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 2015  luglio 02 Giovedì calendario

PERISCOPIO

Perché la sinistra europea non è insorta quando la Merkel ha silurato Berlusconi? Jena. La Stampa.

Grillo, Vendola, Salvini e Brunetta stanno con Tsipras. Tutti bravi a fare la Grexit con le dracme degli altri. Il Rompispread. MF.

I greci vicini al tracollo finanziario. Come tutti quelli che hanno fatto filosofia. Spinoza.it

Pelo nell’uovo. Smettere la ricerca quando la frittata è nel piatto. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori, 1987.

Per fare riforme conta anche il consenso reale. Un esempio: soltanto il 16% degli elettori liguri ha davvero votato Toti, che però risulta vincente con il 34,4% dei voti validi. Questo è un problema politico perché la sua piattaforma programmatica non può contare su una massa critica di sostenitori. Sempre in Liguria, nel 2005, il candidato vincitore Claudio Burlando aveva dietro di sé il 35% degli elettori, un dato in linea con gli altri Paesi europei. Filippo Andreatta, ordinario di scienza politica a Bologna. Il Fatto.

Tra le mani stringe mezzo limone, lo schiaccia sulle labbra e chiede se qualcuno lì intorno abbia una maglietta da regalarle: «Sono piena di gas». Gli occhi sono arrossati e lacrimano. Mara C. è una ragazza di 19 anni. È la soldatessa di una guerra di cui non conosce i motivi. Perché è vero che è arrivata qui in Val di Susa vestita di nero e con il volto coperto, è vero che lancia pietre contro i poliziotti, ma ammette candidamente di non sapere nulla della causa No Tav. È lì a combattere perché glielo hanno detto frettolosamente gli amici black bloc. Una causa vale l’altra. «Io», spiega, «vado dove mi chiamano». Come se la violenza fosse un fine in sé, un modo di sfogare l’aggressività senza una ragione. Marco Bardesono. Corsera.

Il Partito democratico chiuderà i battenti quando questa leadership così personale si schianterà sotto la mole delle sue false promesse. Adesso le gambe che la sorreggono sono tre: quelli della Ditta, la burocrazia di partito, insomma i vetero. Poi i giovani volonterosi e infine i nuovisti senza principi. Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci (Antonello Caporale). Il Fatto.

Ho vinto a Bologna la corsa per Palazzo Accursio per un insieme di fattori. Con Zangheri era finita la razza dei buoni amministratori del Pci. E il mito della Bologna rossa, un po’ alla volta, non ha retto più. Ma l’importante è stato il fatto che eravamo una lista civica vera. E la gente l’ha capito. Dopo di noi, sono arrivate le liste civiche finte, un modo mascherato e ipocrita per nascondere la cattiva fama della politica o di certi politici. Inoltre non eravamo degli sprovveduti. Ma soprattutto abbiamo scelto dei collaboratori di alto livello. Per un sindaco o un ministro è fondamentale. Oggi molti politici non se ne rendono conto. Non hanno una struttura, non capiscono nemmeno quello che fanno. Così diventano prigionieri dei peggiori burocrati e lobbisti. Giorgio Guazzaloca, ex sindaco di Bologna (Angelo Allegri). Il Giornale.

Incontro per caso Maria Bellonci. Sono vent’anni che non ci salutiamo. Mi aveva tolto il saluto nel ’48 quando, in una cronaca da Venezia sul Pen-Club, di cui la Bellonci era presidentessa, scrissi che la chiamavano l’aigle à deux têtes (l’aquila con due teste per via dei suoi dirompenti seni di gomma). Suo marito, Goffredo Bellonci, sfidò a duello il mio direttore Emmanuel che gli rispose. «Non mi rompa i bellonci!». Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli, 2009.

Quando Bertinotti compariva in televisione, cioè sempre, sembrava appena tornato da una battuta di caccia alla volpe. Sprofondato in poltrona, le gambe accavallate che sfoggiavano calze di lana a losanghe, la giacca di velluto a coste larghe sgualcita quel tanto che basta, l’immancabile marsupio per gli occhiali appeso al collo, aveva l’aria di uno che aspettava di farsi servire dal maggiordomo Jeeves un bicchiere di sherry. Anziché raccontarci le sue imprese venatorie in brughiera, ci parlava di stato sociale, che non era lo stato dei conti del suo club, ma il più grande apparato assistenziale del mondo, quello italiano. Nel dissertare di minimi pensionistici, cassa integrazione a zero ore, disoccupati in piazza e ragazzi in cerca di primo impiego, non perdeva mai l’aplomb britannico: erre moscia, sorrisi di cortesia, toni pacati. Insomma, si capiva che di quello che stava dicendo non gli fregava niente. Non era il suo mondo. O, almeno, non lo era più. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.

Non sono un conoscitore dell’Islam e non voglio aggiungere sciocchezze alle numerose che già si dicono a riguardo. Ma c’è una cosa di cui non parliamo abbastanza. Contrariamente a Gesù, il Profeta era un uomo circondato di donne, amava le donne. È qualcosa che dovremmo dire a sua difesa. Il puritanesimo dell’Islam non è presente alle origini. Emmanuel Carrère, autore de Il Regno. Adelphi (Alessandra Coppola). Corsera.

Fare satira dei propri colleghi intellettuali infrange il fair play o l’omertà della corporazione. Non te lo perdonano. Ma una soluzione c’è: non considerarli colleghi e restarsene a stroncare in beata solitudo. Alfonso Berardinelli, critico letterario (Marco Cicala). ilvenerdì.

Sono stato educato ai dialetti. Allo scambio. Alla diversità. Sono cresciuto in un posto in cui la campana della chiesa rintoccava confondendosi con i canti del Muezzin. Un luogo in cui i greci arrivavano d’estate e gli armeni vendevano il pesce per strada. Certe esperienze ti segnano. Ferzan Ozpetek, regista e scrittore (Malcom Pagani). Il Fatto.

All’epoca era molto in voga il couch casting; vale a dire che qualsiasi produttore provava a stenderti sul divano prima di darti la parte. Mi ero appena trasferita a Los Angeles quando ebbi un incontro con il vicepresidente di una multinazionale. Mi invitò nel suo ufficio - Dio, non lo dimenticherò mai! - le foto della moglie e dei figli sparse ovunque, sulla scrivania e sulle pareti. A brutto muso mi chiese: vuoi diventare la mia amante? Io imbarazzata: ma lei è sposato. E lui: infatti, ho detto amante! Rifiutai e l’album fu archiviato. Dee Dee Bridgwater, cantante (Giuseppe Videtti). la Repubblica.

Ora è tutto diverso perché la gente non è né disperata, né contenta, vive così, nel benessere. Nella sazietà. Sebastiano Vassalli, L’oro del mondo. Einaudi, 1987.

In confessionale. «Quante volte fratello?». «Meno di lei». Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 2/7/2015