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 2015  luglio 03 Venerdì calendario

ZAMPARINI: «MI FIDO DI IACHINI. PALERMO DA EUROPA»

Sirigu; Zaccardo, Barzagli, Gonzalez, Grosso; Simplicio, Corini, Bresciano; Pastore; Cavani, Toni. E in panchina Sorrentino, Balzaretti, Cassani, Bovo, Barone, Miccoli, Vazquez, Dybala. Allenatori Francesco Guidolin- Beppe Iachini. Non bastano una formazione intera e le riserve per raccontare tutti i bei nomi passati da Palermo nei tredici anni di gestione di Maurizio Zamparini, compresi alcuni campioni del mondo di Berlino 2006. Giocatori che si sono affermati con la maglia rosanero e hanno proseguito la loro parabola ascendente altrove. E molti di questi continuano a brillare, vedi il caso di Luca Toni, che a 38 anni a Verona è riuscito ancora a vincere la classifica dei cannonieri in Serie A e che rappresenta forse uno dei più grossi pentimenti dell’imprenditore friulano che se lo lasciò sfuggire nel cuore della sua maturità calcistica. A rileggerla oggi, una formazione buona per ambire alla qualificazione in Champions League. Invece a quella squadra che fra sei giorni avvierà la nuova stagione, il presidente dei rosanero chiede «semplicemente» un «piazzamento» che valga l’Europa League: «Questo – dice il patron Zamparini – è il nostro obiettivo e speriamo di riuscire a raggiungerlo».
Presidente, sembra un traguardo ambizioso considerato che non avrete più il gioiellino Paulo Dybala, non crede?
«Anche senza il nostro attaccante argentino, la squadra non si è affatto indebolita. Anzi io sono convinto che saremo ancora più forti. Avremo una formazione più equilibrata e solida, in grado di interpretare diversi moduli, dal classico 3-5-2, al 3-4-1-2 fino al 4-3-3».
Già la scorsa stagione durante il periodo di maggior splendore del duo Vazquez-Dybala sembrava che l’Europa fosse a portata di mano e poi invece svanì.
«Venivamo dalla Serie B, pagavamo un normale pedaggio, ora abbiamo un anno in più sulle spalle e soprattutto la squadra conosce bene il suo allenatore, sa cosa chiede e cosa si aspetta da ciascuno. Mi fido ciecamente di Iachini, so che ci porterà ancora più in alto e questa è una garanzia per noi».
Quali sono gli altri punti di forza su cui fare affidamento?
«Stiamo cercando di puntellare la squadra un po’ in tutti i reparti, in difesa siamo sicuramente più forti abbiamo già preso Trajkovski, Benali, Cassini, ma ancora il cantiere è aperto: puntiamo su Tonelli per la difesa e qualcuno per il centrocampo (Brugman o Crisetig, ndr ) e per l’attacco (Calleri, ndr ). I nuovi si innestano su un telaio già abbastanza collaudato: dal difensore Gonzalez ai centrocampisti Chochev e Rigoni, fino agli attaccanti Vazquez e Belotti».
Ha dimenticato il fresco campione d’Europa Under 21, Quaison.
«Sono molto contento per lui, è un bravo ragazzo che nella passata stagione ha già fatto vedere numeri interessanti e che ha margini di miglioramento, sono sicuro che qui a Palermo crescerà ancora».
A proposito dell’Europeo giovanile: era questa la finale che immaginava?
«Nient’affatto, l’Italia a mio avviso era più forte di Portogallo e Svezia. Ma abbiamo perso banalmente contro gli svedesi e poi ci hanno buttato fuori. Non do però la colpa di quest’eliminazione al pareggio fra Portogallo e Svezia ma al c.t. azzurro, Di Biagio, che ha messo male i nostri giocatori nella partita contro la Svezia senza riuscire a gestire il vantaggio. Non si può perdere in quel modo. Peccato, avremmo anche potuto vincere noi questo Europeo».
E come ha visto il suo Belotti?
«Bene, il ragazzo sta crescendo e quest’anno senza Dybala potrà finalmente mostrare per intero il suo valore. Mi aspetto da lui un campionato da 15 gol».
Sempre che riesca a trattenerlo a Palermo, il ragazzo è abbastanza corteggiato.
«C’è il Torino che continua a pressare attraverso il giornale della sua città e pretenderebbe di fare anche il prezzo. Ma altro che cinque o sei milioni, io non glielo do neanche a 15 milioni di euro. Belotti non si muove da Palermo».
Il campionato dirà ancora Juve?
«I bianconeri mi sembrano ancora una spanna davanti a tutti. Ma vedo che anche le milanesi stanno rumoreggiando parecchio: soprattutto l’Inter che si è molto rafforzata, il Milan sta facendo un gran casino ma alla fine farà una buona squadra».
Immaginava che il presidente Pulvirenti vuotasse il sacco?
«Beh, meno male che ha confessato, almeno ha avuto uno scatto d’orgoglio e di coraggio. E mi fermo qui».