Marco A. Capisani, ItaliaOggi 11/7/2015, 11 luglio 2015
CRONACA VERA, L’ITALIA VISTA DAL BASSO
[Intervista a Giuseppe Biselli] –
Il suo direttore lo presenta come il giornale più letto in carcere, citato spesso ma solo come esempio negativo e mai invitato nei salotti buoni. Eppure Cronaca Vera, in edicola da 46 anni e dal 1996 diretto da Giuseppe Biselli, viene menzionato da intellettuali come Umberto Eco, Michele Serra e ha un suo omologo anche in Men in Black (film d’azione del 1997 sull’esistenza degli alieni, con Will Smith e Tommy Lee Jones). È questa la doppia vita del settimanale di costume e cronaca nera edito dalla New Message che fa capo a Uberto Frascerre, proprietario anche della Mepe-Distribuzione editoriale.
Viene ricordato per storie dai titoli stile Fugge sull’albero inseguita da 12 superdotati e per le rubriche storiche, ultimi baluardi della Cronaca Vera targata anni 60, come I misteri del sesso o Dottore mi dica.
«Viviamo in equilibrio su questi due binari», spiega a ItaliaOggi il direttore Biselli. «Da un lato ci ricordano per i titoli curiosi (Filippino ruba barca sul lago di Como per tornare nel suo paese), anche se poi continuano a leggerci. Dall’altro, la concorrenza ci copia. C’è forse un po’ di vergogna da parte del lettore nell’allontanarsi dall’edicola con Cronaca Vera in mano. Quindi lo comprano e se lo mettono subito in tasca. È un po’ come negli anni 60 quando l’adulto acquistava Topolino, il ragazzetto un giornale porno e solo a casa se li scambiavano».
Oggi comunque il settimanale diffonde ancora 22-24 mila copie e vive di sole vendite, senza pubblicità.
Di recente è stato acquisito da Frascerre dopo un momento di crisi ma rimane a galla in un settore sempre più affollato, in cui si spazia da Quarto grado magazine, spin-off dell’omonima trasmissione tv di Gianluigi Nuzzi su Rete4, fino a Giallo diretto da Andrea Biavardi ed edito da Urbano Cairo (La7, Rcs) che veleggia sulle 110 mila copie in crescita, secondo le rilevazioni Ads dello scorso maggio.
Domanda. Come mai la cronaca nera tira sempre tanto?
Risposta. È un segmento collaudato, affollato dove la curiosità del pubblico vince sempre. Più che la concorrenza dei giornali, il sovraffollamento e una certa crisi sono arrivati con la tv, con le trasmissioni alla Barbara D’Urso. La televisione è come una zanzara dalle dimensioni di un elefante che ti succhia il sangue ma con la forza del pachiderma. Da Giallo, invece, ho imparato qualcosa: si può riprendere e approfondire una notizia anche se l’ha già data la tv. Il motivo è che la cronaca nera è una passione per il lettore e non gli basta mai.
D. Ma scusi lei dice che è un segmento editoriale affollato e ha appena lanciato una nuova rivista?
R. Sì, si chiama Crimen, è un mensile con una foliazione di 48 pagine a colori. Il primo numero di luglio-agosto costa 1 euro e 3,9 euro col libro su Massimo Bossetti. A regime costerà 1,5 euro. Di obiettivi diffusionali non ne abbiamo fatti, del resto con Cronaca Vera non ho mai avuto a che fare con la resa anticipata. E comunque Crimen rappresenta soprattutto la mia trasformazione in editore con la Teaser Lab, dopo 19 anni di direzione di Cronaca Vera che, tra parentesi, mantengo.
D. Quindi, nonostante voi siate in edicola dall’ottobre 1969, avete patito un po’ la crisi? Sì o no?
R. Abbiamo perso un po’ di lettori, ma è colpa dei giornali che si sono intristiti. La colpa è della privacy e di un rigoroso rispetto della persona che impongono sempre più paletti. Così le foto sono più castigate, i titoli normalizzati. Per noi i superlativi assoluti erano all’ordine del giorno. Adesso siamo più seri. È vero però che ci scrivono più lettori, specie alle rubriche tenute dall’avvocato o dal medico. Segnale che tanta gente non ha i soldi per la consulenza di un professionista o si vergogna ancora di andare dal ginecologo. Quindi si rivolgono a noi senza dover pagare.
D. Mi sta dicendo che quindi le lettere che ricevete sono tutte vere e le rubriche sono tenute da veri professionisti?
R. È un falso mito quello che Cronaca Vera s’inventi gli articoli. Se così fosse, sarebbe troppo impegnativo per noi. Le nostre storie sono sempre reali, anche quando scriviamo Marito lega moglie al calorifero e fugge con la suocera. E per puntualizzare: la rubrica Dottore mi dica è tenuta dal Dottor Kappa che esiste davvero e ha 80 anni. Semmai le storie creative sono le Cronache incredibili che l’autore, soprannominato «l’Andy Warhol dei poveri», pesca tra le storie americane sopra le righe. Ma questo l’abbiamo sempre ammesso. Ciononostante, le Cronache incredibili vanno alla grande su Facebook, soprattutto tra i giovani che ne colgono il lato ironico. Sul social network raccogliamo circa 30 mila follower. Più le spariamo grosse, più ci rendono in termini di audience.
D. Allora un minimo di successo rimane in eredità da quando vendevate fino a 600 mila copie?
R. L’ultimo baluardo della vecchia Cronaca Vera è l’angolo dei Misteri del sesso. Noi pubblichiamo i misteri, Cioè le soluzioni perché gli adolescenti vivono il sesso come un problema, mentre i nostri lettori più agé, per esempio, hanno bisogno di sapere che, una volta entrati nella terza età, è normale che il compagno ci metta più tempo per raggiungere l’erezione. Ma al di là di questo, noi siamo e restiamo il rovescio della medaglia degli italiani che vogliono essere oggi tutti colti e seri. Vogliono leggere tutti il Foglio. Ma se l’immagina lei se vendessero la Bild in Italia?
D. Che c’entra la Bild?
R. In Germania il quotidiano popolare con donne mezze nude in copertina ha una diffusione di milioni, nella Penisola nessuno lo comprerebbe. Allora qui restiamo noi a fare il vero giornalismo popolare. Quello dei più deboli, di coloro che non salgono mai sul carro del più forte e non vincono mai.
D. Qual è il segreto per scegliere le giuste storie per fare giornalismo popolare? Chi sceglie cosa?
R. In redazione ci sono solo io, aiutato da oltre 300 collaboratori. A ogni numero contribuiscono perlopiù in 4-5. In generale, le storie vanno bene se sono di cronaca locale perché noi non ci occupiamo solo di Garlasco. La regola d’oro resta una sola: un delitto accaduto a Bolzano deve interessare anche il lettore di Palermo. Pur essendo un fatto locale, deve interessare il lettore ovunque egli viva. E comunque di recente abbiamo spaziato fino a temi intervenuti anche nel dibattito politico attuale. Quali? Le scie chimiche... (portato alla ribalta dal Movimento 5 Stelle, ndr). Segreti a parte, confidiamo nel nostro zoccolo duro di lettori nel Sud d’Italia, seguito da Veneto e Piemonte.
Marco A. Capisani, ItaliaOggi 11/7/2015