Vittorio Sabadin, La Stampa 11/7/2015, 11 luglio 2015
IL PRIMO CRAC NEL 377 AVANTI CRISTO. POI SECOLI DI TIRA E MOLLA
Il primo default della Grecia risale al 377 avanti Cristo. Tredici città, che avevano preso a prestito soldi dal tempio di Apollo di Delo, la banca dell’epoca, dichiararono che non potevano restituirli. Il problema si risolse come si è fatto sempre, con un po’ d’inflazione e di svalutazione che ridussero il debito in termini reali, ristrutturandolo nascostamente. Dal 1830, da quando è indipendente, la Grecia ha dichiarato default o ha ristrutturato il proprio debito per metà degli anni trascorsi. Se ne parla così tanto adesso non certo perché si tratti di una novità, ma perché è la prima volta che a non rimborsare i creditori è uno stato dell’Unione Europea. E’ almeno dal 1893 che la Grecia chiede ristrutturazioni del debito alle potenze europee finanziatrici come Germania e Francia. La scusa per non pagare era allora (ma potrebbe esserlo anche oggi) il ruolo strategico del paese, estremo baluardo contro l’impero ottomano. Ogni cambiamento di governo o regime ad Atene è servito per contrattare e ottenere sconti.
Il default sovrano, quello degli Stati, è in realtà un fenomeno abbastanza ricorrente, quasi connaturato al nostro modello economico. Dal 1978, sono stati 71 i paesi del mondo che hanno dichiarato di non poter pagare i debiti. Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart, due docenti dell’università del Maryland, hanno scritto un libro che molti stanno rileggendo. “This time is different” prende in esame le crisi finanziarie dal 1800 al 2010, e arriva alla conclusione che i default degli Stati sono ciclici. Nell’illusoria pace tra un ciclo e l’altro, gli investitori pensano che “questa volta è diverso”, per poi rendersi presto conto che non è mai diverso.
Scorrendo i dati dal 1950 a oggi si scopre che molti Stati che fanno la voce grossa contro la Grecia hanno ben poco da insegnarle. In 65 anni ci sono state 600 ristrutturazioni del debito in 95 paesi e negli ultimi 200 anni si sono registrati 250 default sovrani, più di uno all’anno. In un periodo che va dal XIV al XIX secolo, e solo restando all’Europa, la Spagna ha dichiarato default 14 volte, la Francia 9, la Germania 8, considerando anche i fallimenti di Prussia, Westfalia, Hessen e Schleswig-Holstein. Gli Stati Uniti sono falliti 6 volte, come l’impero austro-ungarico ai tempi delle guerre napoleoniche. In questi giorni, stanno fallendo insieme alla Grecia anche Portorico e lo stato dell’Illinois. Forse, ai vertici internazionali nei quali riceve lezioni di comportamento virtuoso, l’Italia dovrebbe ricordare di essere uno dei pochi paesi occidentali ad avere sempre - dalla proclamazione dell’Unità - pagato i propri debiti in tempo di pace, e a non avere mai dichiarato default.
Rogoff e Reinhart ovviamente non sostengono la tesi che non rimborsare i creditori sia una buona cosa, ma vogliono semplicemente dimostrare che non si tratta di evento così anomalo. Di solito, come nell’antica Grecia, si reagiva con inflazione e svalutazione che svuotavano le tasche dei cittadini esattamente come i diktat della troika, ma senza dare l’impressione che fosse colpa di qualcuno. Restando nella Ue non si può più fare.