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 2015  luglio 03 Venerdì calendario

PERISCOPIO

Berlusconi verso un nuovo processo: «Dieci milioni alle olgettine per il silenzio». Faceva prima a comprargli un’isola greca. Spinoza. Il Fatto.

Gianni Agnelli disse di Ciriaco De Mita che era «il tipico intellettuale della Magna Grecia». Indro Montanelli aggiunse: «Io però non capisco che cosa c’entri la Grecia». Marco Filloni, ilvenerdì.

A Orfini è stata assegnata la scorta. Neanche avesse criticato De Luca. Edelman. Il Fatto.

«Se la Grecia esce dall’Europa nessun rischio contagio». «Ogni paese sprofonda per conto suo». ElleKappa. la Repubblica.

La guerra dell’Isis è una guerra di religione e di civiltà. Così banale, tonda e chiara la questione. I musulmani estremisti, gli islamici incazzati vogliono annientarci. Nulla di particolarmente nuovo sotto il sole. La storia è fatta di guerre ed è memore di chi impugnava le baionette. La storia è seminata dai racconti dei vinti e dei vincitori. Se l’Occidente capirà che la sua civiltà e i suoi valori sono in pericolo, impugnerà la spada. In sette giorni li sgominerà. D’altronde ai pirati mica si faceva il processo fino in Cassazione? Li si appendeva a una forca. Mi meraviglio che questa decisione, così ineluttabile, venga ancora tenuta in ammollo. Possiamo solo farci del male, se aspettiamo. Giovanni Sartori, politologo (Antonello Caporale), Il Fatto.

Gli italiani sono, secondo il Pew Research Center di Washington, il popolo più razzista d’Europa. Primi assoluti nel detestare rom e musulmani, secondi solo ai polacchi nell’antisemitismo, ma, con qualche sforzo, possiamo farcela anche qui. Poiché l’opinione pubblica nazionale si forma, più che in ogni altro paese europeo, attraverso la tv, forse è il caso di rivedere le formule di alcuni talk show. Curzio Maltese. ilvenerdì.

Claudio Rinaldi, direttore dell’Espresso, mi diceva: «Senza un nemico il giornalismo deperisce». Antonio Padellaro. Il Fatto.

Errani humanum/1. «Annullata la condanna di Errani. La Cassazione: dovrà essere rifatto il processo d’appello per il caso “Terremerse”». L’ex governatore: «Ristabilita la verità» (la Repubblica, 18.6). La verità è che sarà riprocessato per falso in atto pubblico. Sono soddisfazioni.

Errani humanum/2. «È stato un anno difficilissimo, molto doloroso prima di tutto sul piano umano. Ho pagato un prezzo altissimo» (Vasco Errani, Pd, ex governatore dell’Emilia Romagna, la Repubblica, 18.6). In effetti, il milione di euro di finanziamento regalato alla coop di suo fratello per costruire una cantina a Imola fu un prezzo altissimo. Solo che a pagarlo non fu Errani, ma i contribuenti emiliano-romagnoli. Marco Travaglio. Il Fatto.

Gianni Magri è un lettore un po’ speciale. Il suo libro preferito è Vita con gli orsi di Beth Day, pubblicato da Garzanti nel 1965, una copia omaggio contenuta in una confezione di detersivo (allora i detersivi regalavano libri e adesso credo che stiano per arrivare ai libri che regalano i detersivi). Antonio D’Orrico. Sette.

Nei decenni, i pensatori indipendenti che cercavano di fare carriera nelle humanities (materie umanistiche, ndr) sono stati cacciati dalle università Usa. Ho avuto a che fare con questo fascismo dottrinario in tutti i modi possibili. Esempio: il mio primo libro, Sexual Personae, che criticava l’ideologia femminista convenzionale, è stato rifiutato da sette editori prima di essere pubblicato nel 1990, nove anni dopo che avevo finito di scriverlo. Per fortuna, quello era un momento in cui si stava discutendo del politicamente corretto sui media per via di certi codici linguistici imposti da università tipo la University of Pennsylvania. Non mi è dispiaciuto quando il magazine New Yorker ha deciso di dedicarmi la storia di copertina, anzi se devo dire la verità l’idea della spada è stata mia. Camille Paglia, leader femminista storica di New York (Mattia Ferraresi). Il Foglio.

Ci sono gli evoluzionisti, secondo i quali Milano cambia sempre e si sta trasformando di nuovo, in modo spontaneo, fuori dall’immenso vuoto romano, e senza bisogno della razionalità cartesiana che tanto piace a Torino. Stefano Cingolani. Il Foglio.

Henry Truman è un uomo pieno di spirito. A un tale che gli domandava se fosse contento della sua carriera politica, Truman rispondeva: «Perché non dovrei essere contento? Ho iniziato la carriera politica vendendo camicie e l’ho chiusa comprandone». Curzio Malaparte, Battibecchi. Shakespeare and Company, 1956.

Per me l’amicizia è il sentimento più nobile che ci sia, ben più dell’amore. Di amici veri ne hai uno o due al massimo. Il mio era Mauro Saviola, un imprenditore che riciclava gli scarti del legno per impedire che venissero tagliati i boschi. L’ho ricordato comprando un rovere alto 30 metri, nella Valle dei Mocheni. È uno degli 80 alberi monumentali del Trentino. Il proprietario voleva segarlo per farne legna. Ci ho messo una targhetta d’ottone con il nome di Mauro. Ogni tanto vado a trovarlo. Guido Vigna, giornalista (Stefano Lorenzetto), Il Giornale.

C’è chi mi ama e c’è chi mi odia. L’altrui ostilità mi fortifica. Mi mette alla prova. Mi stimola. Sono rimasto un bambino. Ancora penso a quel che farò da grande. Ho conservato un senso di onnipotenza infantile, di immaturità e di insoddisfazione che mi spinge ad andare avanti. Achille Bonito Oliva, critico d’arte. (Malcom Pagani). Il Fatto.

Simonetti, dopo il liceo e le Scienze della Comunicazione, apprese alla corte di Umberto Eco a Bologna, si era messo in testa di giocarsi la partita della vita in una rappresentanza italiana all’estero che si occupasse di diritti umani, mutazioni climatiche, lirica e sostenibilità alimentare, possibilmente in paesi di lingua inglese, fare queste cose degnissime girando il mondo, dopo il master, anche per conto dell’Italia, parlare le lingue, frequentare circoli indipendenti, figlie di diplomatici, buoni ristoranti etnici, fare esperienze di vita, invece niente, nonostante l’indubbio talento, sfacchina parecchio a Bellinzona, al chiuso di una società di intermediazione immobiliare, assieme ai figli stronzi della milanodabere, i figli focomelici della romadeiparioli. Franco Maino, Cartongesso. Einaudi, 2014.

Ho alle spalle anche cinque anni di vita militare. Tre da imboscato e due da sbandato per non aderire alla Repubblica di Salò. Luigi Serravalli, scrittore. Alto Adige.

I nostri governanti hanno paura anche di assumere posizioni popolari. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 3/7/2015