Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 06 Lunedì calendario

Lunedì 6 Luglio, 2015 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Titoli di Stato e liquidità, la Bce al bivio per evitare il caos Atene ha chiesto di avere più fondi di emergenza DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Europa mobilitata, già da ieri sera, per affrontare la ricaduta della massiccia vittoria del No ad Atene

Lunedì 6 Luglio, 2015 CORRIERE DELLA SERA © RIPRODUZIONE RISERVATA Titoli di Stato e liquidità, la Bce al bivio per evitare il caos Atene ha chiesto di avere più fondi di emergenza DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Europa mobilitata, già da ieri sera, per affrontare la ricaduta della massiccia vittoria del No ad Atene. Oggi, Angela Merkel vola a Parigi per discuterne con François Hollande. In prima linea, operativa, sarà però da subito la Banca centrale europea, le cui decisioni, nelle prossime ore, saranno essenziali per capire a cosa Atene e l’eurozona vanno incontro. L’istituzione guidata da Mario Draghi è di fronte a una scelta delicatissima, un momento della verità. La prima cosa che dovrà decidere è se continuare a dare liquidità di emergenza, attraverso il programma Ela, agli istituti di credito greci. Al momento, il tetto massimo già erogato, 89 miliardi, è congelato e le banche elleniche — chiuse anche oggi — hanno detto di avere in cassa denaro per arrivare forse a stasera, calcolando i 60 euro giornalieri che i cittadini possono prelevare ai bancomat. La Banca di Grecia avrebbe chiesto ieri alla Bce di aumentare il tetto di sei miliardi. Il consiglio dei Governatori della Banca centrale europea — che si riunirà oggi — potrebbe decidere di lasciarlo al livello a cui è, il che significherebbe non dare altro denaro alla Grecia e potrebbe chiedere la restituzione degli 89 miliardi o di parte. Infatti, la banca di Francoforte non può fornire liquidità d’emergenza se un Paese è fuori da un programma di aiuti concordato: Atene ne è uscita il 30 giugno scorso. In ambienti vicini alla Bce si dice che, forse, sarebbe possibile erogare alle banche greche una piccola somma per non farle crollare immediatamente. Non è però detto: nel consiglio dei Governatori ci saranno probabilmente opposizioni a una scelta del genere, che comunque potrebbe funzionare solo per qualche giorno. Al di là della liquidità d’emergenza, la situazione del sistema bancario greco è infatti disastrosa per un altro motivo, che potrebbe essere quello che fa scattare il crollo del sistema e l’uscita della Grecia dall’euro. Gli istituti di credito ellenici vanno ricapitalizzati: il loro capitale è in buona parte costituito da titoli pubblici greci, che però sono andati in default la settimana scorsa. In queste condizioni, non possono funzionare. Raccogliere denaro sui mercati non è pensabile. La Bce non può fare nulla. L’unica possibilità sarebbe una ricapitalizzazione con denaro stampato dalla banca centrale greca fuori dal sistema euro: a quel punto però non si tratterebbe di euro ma di un’altra valuta, nazionale. Sarebbe l’inizio della Grexit. Più che uno scenario, questo è l’ostacolo maggiore che Alexis Tsipras si trova di fronte oggi. Tanto che il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha tenuto un meeting con i vertici delle maggiori banche. Nei prossimi giorni e settimane, dunque, ci sarà probabilmente un nuovo braccio di ferro tra Atene ed eurozona, soprattutto per fare in modo che la responsabilità dell’uscita della Grecia dall’euro sia addossata all’una o agli altri. Ammesso che le cose si possano trascinare fino ad allora, la data decisiva sarà comunque il 20 luglio, quando vengono a scadenza più di quattro miliardi di obbligazioni che la Grecia ha con la Bce: non si vede chi possa dare ad Atene il denaro per onorarle. Sperare che lo facciano gli europei è irrealistico (e propagandistico), anche se Tsipras e Varoufakis dicono il contrario. L’incontro tra Merkel e Hollande ha invece l’obiettivo di gettare le basi per presentare un fronte unito dell’eurozona nei prossimi giorni. Durante la trattative con Atene, la cancelliera tedesca e il presidente francese hanno tenuto tutto sommato la stessa linea. Nei giorni scorsi, però, hanno avuto posizioni diverse: cercheranno di riconciliarle. Aspettarsi che i due leader parlino di aiuti umanitari (esterni a salvataggi formali) diretti alla popolazione greca è possibile. La chiave sarà però vedere il grado di durezza che terranno con il governo greco: i francesi sono aperturisti, ma la vittoria schiacciante del No è letta da molti politici europei, soprattutto in Germania ma non solo, come la conferma che i greci le riforme non le faranno per anni a venire. Danilo Taino @danilotaino