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 2015  luglio 02 Giovedì calendario

MYKONOS E LO SCONTO DELLA DISCORDIA – 

Tra Tsipras e troika c’è uno “sconto” della discordia, un regime speciale che vale appena 350 milioni di euro di minor gettito all’anno per le casse elleniche. Noccioline di fronte ai 240 miliardi di crediti concessi alla Grecia finora, ma che fanno la differenza per chi vive nelle isole greche tutto l’anno. Si tratta dello sconto del 30%, esistente da decenni senza problemi, su tutte le aliquote dell’Iva garantito alle attività economiche di Cicladi, Dodecaneso e Sporadi – dalle zone turistiche da cartolina come Mykonos e Patmos, fino all’ultima sperduta isola come Kastellorizo, l’isola del film “Mediterraneo” posta a pochi chilometri dalla coste turche - per sostenere l’economia nelle zone più isolate del Paese.
Uno sconto finito nel mirino della troika e diventato un simbolo della estrema generosità e poca affidabilità del sistema fiscale greco. È così? Vediamo. L’Iva oggi in Grecia è dal 13 al 23% mentre se vai in aereo o con il traghetto per esempio a Rodi, Paros, Naxos o Santorini, la stessa aliquota della terraferma è ridotta del 30%. L’occhiuta troika ha chiesto di eliminare questa agevolazione per recuperare gettito e aumentare il surplus primario più in fretta, ma i sindaci delle isole greche si sono subito ribellati ricordando che vivono sul turismo e solo per pochi mesi all’anno.
«Senza agevolazioni di questo tipo si chiude la saracinesca», hanno scritto in una lettera di fuoco indirizzata al Governo i rappresentanti dei comuni del Sud dell’Egeo. Difesa corporativa di privilegi anti-storici? Al ministero delle Finanze di Piazza Syntagma ad Atene spiegano che vivere nelle isole è molto più costoso che vivere nella terraferma, perché i prodotti devono essere trasportati con il traghetto, come pure anche le comunicazioni per andare all’ospedale o alla scuola superiore sono molto più complesse. Durante la stagione invernale i collegamenti diradano e spesso spariscono del tutto all’orizzonte e dopo la crisi economica le cose sono peggiorate.
Una situazione che si è aggravata al punto che alcuni comuni di isole molto decentrate dell’Egeo hanno dovuto trasformarsi in armatori, convincendo ogni cittadino dell’isola ad acquistare una quota della società di navigazione in cooperativa per non restare isolati per mesi in una sorta di limbo lontano dai centri del potere. Il governo centrale di Atene ha concesso questa piccola esenzione sui consumi e servizi per cercare di fronteggiare il forte spopolamento in atto da anni delle isole più povere che non hanno sostegno dalle rimesse del turismo, che non offrono alcun futuro alle giovani generazioni e sono viste – secondo i greci - dai turchi in espansione economica e poco distanti come un “ricco boccone” pronto ad essere inghiottito, magari per cercare di esplorare se nell’Egeo c’è traccia di idrocarburi come trovati in abbondanza nelle acque di Cipro.
Continuare a vedere questa agevolazione fiscale dell’Iva per le isole come una “frode fiscale” da parte dei creditori non ha senso, perché è un punto di vista da turista straniero - si difendono i greci - di chi vede le isole per pochi giorni all’anno nella stagione estiva e nel momento di collegamenti migliori. Ma per il resto dell’anno la musica quotidiana del Melteni, il vento che soffia sulle isole, cambia e parecchio. I vecchi ci resistono bene nelle isole, ma i giovani scappano appena possono in cerca di occasioni di lavoro migliori sulla terraferma o direttamente all’estero. Per tornarci solo d’estate, come turisti.