Agnese Moro, La Stampa 28/6/2015, 28 giugno 2015
L’APP CHE TENDE LA MANO ALLE FAMIGLIE DEI DETENUTI
In questo timido inizio di estate Bambinisenzasbarre – Onlus fondata nel 2002 per la cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, per la tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo e per la sensibilizzazione della rete istituzionale e della società civile – è impegnata a raccogliere entro il 27 luglio (l’intera somma o alla Onlus non verrà assegnato nulla) i 28.000 euro necessari per attivare una app, Telefono giallo, che possa aiutare i familiari dei detenuti, in particolare i bambini, in questa difficile esperienza di vita. Donazioni o promesse di donazione vengono raccolte sul crowdfunding di Telecom, http://withyouwedo.telecomitalia.com/.
La app darà informazioni su indirizzi, orari, regole di ingresso, autorizzazioni, recapiti, pacchi per le persone detenute e tutte le informazioni per riuscire a visitare il parente in carcere. Fornirà un servizio di geolocalizzazione per arrivare alla sede delle visite. Ci sarà un’ampia sezione dedicata alle domande ricorrenti con le relativa risposte; il tasto per la telefonata diretta agli esperti di Bambinisenzasbarre; la possibilità di inviare richieste all’Associazione tramite mail (le risposte entro 24 ore). Sarà utilizzabile su tutti i supporti informativi, smartphone, tablet, pc, consolle di videogiochi. L’app affiancherà sia l’attuale centralino (tel. 02.711998), che risponde da lunedì a venerdì in orari di ufficio, sia il sito www.bambinisenzasbarre.org che già contiene molte informazioni utili oltre ad aggiornamenti sulle attività associative.
A questa impegnativa iniziativa, l’Associazione sta affiancando, per il sesto anno, la Campagna europea d’informazione «Non un mio crimine, ma una mia condanna» con cui Bambinisenzasbarre e la rete Children of Prisoners Europe richiamano l’attenzione di tutti sulla situazione vissuta dagli 800.000 bambini europei (100.000 dei quali italiani) figli di genitori detenuti. Si chiede che tutti i Paesi dell’Unione Europea adottino la «Carta dei figli dei genitori detenuti», voluta dalla associazione stessa e fatta propria dal Ministero della giustizia e dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
La petizione sarà rivolta alla Commissione Europea ed in particolare al presidente Claude Juncker ed ai Commissari competenti in materia di Giustizia e Diritti.
Agnese Moro, La Stampa 28/6/2015