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 2015  luglio 05 Domenica calendario

SETTANT’ANNI FA LA PRIMA FESTA. COME L’UNITÀ HA CAMBIATO L’ITALIA


«Il 2 Settembre 1945 nelle brughiere ad Ovest dell’abitato di Mariano Comense...». È l’incipit di un articolo pubblicato settant’anni fa ma non per questo vecchio, perché vecchio non è l’avvenimento di cui si occupava, ovvero la Festa de l’Unità. Proprio quel giorno, infatti, durante il tormentato ma alacre periodo dell’immediato Dopoguerra, si svolse per la prima volta un avvenimento destinato a caratterizzare la storia politica e sociale del nostro Paese. Un anniversario che diventa ancor più significativo pensando al recentissimo ritorno in edicola del giornale fondato da Antonio Gramsci, perché la storia delle Festa e quella del nostro quotidiano sono qualcosa di indissolubile, persino oltre la felice e lungimirante sintesi che sta nel nome.

Lentate sul Seveso è un comune lombardo che confina ad Est, appunto, con Mariano Comense, convidendo quei luoghi dove nel ’45 fu organizzata la prima Festa de l’Unità. Ed è qui, durante la Festa attuale, che verrà inaugurata domani dal ministro Maurizio Martina una mostra fotografica di grande valore storico che ripercorre l’evolversi della Festa dal Dopoguerra ai giorni nostri. «È un modo per ricordare ma anche per riflettere sul nostro futuro», racconta Franco Cazzaniga, il presidente della Fondazione Quercioli che ha seguito in prima persona l’organizzazione della mostra insieme all’Anpi di Milano e alla Fondazione Di Vittorio. «La prima Festa de l’Unità è stata organizzata appena concluso il dramma della guerra, un periodo nel quale era fortissima l’esigenza di ritrovarsi, di stare insieme, ma anche quella di capire dove sarebbe andata l’Italia. Ecco, si tratta di valori che in questo difficile momento del Paese si sono un po’ persi, e la nostra iniziativa va intesa anche come un contributo per farli riemergere».

Un’idea, quella della Festa legata al giornale di partito, che venne dagli esuli che l’anno prima avevano partecipato a Parigi alla festa de L’Humanitè, l’organo del Partito Comunista Francese. «Milano – si legge nell’articolo – è semidistrutta dalle bombe e pertanto si deve trasferire l’iniziativa in una zona periferica e la scelta cade su Mariano Comense, dove dal 1944 si erano insediate alcune ditte sfollate dal capoluogo lombardo e fra queste la Breda, dove si contavano molti simpatizzanti comunisti». Ed ancora, «dai giornali si apprende che alla Festa, definita “Grande scampagnata de l’Unità”, partecipano migliaia di lavoratori accompagnati dai familiari, giunti in paese con ogni mezzo di trasporto, dalla bicicletta ai treni delle Ferrovie Nord, dalla motocicletta ai camion. Alcuni di loro sono giunti in paese la sera di sabato per concorrere ai lavori di preparazione».

Dunque una Festa nata in provincia, dal felice incontro fra gli esuli rientranti e gli operai costretti a lasciare Milano. E colpisce il fatto che stiamo parlando di un territorio, la Brianza e il Nord della Lombardia, che qualche decennio dopo farà da culla al leghismo, ma dove negli ultimi anni la risalita del Partito democratico è stata netta ed evidente in tanti comuni e nelle amministrazioni provinciali. Una nuova generazione politica che, oltre al ministro Martina, a Lentate sul Seveso sarà rappresentata domani dal deputato Roberto Rampi, dal segretario del Pd lombardo, Alessandro Alfieri, e dal segretario del Pd di Monza e Brianza, Pietro Virtuani. Senza dimenticare che all’inaugurazione della mostra sarà presente un uomo che di Feste de l’Unità ne ha viste innumerevoli, il senatore del Pd, Ugo Sposetti. Una tradizione partecipativa che viene da lontano, se è vero che già nell’articolo del ’45 si legge: «Intervengono alcuni fra i più importanti esponenti del partito, fra cui Amendola, Sereni, Moscatelli; Giancarlo Pajetta e Luigi Longo pronunciano i discorsi finali». Ma non solo: «Sulla tribuna è presente anche un cappellano della formazione partigiana che al termine della manifestazione rivolgerà un caloroso saluto alla folla dei Volontari della Libertà».

Un anniversario, quello della Festa de l’Unità, che poi è coincidente con un’altra ricorrenza illustre, celebrata il 25 aprile in tutta la Repubblica. Ed allora, le rassegne fotografiche visibili nello spazio espositivo di Lentate saranno due, con una serie di immagini dedicate alla Liberazione. «Si tratta di materiale di importanza storica – spiega Cazzaniga – che poi vorremmo trasferire per mostrarlo ai visitatori della prossima Festa Nazionale de l’Unità, che fra l’altro si svolgerà proprio a Mila-
no all’inizio di settembre». Quanto alla cornice dell’evento di Lentate sul Seveso, sarà quella tipica di tutte le Feste, a tutte le latitudini. Del resto, e per fortuna, non è cambiato granché da quel settembre di 70 anni fa: «Si somministrano generi alimentari e vino: alcune sezioni vendono libri, giornali e bandiere. Il programma prevede un raduno ciclistico, corse podistiche, musiche e balli, spettacolo teatrale per i bambini, incontri di pugilato, tiri a segno, alberi della cuccagna, corse nei sacchi, lotterie e una tombolata». E qui l’estensore di allora ritenne opportuno fare una precisazione: «I premi sono modesti, bisogna considerare che la guerra è terminata da poco...». Passato e presente che si sovrappongono. Non a caso, durante l’inaugurazione della mostra è previsto un momento particolare. «Per l’occasione – dice Cazzaniga – sarà proiettato un filmato con delle testimonianze preziose. A parlare, fra gli altri, ci sono due persone che a quella Festa del ’45, allora ragazzini, parteciparono direttamente. Ma c’è anche la voce di altri, non così anziani, che però di quel giorno di inizio settembre hanno sentito parlare. Perché la Festa è anche questo, una tradizione che passa di generazione in generazione».