Paolo Siepi, ItaliaOggi 9/7/2015, 9 luglio 2015
PERISCOPIO
L’europarlamentare Gianluca Buonanno, Lega Nord, attacca Junker: l’euro è carta igienica. Ecco, paghiamolo con quella. Il rompi-spread. MF.
Nuovissimo F-35 abbattuto durante un combattimento simulato. Con una Seat Marbella. Spinoza. Il Fatto.
Non che non ci sia sofferenza in Grecia, ma la cura alla sofferenza è l’impegno nazionale e le tasse pagate, non altri aiuti e pasti gratis a spese dell’eurozona e del valoroso popolo tedesco. Giuliano Ferrara. Il Foglio.
Sottomarino. «Promesse mantenute, io resto» (Ignazio Marino, Pd, sindaco di Roma, Corriere della Sera, 14/6). Quarantaquattro arresti al mese: ottima media. Marco Travaglio. il Fatto.
Milano oggi ha tre anime. Una più tradizionale, alla Carlo Porta per intenderci; una internazionale e innovativa, quella dei tanti giovani che vivono tra i Navigli e il Tamigi, sono loro i successori potenziali dei Verri e dei Beccaria; una multietnica: gli immigrati che producono già tra il 15 e il 18 per cento del pil, spiega Francesco Micheli, finanziere, uomo di cultura, membro del consiglio della Scala, il vero salotto meneghino, e testimone delle metamorfosi di questa metropoli proteica come il capitalismo. Stefano Cingolani. Il Foglio.
All’inizio del 1990 Berlusconi s’impadronisce della Mondadori e caccia Claudio Rinaldi dalla direzione di Panorama. Sennonché al momento del congedo, nell’accompagnarlo fuori dall’ufficio, il nuovo padrone tira fuori il libretto degli assegni e dice: beh, comunque dottore, se lei vuole rimanere agganciato al nostro gruppo con una consulenza, io ne sarei felice. L’uomo è fatto così, vuole tenere agganciati tutti. Antonio Padellaro. il Fatto.
Per molti anni Fausto Bertinotti ha vissuto nel più anonimo grigiore torinese e forse è per questo che non rifiutava un solo invito a un programma televisivo, neanche alle previsioni del tempo. E, una volta lì, con il candore tipico degli spudorati riusciva ad affermare, senza che gli scappasse da ridere, che per risolvere il problema della disoccupazione era sufficiente ridurre l’orario di lavoro. Lavorare meno, lavorare tutti, però a una condizione: salari immutati. Già, ma chi paga? A questa banalità il sindacalista in tweed non ha mai pensato. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. SugarCo.
Da qualche settimana Giuliano Pisapia si è tolto lo sfizio di annunciare che, al prossimo giro, non si ricandiderà a sindaco di Milano: «Ho compiuto 66 anni, la squadra è buona, i progetti pure, si troverà un ottimo candidato. Non ho mai pensato di essere indispensabile. E a dirla tutta: c’è vita oltre la politica». Giuliano Pisapia, sindaco di Milano. (Pino Corrias). ilvenerdì.
Alla fine mi beccano per il furto di una macchina, che era poi in prestito per una sera. Mentre sono in galera, ho la rivelazione che ribalterà la mia vita. La dice lo psicologo della prigione. Mi accoglie con simpatia e, prima di farmi qualunque domanda, afferra le mie mani e le esamina a lungo, in silenzio. «Hai mani da scultore», conclude. È un raggio di luce che piomba improvviso dal cielo mentre ammuffivo in fondo a una cella. Quel giorno imparo quello che sono: un artista. Gérard Depardieu. la Repubblica.
Montale era quasi nano e aveva l’alito che gli puzzava. Si divertiva alle mie battute: in particolare gli piaceva il mio aver soprannominato la celebre architetta comunista Gae Aulenti (la quintessenza stessa dei Salotti miei nemici) la Putenti. Quando costei morì c’è stato un assedio mass-mediale senza precedenti, nemmeno fosse morta la Madonna di Loreto. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2014.
La scena madre, a Catania, è sempre questa: «Vuoi del fumo?». Anche a rispondere no, la replica è una sola: «Te lo compri lo stesso, dammi i soldi». Anche a non volerglieli dare, i soldi, se li prendono ugualmente. Sono sempre legnate. E comunque consegnano la droga. Pietrangelo Buttafuoco. il Fatto.
Un lettore mi ha scritto: «Scusi scemo (che sarei io, ndr), ma se un’asinella è due quintali, non è più tale, ma è un’asina fatta e finita. Le ricordo che l’asinella viene definita tale fino a 120-130 kg. Qualcuno dice che esiste un’asina gigante di 10 quintali, ma, tranne il mitomane che dice che c’è, nessuno l’ha vista». Per me c’è. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.
Carlo Emilio Gadda non aveva nessun quadro sulle pareti del suo appartamento romano in via Blumensthil: «Mi dà fastidio il chiodo che entra nel muro». Paolo Di Paolo. Il Messaggero.
Dopo Sapore di mare mi chiamavano tutti Selvaggia. Per strada, al bar, al semaforo. Avevo diciott’anni. I paparazzi mi seguivano fino in chiesa. Ero partita dalla provincia per farcela a tutti i costi. Ce l’avevo fatta prima del previsto senza sforzi apparenti e tutto quel successo improvviso mi presentò il conto e mi destabilizzò. Infatti per inesperienza e necessità economiche accettai anche qualche brutto film. Dopo Sapore di mare i produttori mi inseguirono per farmi interpretare altre commedie. Non feci granché per oppormi all’inerzia. Oggi rifiuterei le offerte, ma allora era allora e nel mantenermi mi sembrava ci fossero più risposte che domande. A casa eravamo stati allevati al pragmatismo. C’erano i valori antichi e i valori antichi preferivano il realismo alla poesia. A vent’anni, con guadagni dei primi film, ero riuscita a comprare la mia prima casa in una città in cui ero arrivata con i risparmi della Cresima e della Comunione. Mi bastava per essere soddisfatta. Non chiedevo altro. Isabella Ferrari, attrice (Malcom Pagani). il Fatto.
La doppia pippata di ribonza (cocaina) adulterata, fatta dalla segretaria tossicodipendente dell’odontoiatra abusivo con due (2) studi, a Padova e Asiago, che viene arrestato per spaccio, è una passione, poiché, dopo l’aspirazione, la secretary è entrata in coma per l’over. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi.
L’Ucraina è un’eccezione, lì i soldati ancora (per poco) si vedono, ma è un equivoco che rientrerà presto in Russia. Massimo Bucchi, scrittore satirico. ilvenerdì.
Come le altre professioni sportive, la prostituzione implica dei ritiri precoci e delle riconversioni delicate. Si dà, all’inizio, il meglio di se stessi; poi lo si vende; infine lo si dissipa, dato che è vero che il fascino e l’esperienza non mettono nessuno al di sopra della legge della domanda e dell’offerta. Philippe Bouvard, Journal drôle et impertinent. J’ai lu, 1997.
Non credo più in niente. E un po’ mi dispiace. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 9/7/2015