Alessandra Masu, D, la Repubblica 27/6/2015, 27 giugno 2015
UN GURU PER HILLARY
Si chiama Robert Mook, ma tutti lo chiamano Robby. Ha 35 anni, la faccia pulita, gli occhi chiari e la classica uniforme un po’ anonima da tutti i giorni: pantaloni kaki e camicia con le maniche arrotolate fino al gomito. Mook è l’esperto di comunicazione che Hillary Clinton ha messo a capo della sua seconda campagna presidenziale. Raramente appare sui giornali o in tv, di solito non concede interviste, non ha una pagina Facebook e non usa Twitter: perché l’uomo che affianca Hillary nella corsa alla Casa Bianca – primo gay dichiarato a ricoprire simile ruolo – non solo non cerca la ribalta, ma fa di tutto per evitarla.
Nato e cresciuto nel Vermont da padre professore di fisica e madre manager d’ospedale, Robby si è laureato in Lettere classiche alla Columbia University. Pressoché sconosciuto al di fuori dei circoli politici di Washington, è un enfant prodige delle campagne elettorali, avendo debuttato a 16 anni come telefonista nella raccolta fondi per la campagna Clinton-Gore del ’96. Da allora ha lavorato per numerosi democratici: Howard Dean, John Kerry e Terry McAuliffe, grande amico dei Clinton, eletto nel 2013 governatore della Virginia proprio grazie all’ingaggio di Mook come strategist manager. Si è guadagnato così definitivamente la fiducia di Hillary, per la quale aveva già lavorato nelle primarie del 2008 in Nevada, Ohio e Indiana.
Uno dei rari segreti svelati di Robby è la rete di collaboratori e amici che lavorano con lui fin dalla prima corsa di Hillary nel 2008. Dalle email trapelate e pubblicate emerge il ritratto di un club basato su lealtà reciproca e obbedienza al leader. Chiaramente la fonte delle indiscrezioni, ovvero il “traditore”, puntava a far fuori Robby dalla seconda campagna per le primarie presidenziali della Clinton. E chiaramente ha mancato l’obiettivo. Hillary è in corsa e Robby Mook con lei.