Paolo Conti, Corriere della Sera 11/7/2015, 11 luglio 2015
CAMION BAR – «È
simbolico il fatto che qualcosa che dovrebbe essere considerata normale da sempre, diventi un giorno straordinario». Ignazio Marino, in uno dei giorni più difficili del suo incarico di sindaco di Roma, gioca la stessa carta che poco dopo l’elezione nel giugno 2013 lo portò sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo: i Fori Imperiali. Due anni fa l’annuncio della pedona-lizzazione. Nel 2015 è la scomparsa dei camion bar dall’area monumen-tale: il Colosseo, i Fori, piazza di Spagna. Cambiano postazione, ver-ranno spostati comunque nel centro storico. Un anno di tavoli tecnici, confronti, proteste. E alla fine il trasloco di 79 postazioni, dopo un ricorso (dei camion bar, quasi tutti legati alla famiglia Tredicine) respinto dal Tar. Il colpo d’occhio è straordinario, finalmente i Fori Imperiali (da piazza Venezia al Colosseo) senza strutture mobili, banchetti, tavolini. Una battaglia che risale al 1990 vinta grazie anche al decreto attuativo della legge Baccelli del 14 luglio 1877 firmato dal ministro per i Beni culturali Dario Franceschini. Marino è entusiasta: «Il cuore della città eterna finalmente libero dall’assedio di bancarelle, camion bar, venditori di gelati, frutta e caldarroste anche in piena esta-te è il simbolo di una città viva, che cambia, che ha voglia di riscatto, un altro passo in avanti di quella Roma del Terzo Millennio che vogliamo». In piazza della Bocca della Verità maxiraduno di protesta dei camion-cini: «Siamo i nuovi disoccupati di una fabbrica che chiude, 150 fami-glie di commercianti che dal 9 luglio non lavorano più». Un camion bar, accanto alla Bocca della Verità, è in piena funzione. Una bottiglietta d’acqua da 1.5 litri si vende a 2.5 euro, un turista giapponese non crede ai propri occhi. Protestano lì anche i librai ambulanti dell’associazione «Arcipelago delle parole», che regalano libri dopo lo sfratto.