Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 2/7/2015, 2 luglio 2015
TUTTO VA BEN, MADAMA L’UNITA’
Quando nasce un giornale, è festa per tutti. Quando rinasce, come l’Unità, è festa doppia. Quindi auguri a tutti i colleghi del redivivo organo del Pd, soprattutto se è vero che non riceverà più finanziamenti pubblici. Anche l’ex editore Renato Soru s’era impegnato a rinunciarvi, poi aveva rinunciato alla rinuncia. Il nuovo editore è Massimo Pessina, costruttore e noto globetrotter dei paradisi fiscali, da San Marino alla Svizzera al Liechtenstein. Il che spiega, forse, una certa penuria di cronaca giudiziaria nel nuovo “quotidiano fondato da Antonio Gramsci” e affondato dai Bersani Boys.
Il nuovo direttore Erasmo D’Angelis, già capo della Struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico, non manca di ringraziare l’«editore entusiasta di esserlo»: e ci mancherebbe pure che non lo fosse: con straordinario tempismo, appena s’è saputo che Pessina lo sarebbe diventato, il suo gruppo ha vinto dal governo Renzi e dalla morente giunta Burlando – unico concorrente – l’appalto da 165 milioni per il nuovo ospedale di La Spezia.
Dire che la nuova Unità è il primo monumento equestre a Matteo Renzi e che, al confronto, la Pravda con il Pcus era un filino più sbarazzina, sarebbe riduttivo. La linea editoriale è molto più ambiziosa: Ottimismo Obbligatorio.
Va tutto molto bene, e domani andrà ancora meglio. «Il nostro governo – comunica il direttore – ha fatto tornare il falso in bilancio nel posto che merita»: infatti ha fatto assolvere il sondaggista di B. che era stato condannato persino con il falso in bilancio scritto da B. Il posto che merita è l’assoluzione. E Mafia Capitale? Sparita: ora c’è – titolo cubitale del primo giorno – “#Antimafia Capitale”. E vabbè, mo’ me lo segno. «La prima campagna del nostro giornale: fuori i corrotti e i corruttori».
Per la verità ci avevano già pensato la Procura e i Carabinieri, ma facciamo buon peso. Per l’angolo della satira, oltre a Staino ma molto più divertente, c’è il saluto di Renzi ai compagni (lui non dice così, ci mancherebbe): «Cara Unità, da quando ci hai momentaneamente lasciato un anno fa, l’Italia sta meglio: è tornata a farsi sentire la crescita». Ma non è che ci sia un nesso causale tra la scomparsa dell’Unità e la rinascita-ricrescita dell’Italia.
Il nesso causale, dice Renzi, è che ora c’è Renzi: «Molte crisi aziendali si sono risolte, le riforme vanno avanti a viso aperto (quello della Boschi, ndr) e senza mollare di un solo centimetro». E soprattutto «l’Italia è tornata a farsi sentire nelle organizzazioni internazionali», basti pensare che ora c’è la Mogherini. Il commento del giorno è affidato invece al presidente del partito, Matteo Orfini: «Se a Roma c’è la mafia – e c’è – il Pd deve essere protagonista». E, intendiamoci, ha già fatto molto. Ma ora, con «le sfide del Giubileo e delle Olimpiadi», può fare ancora di più.
Pepatissimo il reportage dell’amico Umberto Ranieri per i 90 anni di Giorgio Napolitano, «impegnato alacremente su vari fronti»: già, perché Egli insospettabilmente «ama profondamente la poesia».
Attesissimo (mai più senza) il “Diario dall’Expo” del ministro de ll’Agricoltura Maurizio Martina, «molto soddisfatto del lavoro straordinario fatto fin qui». Da chi? Da lui. I padiglioni, incompiuti per il 40%, saranno quasi pronti per il 31 ottobre quando verranno smontati. La politica estera è affidata al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, e chi meglio di lui. “Lasciate le rughe al Cavaliere della Mancia”, recita un altro titolone: un accenno a B. che allunga la paghetta alle Olgettine? No, a don Chisciotte. Fine del primo numero.
Ieri il secondo, con una strepitosa inchiesta sulle decine di migliaia di scuole italiane che, come per incanto, non cadono più a pezzi: “Riapre la scuola. Entrano gli operai. Ottomila cantieri per un investimento di 4 miliardi”.
«Da oggi –turibola il direttore, ancora col cuore nella Struttura di missione a Palazzo Chigi – riaprono le scuole per far entrare operai e ingegneri, imbianchini ed elettricisti», senza contare fuochisti, macchinisti, ferrovieri, uomini di fatica e frenatori. L’ex ministro Berlinguer recensisce la riforma della ministra Giannini sulla Buona Scuola: buona.
Diario da Expo del ministro Martina, seconda puntata: come insegnare ai bambini, bolliti fra i padiglioni a 40 gradi all’ombra, a diventare «la generazione Fame Zero». Sete, però, tanta.
Gigantografie della ministra Boschi e della vicesegretaria Serracchiani mentre leggono l’Unità, vagamente perplesse. Forse per la foto-poster della vendemmia fuori stagione, a luglio anziché a settembre.
Ma il pezzo forte è la succulenta inchiesta sugli stabilimenti Fiat-Fca di Cassino che produrranno la nuova Alfa Romeo: “Il sorriso della Giulia, fanno festa gli operai”. «Finalmente si torna a lavorare davvero: comprerò casa», tripudia un fortunatissimo a tutele crescenti. “Giulia”, che sarebbe una macchina, è più affascinante e arrapante di una bella Fca, con il suo «muso aggressivo». Roba da far impallidire il vecchio Illustrato Fiat.
Merito del grande Marchionne, amico del premier, ma anche del Jobs Act che «consolida i suoi effetti». Strano, l’Istat ha appena comunicato che gli occupati sono calati di 63 mila unità da aprile a maggio, ma questa è roba da gufi e alla nuova Unità non la si fa: “Calano i disoccupati ma crescono gli inattivi. Tasso invariato”. Ah, beh, allora.
“Il ministro Poletti: ancora segnali positivi”. Che goduria. In fondo, ecco finalmente un po’ di cronaca giudiziaria, con l’unica vera notizia in due giorni: “Clitennestra, è lei l’assassina”. La donna avrebbe assassinato il marito, un certo Agamennone, con la complicità del l ’amante Egisto, ma si attendono le intercettazioni. Purtroppo pare che il reato sia prescritto.