Ugo Bertone, Panorama 9/7/2015, 9 luglio 2015
TRE GUAI AMERICANI PER MARCHIONNE
Le Americhe, da sempre generose con Sergio Marchionne, stanno riservando nelle ultime settimane alcune delusioni al manager già proiettato sull’Ipo di Ferrari. Il dato che più preoccupa gli analisti riguarda il Brasile. Le vendite di auto, drogate in passato dagli incentivi, sono in caduta libera: meno 18 per cento a giugno, ancor peggio fa il gruppo italo-americano, leader di mercato nel Paese dove da qualche mese è in funzione lo stabilimento di Betìm. La congiuntura migliorerà entro fine anno, ha assicurato il manager. Ma, secondo Banca Akros, il gruppo che ha venduto a livello globale 1,24 milioni di pezzi nel trimestre, difficilmente centrerà il traguardo delle 5 milioni di auto vendute nel 2015.
Non meno preoccupanti, sul piano dell’immagine, le pagelle in arrivo dagli Usa. A giugno, mese in cui le vendite Chrysler hanno superato (al netto delle flotte aziendali) le vendite di Ford, è arrivata la «doccia fredda» della classifica di qualità di Jd Powers, compilata sui difetti riscontrati nei primi tre mesi dall’acquisto da 84 mila compratori. Ebbene, tra le cinque marche peggiori figurano Fiat, Chrysler e Jeep, punite per difetti di verniciatura e altri inconvenienti. Lo smacco brucia ancor di più per i grandi progressi di case, come Kia e Hyunday, balzate ai primi posti dal fondo della classifica.
Infine, entro il 7 settembre arriverà il verdetto della National highway traffic safety administration, l’ente per la sicurezza stradale americana che ha istruito un’udienza pubblica contro la presunta cattiva gestione dei richiami di auto potenzialmente difettose vendute dal gruppo. Mark Rosekind, responsabile dell’ente, ha dichiarato al Wall Street Journal che Fca potrebbe patteggiare ammettendo alcune mancanze e accettando così di pagare una multa che dovrebbe aggirarsi sui 35 milioni di dollari. «Prenderemo tutte le misure necessarie per portare l’azienda ad adeguarsi alle regole nuove. Ne pagheremo tutte le conseguenze, la vita continua», ha commentato lo stesso Marchionne. (Ugo Bertone)