Simona Poli, la Repubblica 30/6/2015, 30 giugno 2015
«LA MIA NUOVA UNITA’ PER DARE UNA PEDATA A CHI INFANGA IL PD»
Dall’”unità di missione” di Palazzo Chigi contro frane e alluvioni alla missione dell’ Unità , alla seconda rinascita in pochi anni, che oggi torna in edicola. Erasmo D’Angelis è il “signor Wolf” di Matteo Renzi, quello chiamato a coprire ruoli diversi nei momenti difficili. Affiancato dal vice Vladimiro Frulletti, che nell’ Unità ha fatto il suo percorso professionale, D’Angelis prende l’impegno di trasformare il nome della testata fondata da Gramsci per riunire il Pd.
Da dove ripartite?
«Un monumento dell’informazione e della sinistra non può che rilanciarsi in chiave moderna per continuare la sua storia».
Sarete organo del Pd renziano.
«Saremo organo di un Pd che lascia da parte le divisioni e lavora unito per governare. Basta piagnistei, rimbocchiamoci le maniche. C’è un derby in corso tra chi nutre l’Italia di paure e populismi e un’antipolitica che non distingue tra immigrati e topi. Noi mostreremo l’Italia che ce la fa».
Uscite nel giorno più nero della crisi greca, con le Borse a picco.
«Discuteremo di come la sinistra radicale affronti il tema del governo nelle crisi epocali. Le riforme vanno fatte velocemente».
E con mafia capitale come la metterete?
«Giù le mani dal Pd e Antimafia Capitale sono i titoli delle prime campagne del giornale. Daremo non una ma due pedate a chi non merita di far parte di una comunità politica e oscura i risultati di buongoverno».
Insomma sarete un megafono del governo?
«Occhi puntati sul suo ambizioso pacchetto di riforme fino a ieri tabù. Ci penserà anche Staino a dare la linea e si sa che non è tenero con Renzi».
Per vent’anni lei ha lavorato al Manifesto.
«Il mio maestro è stato Luigi Pintor, un grande politico e giornalista considerato un eretico dentro al Pci. Posso dire che mi ricorda qualcuno?».