Matteo Pandini, Libero 28/6/2015, 28 giugno 2015
DIMMI IL TUO 730 E TI DIRÒ CHI VOTI
Certa sinistra schifa il capitalismo ma tutta la sinistra adora il capitale. È quanto emerge dal sondaggio Ixé, realizzato in esclusiva per Ballarò: più il conto in banca sale e più si vota il Pd. Viceversa, le classi medio-basse preferiscono Lega e Forza Italia. In particolare, il 42,8% degli elettori del ceto medio-alto tifa dem, che crollano tra i puzzoni che magari vivono nelle periferie, non acquistano Repubblica e osano perfino lamentarsi per i troppi immigrati: solo l’8,5% di loro sceglie gli ex comunisti. Gli azzurri, nonostante il Cavaliere non sia esattamente un clochard, conquistano neanche un benestante su dieci. Ma tra i meno abbienti sfiorano il 30%, e il Carroccio il 23,4%. Tranquilli però. A nessuno dei radical chic andrà di traverso la tartina al caviale per aver perso il voto «dei più deboli» che una volta erano il serbatoio della sinistra. Non sono sfiorati dal dubbio che, chiusi nei loro salotti, potrebbero essersi dimenticati delle periferie, sottovalutando microcriminalità e immigrazione incontrollata. Macché. L’ha spiegato meravigliosamente Michele Serra, e non in questi giorni. Ma già il 2 giugno 2006. Perché il dibattito sui compagni al caviale è antico quasi come la loro spocchia. E la penna di Repubblica se la prendeva con i soliti cafoni che osavano parlare di sinistra ricca. Che non esiste, secondo Serra. Esistono i «ricchi di sinistra». Svolgimento: «È che persone e ambienti che, per censo, non avrebbero alcun interesse a occuparsi di equità sociale e di welfare, e potrebbero godersi in pace i loro privilegi, invece se ne occupano» perché sono galantuomini, mentre nessuno rimprovera i ricchi di destra «che pure, dopo avere inghiottito una tartina di beluga da un ettaro, neanche si sogna di farsi domande su come va il mondo. È un brutto pregiudizio, questo, contro i ricchi: si dà per scontato che siano anche stronzi…». Certamente non è stronzo Gad Lerner, che in un articolo su VanityFair (settembre 2010) confermava di essere benestante e raccontava della sua «vigna di quasi due ettari in Monferrato», ma cosa c’entra - si chiedeva per rispondere a chi gli chiedeva se volesse un campo rom sotto le finestre - cosa c’entra il conto in banca con le sue battaglie? Perché «certo che non voglio» il campo rom, chiosava l’opinionista di Repubblica. Ma rivendicava il diritto a difendere gli immigrati dall’odio delle destre. Che però funzionano più della sinistra tra gli operai e nelle periferie. Sentite un altro benestante come Oliviero Toscani. La Lega? «Chi la vota è imbecille e analfabeta. Sono subumani. È una diarrea». Salvini è «un poverino». Molti italiani sono «dei coglioni, meglio gli immigrati». Ma quando alla Zanzara gli hanno chiesto di prendersi un profugo in casa, ha detto no: «Non voglio nessuno!». E non parlate di soldi e sinistra ad Alba Parietti. Dalla sua lussuosa casa («e che c’entra che sono di sinistra? È un argomento da Santanché!» ha sibilato a Radio 24) ha teorizzato che per integrare gli stranieri dovremmo copiare il modello Ibiza, dove i gitani non avrebbero problemi. Per la Parietti, i voti di Salvini «arrivano dal sottoproletariato e dalla gente ignorante che se la prende con quelli più poveri, gli immigrati. La solita lotta tra poveri». Poi si sorprendono se il Pd si estingue tra gli operai e tra i ceti bassi in generale. Non è che sono ignoranti e razzisti, cari compagni. Più semplicemente, non sono di sinistra perché non se lo possono più permettere.