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 2015  luglio 10 Venerdì calendario

VECCHI DENTRO E GIOVANI FUORI LA LEZIONE DI PORTORICO


Il governatore del Portorico ha dichiarato che l’isola non è in grado di ripagare il debito accumulato, pari a 72 miliardi di dollari, il che equivale a dire che si trova in bancarotta. Ma dal momento che il Portorico è un territorio americano e non uno Stato dell’unione, non può accedere alle linee di credito del tesoro americano. Nessuno, dunque, sa bene come Washington si districherà dall’ennesima crisi del debito sovrano.
Dal 2012 il governo del Portorico ha cercato di far ripartire l’economia attirando ricchi pensionati americani e lo ha fatto offrendo una tassazione vantaggiosissima. Niente imposte sugli aumenti di capitale e un modesto 4 per cento sui redditi per chiunque sceglieva di ubicare in Portorico il proprio domicilio fiscale. Circa 500 milionari lo hanno fatto ma i risultati sono stati scadenti. Appena un miliardo di dollari è stato investito nell’isola, troppo poco per trasformare un’economia ormai comatosa in un’economia che funziona. L’arrivo dei vecchi americani ricchi si contrappone all’esodo dei giovani laureati portoricani che da 10 anni abbandonano l’isola per trovare lavoro negli Stati Uniti, fino ad ora più di 300mila sono emigrati. Un fenomeno che ha contribuito a far contrarre il settore produttivo e ad aumentare l’età media della popolazione.
Difficile intravedere una via d’uscita senza un intervento massiccio esterno, in altre parole investimenti mirati a bloccare la fuga di cervelli e a far salire l’occupazione, al momento la disoccupazione è al 13 per cento, molto più alta che negli Stati Uniti. Qualsiasi aiuto per ripagare il debito, inclusa la sua riduzione, sarà dunque insufficiente a far ripartire l’economia.