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 2015  luglio 09 Giovedì calendario

MIGRANTI FAI-DA-TE?

Velocità, capillarità e diffusione garantite. Domanda e offerta per entrare nella “fortezza Europa” oggi si incontrano in rete. Su Facebook e attraverso Viber e WhatsApp. Dall’inizio dell’anno ai primi di giugno sono approdati in Europa più di l00mila migranti, compresi i richiedenti asilo. Di questi, secondo l’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, 54mila sono arrivati in Italia, 48mila in Grecia, 91 a Malta e 920 in Spagna. Calcolando una spesa media per ogni migrante di 3mila euro (dai 1500 euro dalla Libia verso la Sicilia ai 5-8mila dalla Turchia verso la Puglia), il valore annuo del solo Mar Mediterraneo è di circa 300-600 milioni di euro. Tutti in nero, tutti esentasse, tutti nelle tasche di imprenditori criminali.
Il traffico di migranti infatti non è un business da disperati. I trafficanti sono preparati e capaci, flessibili e pronti a cogliere ogni opportunità. Spesso con altri business alle spalle. È un mercato miliardario, secondo, nel mondo, solo al traffico di droga e che, per l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e le Nazioni Unite, si aggira tra i 3 e i 10 miliardi di dollari.
Il trafficante, o meglio le reti dei trafficanti (gli scafisti sono solo l’ultimo anello della catena), studia continuamente nuove rotte e nuove strategie per entrare in Europa. La porta secondaria del continente, ossia i Balcani, conta in media 60mila ingressi l’anno e cresce ogni anno per importanza. È usata da siriani ma anche e sempre più da africani che allungano il viaggio ma senza correre i rischi delle traversate mediterranee. Abbiamo incontrato migranti tra Serbia e Macedonia che erano bloccati da mesi, respinti alle varie frontiere, in un drammatico ping-pong. Altri, con cui siamo rimasti in contatto via Facebook, sono riusciti a spostarsi nel giro di pochi giorni dal centro richiedenti asilo di Bogovadja in Serbia ad Amburgo in Germania. I trafficanti in questo caso si trasformano in tassisti o camionisti. Un ragazzo sudanese, conosciuto vicino al centro serbo, ci ha contattati al telefono due settimane dopo: era a Milano, in partenza per Calais, Francia, per poi tentare di arrivare a Londra. Nessuna polizia lo aveva mai fermato. Ma non bisogna dimenticare anche la rotta aerea. Con permessi di lavoro temporanei e in collaborazione con imprenditori italiani corrotti, trafficanti operanti in Italia fanno entrare ogni anno migliaia di persone. Oppure con passaporti contraffatti. Insomma, la fortezza Europa non è poi così fortezza.
E per sgretolarla si usa ogni mezzo. I social network sono una grande opportunità per il marketing: amplificano le possibilità di trovare clienti a cui vendere i “pacchetti tutto incluso”. Come in una grande azienda, il traffico di esseri umani ha una chiara divisione del lavoro: c’è chi si occupa del reclutamento clienti, chi dei documenti contraffatti, chi della corruzione della polizia, chi della ricerca delle barche. E c’è chi fa marketing. Facebook è il mezzo principe da almeno un paio di anni. Un tempo funzionava il passaparola, come ci ha raccontato el Douly, un trafficante egiziano: “reputazione e conoscenze” erano la parola chiave per attirare i clienti. Ora i social network sono la nuova piazza. Ci siamo così messi a caccia di trafficanti in rete. Abbiamo trovato centinaia di pagine personali di contrabbandieri con tariffe, foto di improbabili navi da crociera lussuose, punti di partenza, offerte di documenti falsi. Facebook è una finestra privilegiata per osservare ed entrare in questo mondo criminale. Slogan, annunci civetta, proposte irrinunciabili. Esattamente come un tour operator:

A tutti i miei amici che vogliano viaggiare verso la Grecia, il costo è di 1500 euro. Viaggio sicuro, per maggiori info contattare...

Buongiorno: per i viaggi dalla Turchia alla Germania la durata del viaggio è due giorni, il pagamento dopo l’arrivo

Buongiorno.
I prezzi e le rotte:
Libia-Italia 1000 $
Turchia-Libia 3300 $
pagamento dopo l’arrivo.
Libia-Italia i bambini con meno di 12 anni gratis. Per chiamare via Viber e WhatsApp


Sconti, offerte soddisfatti o rimborsati, bambini gratis: l’agenzia di viaggi criminale affina le strategie commerciali. Il primo che contattiamo tramite la sua pagina, Lokman Zawara, è di Tripoli, Libia. Chiamiamo al suo numero con Viber. Per i clienti siriani promuove la rotta che passa dal Sudan e poi sulle coste libiche. Oppure direttamente dalla Turchia alla capitale libica. Quando lo contattiamo, chi parla con noi si finge siriano, già in Italia (usando Viber appare il numero italiano e si deve avere una scusa pronta) ma con la moglie ancora in Siria:

Trafficante: Tua moglie riesce ad arrivare in Turchia da sola?
In Turchia riesco a farle avere un visto per entrare dalla Turchia a Tripoli in aereo. Lei sta in Turchia cinque giorni per ottenere il visto. E poi prende l’aereo per arrivare a Tripoli.

