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 2015  luglio 08 Mercoledì calendario

SE LA STORIA SI RIPETE

DA 25 MILIONI A QUATTRO in pochi anni: fu una vera e propria decimazione, quella che colpì la popolazione di cavalli negli Stati Uniti, a causa della diffusione dell’automobile. Alla quale potrebbe accadere altrettanto, nel prossimo quarto di secolo, con il dilagare della guida autonoma. L’apocalittica previsione è contenuta in uno studio a firma di Brian Johnson, analista del mondo dell’auto per la Barclays. Il quale, oltre al prepensionamento dei guidatori, prefigura una radicale trasformazione del ruolo dell’auto. In sintesi: le vetture tradizionali, così come le intendiamo oggi, sono destinate a dimezzarsi. In pratica continueranno a servirsene solo coloro che vivono al di fuori dei grandi centri urbani. Tutte le altre (o quasi) saranno self driving vehicle, in larga parte sotto le vesti di robot-taxi, di vetture da condividere o da usare in pooling. E siccome ognuna di queste ne rimpiazzerebbe nove private, le vendite di auto nuove scenderebbero del 40% e il parco circolante addirittura del 60. Va da sé che uno scenario del genere avrebbe conseguenze devastanti per l’intera industria automobilistica: magari si salverebbero i costruttori di purosangue, di macchine destinate ai cultori di guida, status e divertimento. Ma per i produttori di massa, le cui vetture servono per andare al lavoro o al supermercato, sarebbe notte fonda. E hai voglia a ristrutturare, se devi partire dal presupposto di dimezzare volumi produttivi che si misurano in milioni di unità l’anno, come inevitabilmente toccherebbe fare ai big del settore. Insomma, avessero ragione le cassandre della Barclays, ci troveremmo di fronte a una vera e propria catastrofe.
Però è sempre la storia, la stessa che ci ricorda la repentina dismissione dei quadrupedi, a metterci davanti agli occhi più di un esempio in cui la pur pachidermica industria dell’auto ha rivelato insospettate capacità di adattarsi al cambiamento: si pensi alla crisi petrolifera degli anni 70, quando c’era chi andava in giro raccontando che sì, a Maranello potevano anche salvarsi, ma solo riconvertendosi alle macchine agricole. Insomma, di certo c’è solo una cosa: per l’auto si approssima una nuova era. Resta solo da capire se con vecchi o nuovi protagonisti.