Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 02 Giovedì calendario

LA NUOVA UNITÀ E QUEL PARAGONE CON PINTOR CHE IRRITA IL MANIFESTO

La nuova Unità già litiga col Manifesto. Ha cominciato il direttore Norma Rangeri con un corsivo dal titolo «Eretico chi?». In bocca al lupo al giornale fondato da Gramsci e via con l’accusa di «travisare la storia con tesi bizzarre». Renzi come Luigi Pintor? L’azzardo è opera del neodirettore de L’Unità, Erasmo D’Angelis (ex Manifesto), che riscontra nella «irruenza» del premier la stessa forza «rivoluzionaria» che animò il suo «maestro di giornalismo e di politica, un eretico dentro al Pci». Rangeri gli rinfresca la memoria: «Pintor in quanto eretico è stato radiato dal Pci. Rottamato».
Era dunque «l’esatto contrario» di Renzi, un «rottamatore che sta mettendo ai margini gli eretici del suo partito». D’Angelis ribadisce la sua fede: «Il premier sta facendo riforme di sinistra mai viste, Rangeri ragiona con schemi Anni 70. Renzi non è un destrone figlio di Berlusconi». Ma Pintor, che c’azzecca? «Hanno portato entrambi una rivoluzione a sinistra. Matteo è un talento, nato per governare». Lecito chiedersi se l’Unità sarà «più realista del re». Tanto più che, attacca Rangeri, «non è con gli antenati altrui che si riconquistano i lettori». E D’Angelis, citando Renzi: «Il derby è tra speranza e antipolitica. O si cambia, o si muore».