Varie, 30 giugno 2015
Orologi per Sette - Uscito anche in Italia l’Apple Watch. Dieci modelli per Apple Watch Sport, venti per il Watch con cassa in acciaio inossidabile e otto per Edition in oro rosa o giallo
Orologi per Sette - Uscito anche in Italia l’Apple Watch. Dieci modelli per Apple Watch Sport, venti per il Watch con cassa in acciaio inossidabile e otto per Edition in oro rosa o giallo. I prezzi vanno da 419 euro per lo Sport (che finora è il modello andato per la maggiore nei mercati della prima ondata di lancio, due mesi fa) a 18.400 euro per Edition in oro da 38 millimetri. Il più antico gnomone conosciuto, un’asta dritta che grazie all’ombra proiettata sul terreno permette di determinare l’ora, è del 1500 a.C. ed è egiziano. L’orologio si chiama “montre” in francese, “reloj” in spagnolo, “uhr” (ora) in tedesco, “watch” in Inghilterra. Inoltre in francese “horloge” è l’apparecchio che sta sulla torre o in versione ridotta sul caminetto del salotto, lo stesso che gli inglesi chiamano “clock”, la campana, per via del suono che emette. I primi orologi meccanici compaiono in Europa nel XIII secolo. Sono congegno utilizzati in abbazie e conventi d’Europa: segnalavano con una campanella l’inizio dei momenti di preghiera e di lavoro. Si chiamavano “svegliatori monastici”. Dal Cinquecento l’abitudine, maschile e femminile, di indossare orologi: al dito in forma di anello, al collo, alla cintura. Le famiglie più ricche offrivano orologi ai matrimoni come fossero confetti. Il primo costruttore di orologi da indossare di cui si abbia notizia è il francese Julien Coudray (1504- 1551) attivo alla corte di Luigi XII. Il Ritratto dell’infanta María Teresa eseguito nella seconda metà del Seicento dallo spagnolo Diego Velázquez: due orolog i pendono dalla cintura del voluminoso abito stretto in vita e sostenuto dal verdugale, la gabbia di cerchi concentrici che si amplia dal girovita verso terra. Nel 1656 l’olandese Christiaan Huygens usò un’osservazione di Galileo («Il tempo di oscillazione di un pendolo è costante») per costruire il primo orologio moderno. Collega al fulcro di un pendolo il motore di un orologio a pesi, che così si muove con estrema regolarità. Dopo l’elezione a pontefice, nel 1655, Alessandro VII cominciò a soffrire d’insonnia. Cominciò a sentire l’esigenza di un orologio che non facesse «strepito» e fosse leggibile nella notte, senza doversi alzare ad accendere qualche candela. Fu costruito dai fratelli Pier Tommaso e Giuseppe Campani: un quadrante traforato con le ore e i quarti in trasparenza veniva illuminato posteriormente da una piccola lampada a olio oppure da una candela, rendendo visibili i numeri. Il primo prototipo piacque al papa, che rilasciò ai fratelli un brevetto pontificio. Nel 1782 Abraham-Louis Breguet realizzò per Maria Antonietta di Francia l’orologio perpetuale a ripetizione e calendario. Addirittura dalla prigione dove fu rinchiusa, nell’agosto di dieci anni dopo, la sovrana gli fece richiesta di un orologio, anche se più modesto rispetto ai precedenti. Giuseppina Bonaparte aveva commissionaro a Breguet l’orologio a tatto, dove l’ora si leggeva sfiorando i numeri in rilievo, senza bisogno di estrarre l’orologio dalla tasca. Il primo orologio da polso è stato quello consegnato nel 1812 da Breguet alla regina di Napoli, e sorella di Napoleone, Carolina Murat. Il gioiello era stato commissionato due anni prima e il maestro svizzero aveva definito con precisione tutti i dettagli: forma leggermente ovale, quadrante decentrato, bracciale realizzato in fili d’oro intrecciato a capelli (quasi certamente dei figli della regina). Richiese il lavoro di 17 persone. Complessivamente i Breguet acquistati dalla famiglia di Napoleone tra il 1797 e il 1814 furono circa un centinaio, vale a dire come l’intera produzione del 1798. Napoleone s’era fatto fare un orologio che aveva disegnato sul quadrante l’Europa conquistata e vinta. Dicono che dopo Waterloo, Lord Arthur Wellesley Wellington, che aveva trovato l’orologio, abbia fatto rifare il quadrante secondo la nuova mappa imposta dai vincitori. Napoleone, che in Egitto s’irritò perché nel suo Bréguet era entrata della sabbia, tornato in Francia, restituì l’orologio a chi glielo aveva venduto facendosi dare indietro i soldi. Discrepanza sull’ora precisa in cui venne sparato il primo colpo tra francesi e inglesi nella battaglia di Waterloo, probabilmente dovuta al fatto che quest’ultimi avevano