Noi: In Turchia mia moglie deve chiamare qualcuno? Hai qualche amico tuo da chiamare?

T: [silenzio]

Noi: Chiama te?

T: Sì. Non ti preoccupare. Tutto al 100% a posto con il visto. Una volta arrivata a Tripoli verrà una macchina a prenderla e la porterà a Zuara. Da lì può partire subito, oppure dopo 7-8 giorni. Otto ore di viaggio in barca. Vitto e alloggio compreso. Fanno loro. La prima parte del pagamento deve avvenire in Turchia, in dollari [Non si capisce il prezzo]. Il pagamento della seconda parte deve avvenire in Libia, in euro: 4800 euro, tutto compreso anche aereo dalla Turchia.

Noi: Si può pagare dall’Italia?

T: No, tutto il pagamento in Libia

Noi: Ma il mare è sicuro?

T: Sì è calmo.
[Il trafficante non parla tanto della barca che userà. Dice che è una barca nuova e di non preoccuparsi. Cerchiamo di insistere su questo punto]

Noi: Guarda, ho paura, perché leggo le cose sui giornali e tanta gente muore. Paura per mia moglie...

T: Chiedi in giro, informati su chi sono io.

Noi: A chi chiedo?

T: [silenzio]

Cade la linea.

I trafficanti evoluti, che usano i social network con spregiudicatezza e ne sanno cogliere le potenzialità, non solo propongono il servizio ma mostrano anche i successi. Abbiamo letto un post in cui un tizio scriveva entusiasta che i suoi clienti erano arrivati sani e salvi in Austria senza che nessuno avesse preso loro le impronte digitali. Questo è un punto fondamentale: secondo le norme europee infatti è nel primo paese che il migrante tocca, dove viene identificato, che dovrà far domanda di asilo politico. E da lì non potrà spostarsi. Per molti rifugiati è una dannazione: con amici, famigliari e compatrioti già in Germania, Inghilterra, Nord Europa, la richiesta di asilo in Italia si tramuta in una gabbia.
Ecco perché per attirare i clienti servono slogan quasi pubblicitari, che sappiano toccare le corde giuste. Sulle pagine Facebook dedicate ai viaggi in mare si leggono spesso le stesse parole: «Durata del viaggio: 3 giorni». «Senza fatica». «In sicurezza». «Senza impegno». «Royal yachts». Alcuni contrabbandieri pubblicano le foto dell’arrivo e dei salvataggi delle barche da parte della Guardia Costiera italiana. Altri postano preghiere per i fratelli in Siria e in Iraq, come l’amministratore della pagina “Asilo e viaggi in Europa” (2100 like). L’organizzazione di cui fa parte si trova a Mersin, in Turchia, e propone tratte via mare e via terra verso la Grecia, gli Stati Uniti, il Canada, l’Italia e il Belgio. La pagina è curata nei dettagli e l’amministratore ci scrive più volte al giorno con le informazioni aggiornate sugli itinerari.
Naturalmente Facebook potrebbe essere usato anche dai clienti per valutare i servizi ricevuti, ma per motivi facilmente immaginabili non capita spesso. In un gruppo, troviamo la foto segnaletica di un trafficante che lavora nei Balcani: «Attenzione. Dovete stare attenti a questo ladro tunisino, soprannome Ghol, ha preso 5500 euro da 8 persone per portarli fino a Budapest, lì ha lasciati alla frontiera serbo-ungherese ed è scappato».
L’elemento che colpisce è la spregiudicatezza con la quale i trafficanti si espongono in rete. Dalla Libia questi sfruttatori possono affidarsi alla debolezza del governo e all’assenza di repressione del fenomeno (se non connivenza). In Turchia invece stupisce ancor più. Internet è anche un mezzo veloce ed efficace per reclutare manodopera. Mentre Viber è utilizzato per i clienti. Skype è usato per fare colloqui, dopo aver pubblicato annunci falsi su siti dedicati alle offerte di lavoro. Uno scafista, Aleksandr, siberiano, che abbiamo incontrato in carcere, ci ha raccontato che il suo curriculum criminale iniziò dopo aver risposto a un innocuo annuncio come skipper: cercavano chi potesse mettersi al timone di yacht di lusso per vacanze sull’Egeo. Alla seconda intervista via Skype Aleksandr scoprì che il lavoro sarebbe stato un altro: trasportare migranti dalla costa turca a quelle pugliesi. «Durante il colloquio mi hanno tempestato di domande: fumi? Bevi alcol? Ti droghi? Come stai di salute? Alla fine sono stati espliciti. Mi hanno detto: “Per un viaggio, 5000 dollari”. Io ho risposto ok».

POSTIT
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e le Nazioni Unite in Italia sono arrivati da inizio anno 54mila migranti, il 10% in più rispetto al 2014.