Alberto Flores d’Arcais, Affari&Finanza – la Repubblica 6/7/2015, 6 luglio 2015
PORTORICO LO STRANO DEFAULT DELLA PICCOLA GRECIA DEI CARAIBI
È un default nel ‘cortile di casa’, anzi quasi nell’anticamera visto che Portorico oltre ad essere un’isola dei Caraibi è un Territorio Americano d’Oltremare, vale a dire una vera e propria provincia del più grande Impero contemporaneo. Anche se ha una sua propria Costituzione, i suoi abitanti nascono cittadini americani e di fatto sono sottoposti (volenti o nolenti) alle leggi degli Stati Uniti. Del resto la bandiera a stelle e strisce da quelle parti è molto apprezzata (il dollaro Usa è la moneta corrente) e nell’ultimo referendum (novembre 2012) i portoricani hanno votato a larga maggioranza (61 per cento) per diventare il 51esimo degli States. Con tali premesse molti sono rimasti sorpresi nell’apprendere che una crisi “alla greca” (fatte le debite proporzioni) ha mandato in bancarotta l’isola caraibica che dista meno di mille miglia da Miami e che (almeno in teoria) avrebbe dovuto trarre benefici dalla ripresa economica in corso negli Usa. Per chi ha seguito da vicino le vicende di Puerto Rico, le dichiarazioni del Governatore Alejandro Garcia Padilla (“non siamo in grado di pagare i nostri debiti che assommano a 72 miliardi di dollari”) non sono invece giunte inaspettate. Ci sono infatti due motivi dietro al default caraibico. Il primo è che quasi tutto quel debito è espresso sotto forma di bond municipali detenuti in gran parte da fondi comuni o di investimento made in Usa che nei titoli di debito portoricani vedevano un investimento sicuro (e con un maggiore rendimento sia per gli interessi più alti sia perché i bond dell’isola sono detassati). Il secondo, ancora più importante, è che in questo Territorio Americano d’Oltremare vale la stessa regola di salario minimo che è in vigore negli Stati Uniti. E pagando 7,25 dollari a circa il 77 per cento della popolazione (questi i numeri di chi vive con il salario minimo nell’isola), nonostante in Portorico stipendi e produttività siano ben al di sotto di quelli del più povero degli States (il Mississippi) l’economia non poteva certo - nonostante le varie misure d’austerità prese dal governo negli ultimi anni - decollare. Con la beffa finale che nell’isola caraibica si nasce sì cittadini degli Stati Uniti, ma non c’è la protezione fallimentare (Chapter 9) prevista per gli enti locali Usa.
Alberto Flores d’Arcais, Affari&Finanza – la Repubblica 6/7/2015