gli orologi regolati sull’osservatorio di Greenwich (un’ora in meno rispetto all’orario dei francesi). Altri clienti di Breguet: lo zar Alessandro I di Russia che gli commissionò una serie di «podometri», ossia dei metronomi destinati a regolare il passo delle truppe militari; il ministro francese Charles Maurice de Talleyrand, il quale apprezzava soprattutto il «paracadute», sistema di protezione che rendeva gli orologi meno fragili agli urti. Gli orologi da polso furono per molto tempo destinati solo alle donne. Il primo pensato per un uomo fu costruito da Cartier nel 1904: lo chiese l’aviatore brasiliano Alberto Santos-Dumont, che aveva l’esigenza di un orologio facilmente leggibile durante il volo, quando gli occorrevano le mani libere. Nel 1790 fu costruito il primo orologio erotico automatico. Sul quadrante un amplesso animato dai meccanismi. Man mano che la carica si esauriva, i movimenti dell’amplesso rallentavano. Bisognava ricaricarlo per restituire il ritmo. «Quando avevo 17 anni era attratta da un ragazzo che piaceva anche a una mia amica. Saputo che aveva con lui un appuntamento alle sette di sera, l’ho coinvolta in un giro alla Rinascente e le ho messo indietro l’orologio di un’ora e mezzo. Poi l’ho lasciata improvvisamente e all’appuntamento ci sono andata io. Alla fine però lui ha sposato lei» (Anna Maria Bernardini de Pace, avvocato). L’orologio con una foto di Padre Pio nel quadrante regalato da un’amica a Milena Gabanelli: «Mi ha detto: "Tu potresti portare anche questa roba!"». Probabile motivo per cui è Ginevra la capitale dell’orologeria mondiale: la riforma religiosa di Calvino avrebbe spinto i ginevrini, da poco repubblicani per via dell’indipendenza dal ducato di Piemonte, ad abbandonare l’oreficeria e a dedicarsi alla precisione dei meccanismi (il lusso era, infatti, peccato). Tutte le domeniche alle 7 e 30 di mattina Claudio Scajola fa il giro degli orologi di casa per sincronizzarli sull’ora esatta: «Ho il mio quadernetto, li carico, li regolo e sposto il pendolo per cercare di arrivare pian piano alla perfezione. Ma è una cosa che non finisce mai, perché essendo metallici risentono della stagionalità. Ma la soddisfazione di sentirli suonare tutti alla stessa ora ti ripaga delle fatiche». Un orologio ideato dal National institute of standards di Boulder (Colorado) è talmente preciso da perdere un secondo ogni 3,7 miliardi di anni: questo perché é un dispositivo ottico basato sulle oscillazioni di atomi di alluminio, che avvengono sulle frequenze della luce e non nello spettro delle microonde. Nel 1929 fu inventato l’orologio al quarzo, nel quale a oscillare non è più il pendolo ma un cristallo di quarzo, e l’errore si abbassò a un secondo ogni trent’anni. Pierre Curie aveva scoperto che i cristalli sotto l’azione di una corrente elettrica entrano in vibrazione (un aspetto dell’effetto piezoelettrico). Nel 1929 l’americano Warren Marrison applicò l’idea a un cristallo di quarzo, rilevando che le sue vibrazioni erano 32.768 al secondo. L’ingegnere svizzero Max Forrer sviluppò la tecnologia che ha portato a orologi al quarzo piccoli ed estremamente economici. I primi furono messi in commercio nell’aprile 1970. Sarkozy ai tempi in cui era presidente in Francia una volta fu visto sfilarsi l’orologio prima di scendere a stringere le mani della folla radunata a Place de la Concorde, temendo che qualcuno glielo rubasse. Si trattava di un Patek Philippe da 55mila euro, dono della moglie Carla Bruni. Da qualche anno l’orologio di Obama è un cronografo JG6500. Disegnato e prodotto a Tustin, California, e assemblato a Hong Kong, dall’azienda Jorg Gray. Costa 210 dollari. Il principe William d’Inghilterra non si separa mai dal suo Omega Seamaster 300M, lo stesso di James Bond nel film Golden Eye. Bergoglio porta un Rado True di qualche anno fa. Usain Bolt possiede il King Power Usain Bolt, cronografo che porta il suo nome creato in 250 esemplari dall’azienda svizzera Hublot. Prezzo: 24mila dollari. Un cronografo Longines appartenuto a Einstein è stato battuto a 596mila euro nel 2008. Nella prima trasvolata atlantica in solitario del 1927, Charles Lindbergh indossava un Longines. L’orologio più amato di Grace di Monaco: il collier Zip di Van Cleef & Arpels, creato negli anni Cinquanta, modulabile, che si può portare a girocollo o come bracciale. James Joyce, solito indossare più orologi allo stesso tempo, ciascuno impostato su un orario diverso.