nostri prodotti, favorita dal deprezzamento dell’euro in particolare verso il dollaro; la riduzione dei prezzi del petrolio e delle materie prime; il costo del denaro ai minimi storici. Per rendere strutturale la ripresa è necessario far ripartire i consumi interni che, tra privati e pubblici, rappresentano il 75-80% del Pil italiano. Su questo fronte i dati sono meno positivi e fotografano una economia ancora al palo anche se, come dice Erwin Rauhe, esistono segnali di ripresa dei consumi, ad esempio nel mercato automotive e nelle costruzioni. Se la deflazione è una preoccupazione di sistema, perché incentiva i consumatori a ritardare gli acquisti nella prospettiva di riduzione dei prezzi dei beni desiderati, alimentando una spirale negativa, nei settori in cui opera Basf questo fenomeno non si manifesta in modo significativo, ma la ripresa dei consumi è legata più a un tema di fiducia nel sistema e nel futuro, che di scelte intertemporali. La positività che si registra nella situazione attuale è rafforzata dalle aspettative di crescita per il futuro. Per fine anno, l’indicatore sulle prospettive future registra una ulteriore crescita rispetto a oggi. L’indicatore è previsto in aumento di 10 punti, quindi dovrebbe attestarsi vicino ai 40 punti per la fine dell’anno. È un aumento significativo rispetto al valore di 3,4 di dicembre 2014.
Considerando come sia fisiologico che all’aumentare dell’attività economica e al miglioramento degli indicatori, le prospettive di ulteriore miglioramento, rispetto a un punto di partenza più elevato, tendono a ridursi, questo valore suggerisce come potremmo non solo aver invertito la tendenza e bloccato la caduta, ma anche che siamo all’inizio di un percorso più lungo di crescita che può riattivare il sistema economico.
Una conferma importante arriva anche dai dati sulle aspettative del mercato del lavoro, che è più flessibile e attrattivo, grazie alla riforma appena varata e alla decontribuzione, ma è necessario fare di più. Soprattutto nei confronti delle tutele corporativistiche che esistono e sulla difesa di diritti acquisiti che lasciano perplessi, soprattutto se ricondotti alle situazioni attuale, come ricorda Erwin Rahue. Tuttavia, conoscendo la criticità del settore e la serie dell’indicatore sul lavoro, questi segnali positivi vanno letti come un leggero miglioramento di una situazione tutt’ora molto difficile. I dati sulla disoccupazione rimangono allarmanti se paragonati al pre-crisi (6,2% nel 2007 e oggi al 12,6%, con quella giovanile da mesi intorno al 43%). Ancora più grave la situazione dei Neet (Not in education, employment or training) cioè i giovani che non studiano, non lavorano e non stanno facendo attività di tirocinio o di formazione al lavoro: sono il 26% del totale dei giovani. Siamo al penultimo posto nella Ue 28 (tasso medio di Neet al 15,9%, 8,7% in Germania, 13,8% in Francia, 14,7% nel Regno Unito). Su questo è necessario agire con forza e i segnali positivi vanno rafforzati nei prossimi trimestri.
L’indicatore sugli investimenti conferma il dato molto positivo registrato nel primo trimestre del 2015. Come per il dato sul mercato del lavoro, l’indicatore sugli investimenti mostra come le prospettive di aumento siano molto marcate, ma l’aumento va visto in relazione ai valori attuali che, è bene ricordarlo, sono ai minimi storici. Tra 2007 e 2014, gli investimenti si sono contratti di circa il 30%, un dato allarmante. Senza investimenti non ci può essere innovazione, e senza innovazione di processo o prodotto non c’è crescita ed è impossibile per le imprese rimanere sui mercati in modo competitivo. Ottorino La Rocca, presidente di Valagro, specifica ancora meglio questo tema evidenziando come sia sbagliato associare il termine eccellenza ad aziende che investono. Le aziende normali e che vogliono rimanere competitive investono, e non c’è nulla di eccellente nel fare innovazione, perché è quello che deve fare l’impresa.
In sintesi, gli indicatori dell’Ambrosetti Club Economic Indicator indicano un consolidamento del sentiment positivo registrato nel primo trimestre sull’andamento economico generale, sull’occupazione e sugli investimenti.
In questo non ci sono elementi per un eccesso di entusiasmo. L’inversione di tendenza c’è e la caduta economica si è arrestata. Occorre però rafforzare i trend rendendo la crescita strutturale e non congiunturale, proseguendo sul percorso di riforme avviate e di lungo termine.
È fondamentale recuperare competitività e tornare a una piena crescita economica, non ostacolando lo sviluppo dei nostri talenti, dei nostri giovani e dei nostri imprenditori. Oggi si registra un enorme e grave spreco di capitale intellettuale, su cui è fondamentale agire subito. The European House - Ambrosetti, in occasione dei suoi primi 50 anni, ha deciso di legare le celebrazioni con una serie di approfondimenti su questo tema così urgente per il Paese, ponendo al centro gli imprenditori come il più importante motore dell’economia e la principale forza propulsiva che produce crescita, innovazione e occupazione.
Erwin Rahue e Ottorino La Rocca sono entrambi concordi su quale sia la direzione da seguire. Per prima cosa mettere mano alla revisione della spesa pubblica, eliminando le spese inefficienti, tema di cui si parla da anni ma non si riesce ad agire, e poco è stato fatto. Procedere velocemente verso una riforma che allinei la pubblica amministrazione ai livelli di efficienza del settore privato, ridurre la tassazione generale del sistema e sul lavoro in particolare, dedicando per davvero i proventi dalla lotta all’evasione a questo scopo. Ricordiamoci, a tal proposito, che in molti settori abbiamo un costo del lavoro uguale a quello tedesco, ma al lavoratore, pagate le tasse, rimane molto meno come reddito disponibile.
Infine, la riforma della giustizia che dia certezza del diritto è un altro tema essenziale su cui agire. Ottorino La Rocca evidenzia con forza questo tema, senza il quale è impossibile per una impresa programmare le proprie attività e investimenti futuri i cui ritorni economici si concretizzano nel medio termine (3/5 anni). Modificare il quadro normativo e le leggi continuamente in questo orizzonte temporale significa scoraggiare, e in casi peggiori, bloccare gli investimenti delle imprese.
Valerio De Molli è managing partner
The European House-Ambrosetti
Valerio De Molli, Il Sole 24 Ore 11/7/2015