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 2015  luglio 09 Giovedì calendario

SPEZZATINO DI MPS? LO ESCLUDO

[Intervista a Alessandro Profumo] –
Comunque vada la sorte del Monte dei Paschi, il suo presidente Alessandro Profumo ha almeno due certezze: non ci sarà nessuno spezzatino e il nome di un eventuale partner non sarà noto il prossimo 26 luglio, quando è attesa la comunicazione alla Bce sulla riduzione dell’esposizione legata al derivato Alexandria e anche sullo stato dei lavori rispetto alla ricerca di un alleato, come raccomandato da Francoforte.
Domanda. Presidente Profumo, sui listini sono giorni di passione per tutti i titoli bancari, ma Mps sta soffrendo più di altri.
Risposta. Vero, ma come direbbero gli operatori del mercato il calo del titolo potrebbe rappresentare una buy opportunity, ovvero un’occasione d’acquisto. Di fatto conta che la banca abbia un risultato operativo solido, e io credo che la struttura manageriale e il consiglio di amministrazione abbiano fatto un buon lavoro in questo senso. Se consideriamo il rapporto costi/ricavi siamo la seconda miglior banca del sistema, e questo vorrà pur dire qualcosa. Oggi Monte dei Paschi è una banca che ha un’ottima capacità operativa.
D. Restano le sofferenze legate ai crediti deteriorati.
R. Certo: abbiamo un portafogli di crediti non performing molto significativo, anche se stiamo parlando di un portafoglio allargato, che comprende anche incagli e altri strumenti, ma posso dire che è ben coperto.
Certo, la dimensione di questi crediti dà adito al dubbio su cosa potrebbe succedere nel caso che l’economia italiana prendesse ancora qualche raffreddore, ma noi siamo confidenti sul processo di crescita nazionale. Stiamo assistendo a miglioramenti della situazione economica e da questo punto di vista il Monte dei Paschi sarà l’istituto che ne beneficerà di più.
D. La perdita di valore dovuta alle vendite di questi giorni rischia però di interferire con la ricerca di un partner come vi ha chiesto di fare la Bce. Proprio a ridosso della scadenza del 26 luglio.
R. Voglio essere chiaro su questo: non credo sia possibile trovare un partner entro il 26 luglio. Per quella data noi dobbiamo solo riferire quali attività abbiamo svolto per questa ricerca. Dobbiamo dimostrare di esserci mossi in modo serio, e possiamo farlo. Per il resto la banca ha una sua attività operativa stand alone che - torno a dire - mi sembra positiva. Continueremo a lavorare. E dopo magari anch’io farò qualcosa di diverso.
D. Suona come un addio in un momento in cui sul mercato corrono addirittura voci di uno spezzatino.
R. Non posso fare previsioni sull’esito dei nostri colloqui per eventuali alleanze, ma posso affermare con assoluta certezza un fatto: lo spezzatino della banca è proprio l’unica cosa che mi sento di escludere categoricamente.
D. Ma perché la nostra borsa soffre più di altri per l’attuale crisi greca?
R. Perché il peso del settore bancario sul listino italiano è il più alto d’Europa e il peso del settore industriale il più basso. È ovvio che i mercati, che vedono un allargamento dello spread e prevedono un lungo periodo di tassi bassi, riducano il valore delle banche.
D. Ma le banche italiane possono permetterselo?
R. Le banche italiane, come sappiamo, hanno retto molto bene in questi anni. E Mps altrettanto. Il presidente Patuelli ci ha citato come unica banca italiana che abbia ricevuto aiuti. E io voglio precisare che - come è noto - abbiamo rimborsato tutto quanto ci è stato dato, pagando quasi un miliardo di interessi. Per quanto riguarda le banche io credo che abbiano fatto un buon lavoro. Poi, se viviamo in un Paese con un debito pubblico così elevato, l’impatto sui mercati è inevitabile.
D. Ma questo rischio contagio c’è o non c’è?
R. Se la Grecia uscisse dall’euro senza che in contemporanea ci fosse un forte rilancio del progetto europeo, potrebbero esserci seri problemi.
D. Pensa ai titoli di Stato?
R. Sì, se non si rende evidente che l’euro è irreversibile la domanda che si faranno molti è: chi è il prossimo?
D. Ma secondo lei ci sono ancora i margini per una trattativa?
R. Io penso che dobbiamo uscire dal modo di ragionare tradizionale nel quale si chiedono lacrime e sangue alla Grecia e con il quale è stata condotta la trattativa finora. L’Europa sa benissimo che i greci non potranno mai pagare il livello di debito che hanno oggi. Insomma, da una parte e dall’altra, bisogna cambiare totalmente i paradigmi.
Andrea Cabrini, MilanoFinanza 9/7/2015