Paolo Brusorio, La Stampa 6/7/2015, 6 luglio 2015
QUELLI CHE... LA SERIE A È DURATA SOLO UN GIORNO
Quando è arrivata in redazione la copia del libro di Roberto Condio, la prima reazione è stata: ma come gli vengono certe idee? Poi ripensi a come lavora, alla precisione che ci mette ogni volta che affronta un articolo, di calcio e non solo, e allora anche la domanda ottiene una risposta esatta. «Ho giocato in serie A (una volta sola)» (Ultra Sport, euro 16) è il frutto di una raccolta certosina di appunti, cifre e nomi che guidano da sempre il lavoro di Condio. Specialista dei numeri, ha scelto di abbinare quello più importante, l’uno, all’evento che può cambiare la vita di chi fa il calciatore, all’unicum da raccontare con orgoglio o con rimpianto a figli, parenti, nipoti, amici e anche nemici. Mettere il piede in serie A è, per chi gioca al pallone, un traguardo che appena raggiunto si trasforma in un incrocio pericoloso. Diventa un privilegio per chi sa coltivare la carriera; un rimpianto per chi non ci riesce suo malgrado; una condanna per chi butta via il grande regalo che la sorte gli ha portato in dote. Nel libro ci sono storie note e soprattutto meno note. Novanta minuti o sette secondi, non c’è spazio temporale che definisca una storia. Ma 209 pagine da spiluccare a piacimento nel segno della memoria. Quella di Condio, mica la nostra.