Alessandro Carlini, il venerdì 3/7/2015, 3 luglio 2015
ADDIO AL WALDORF-ASTORIA
È stato a lungo la tappa preferita dei presidenti americani quando andavano a New York, ma ora il celebre Waldorf-Astoria viene visto come un potenziale, e pericolosissimo, covo di spie. Da quando infatti il lussuoso hotel inaugurato nel 1931 è stato acquistato da una società cinese, gli addetti alla sicurezza della Casa Bianca non vogliono più correre rischi. Secondo l’Associated Press, Barack Obama e la delegazione americana che partecipano ai lavori dell’Onu preferiscono alloggiare in un altro albergo, il New York Palace, per evitare di finire intercettati da eventuali cimici cinesi.
I rapporti tra Washington e Pechino, si sa, non sono proprio idilliaci. Soprattutto in fatto di cyberattacchi: gli hacker cinesi sono spesso finiti nel mirino delle autorità Usa per i loro frequenti «raid» contro i sistemi informatici del governo americano. E a poco sono valse le rassicurazioni fatte l’anno scorso da Hilton Worldwide Holdings, che ha venduto il Waldorf alla compagnia assicurativa del Dragone Anbang Insurance. «Siamo sicuri che non ci siano questioni di sicurezza nazionale legate a questa transazione» aveva detto un portavoce commentando l’affare da 1,95 miliardi di dollari. Ma i ripetuti «incidenti» a livello telematico tra Usa e Cina non hanno fatto che accrescere la tensione. L’intelligence americana teme più di ogni altra cosa la possibilità che i cinesi possano installare delle «cimici» o altre apparecchiature per lo spionaggio nel corso della ristrutturazione dell’edificio art deco, magari nascoste sotto l’intonaco, come del resto è accaduto in altri alberghi in Cina. L’hotel è infatti uno dei luoghi più adatti per le azioni degli 007. Ne sanno qualcosa gli agenti israeliani che avrebbero piazzato i loro sofisticatissimi strumenti per ascoltare le conversazioni negli alberghi di Ginevra e Vienna durante i recenti negoziati sul programma nucleare iraniano. I libri di storia, e di spionaggio, sono pieni di questi esempi.
Uno tra i più celebri riguarda il Moskva, grande albergo sovietico a due passi dal Cremlino che quando fu demolito rivelò i tanti «orecchi» del Kgb. Le microspie erano nascoste ovunque: nelle camere, nei saloni, persino nei bagni, occultati nei muri e sotto i pavimenti. Gli americani non vogliono ritrovarsi in un incubo del genere, col rischio di subire uno smacco colossale proprio in patria, e sono dunque pronti a rinunciare a quel «pezzo» di storia nazionale rappresentato dal Waldorf. Nelle sue camere hanno dormito quasi tutti i presidenti e molte star a loro legate, come la bella e tormentata Marilyn Monroe. Non solo, ha ospitato le indagini sul naufragio del Titanic e la prima trasmissione televisiva della Nbc. La sua apertura, il primo ottobre del 1931, fu salutata dall’allora presidente Herbert Hoover come misura della crescita del potere e del confort di una nazione, «esibizione del coraggio e della fiducia del Paese». Tante cose al suo intento sono legate agli inquilini della Casa Bianca, come un montacarichi talmente grande da poter trasportare la vettura di Franklin Delano Roosevelt.