Andrea Greco, la Repubblica 8/7/2015, 8 luglio 2015
FCA, ENEL, POSTE NELLA TOP TEN DELLE AZIENDE PIU’ LIQUIDE DEL CONTINENTE –
Certe leggi dell’economia sono belle perchè valgono per tutti: dal capofamiglia alla multinazionale. Come per la liquidità. Quando le cose funzionano non ci si fa caso, tanto soldi, investimenti e merci girano. Appena il futuro s’increspa la liquidità in cassa cresce, per fronteggiare eventuali sorprese. Se poi le cose vanno proprio male - la chiusura delle banche greche ne è un esempio, come anche la penuria che vivono le aziende russe e ucraine colpite da guerra e sanzioni - il denaro torna a scarseggiare, salvo poi finire del tutto. Moody’s ha scrutinato la cassa dei clienti europei non finanziari e ha scoperto che se la passano bene. Cioè male, se vale il paradosso. Nel 2014 la liquidità delle aziende europee è cresciuta del 6% dall’anno prima, fino a 870 miliardi di euro. Un quarto sono nei forzieri di 10 imprese, guidate da Volkswagen (25,7 miliardi). Le altre superliquide sono quasi tutte utility: Bp, Total, Shell, Saudi basic industries, Statoil, Enel.
Completano la decina altre due italiane: le Poste (23,26 miliardi) e Fca (23,3 miliardi).
A parte chiedersi se il Lingotto sia ancora una società italiana e parte di quella liquidità è di Chrysler - spiccano i gruppi tricolori. Che in generale sono 2,4 volte più liquidi che nel 2008. «L’aumento riflette un approccio più cauto al rifinanziamento, per i maggiori timori legati all’accesso al mercato nei paesi periferici dell’eurozona», ha spiegato Jean-Michel Carayon, autore del rapporto di Moody’s. Anche per Spagna e Portogallo, con l’Italia, il paradosso si conferma: nel timore di un revival della crisi sovrana del 2011 hanno messo fieno in cascina fino a ieri. Il fieno però ha un costo finanziario, oltre a quello, oggi maggiore, delle opportunità mancate. In più oltre al paradosso si conferma la foto di un’Europa divisa: le aziende “nordiche” agili, le periferiche costrette ad accatastare sacchi di soldi; le ricche e previdenti multinazionali contro le pmi che soffocano per penuria di credito.