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 2015  luglio 08 Mercoledì calendario

DERBY «Che impressione vedere Mihajlovic dall’altra parte. È un professionista serio, cercherà di fare il meglio

DERBY «Che impressione vedere Mihajlovic dall’altra parte. È un professionista serio, cercherà di fare il meglio. L’importante è che nei derby ritorni interista...» (Massimo Moratti). PELE’ «Nella partita che ho giocato a New York insieme a Steve Nash ho segnato un gol in rovesciata. Mi sembrava di essere Pelé nel film Fuga per la vittoria . Una vera magia» (Giuseppe Rossi). CAPITANO «Con tutto quello che ha fatto e che farà… Messi non deve dimostrare niente a nessuno. Non ha un doppio rendimento. Leo è un essere umano, sbaglia come tutti; averlo in squadra è un piacere. Ripeto, lui è il migliore e merita la fascia di capitano della Nazionale» (Javier Zanetti). SALITE «Non è la situazione ideale, si vede chiaramente. Il Tour per me è cominciato in salita e allora più che mai devo pensare a una tappa alla volta. E sì, inventarmi qualcosa. Ma con criterio, perché attaccare all’impazzata non ti porta da nessuna parte» (Vincenzo Nibali dopo le prime tappe). STRADE «I rally non mi piacciono troppo... perché dimentico facilmente le strade da percorrere nelle prove speciali» (Jorge Lorenzo). BRIVIDO «Amo il brivido della velocità in tutte le sue forme e la moto mi permette di staccare, anche mentalmente. Rischi? Nel mese che porterà ai Mondiali di Pechino, mio malgrado, lascerò la moto in garage...» (il campione olimpico in carica di salto con l’asta Renaud Lavillenie). SPAGHETTI «Non ne posso più di sentire discussioni stupide. Che cosa c’entra la Mercedes se alla Ferrari sanno fare solo gli spaghetti? Non abbiamo certo colpe noi se a Maranello non riescono a mettere a posto le loro vetture?» (Niki Lauda). GRUGNITI «Un comportamento inaccettabile e sinceramente sono stanca di questo argomento. Mi sono allenata con Nadal e i suoi grugniti sono ben più potenti dei miei, ma nessuno lo critica» (Victoria Azarenka contro il pubblico di Wimbledon che ha scimmiottato gli urli suoi e della Williams durante la partita dei quarti vinta dall’americana). EMOZIONI «La prima volta che giocai a Wimbledon avevo 17 anni e non avevo mai visto un campo in erba in vita mia. Non mi ero perso alla tv, però, i cinque trionfi consecutivi di Borg: in Svezia non trasmettevano altro. Scesi alla fermata della metropolitana e arrivai al circolo a piedi. La coda, l’atmosfera, tutto quel verde... Venni travolto dall’emozione» (Stefan Edberg, oggi coach di Federer).