ri.cr., La Gazzetta dello Sport 28/6/2015, 28 giugno 2015
DJOKOVIC: «SE PERDO IO FA PIU’ NOTIZIA» –
Ha scelto il silenzio. E l’allenamento. Niente più tweet a profusione, solo una mezza dozzina di post che lo immortalano sui campi in erba a preparare la difesa del titolo a Wimbledon.
davvero fAVORITO? Novak Djokovic non gioca una partita ufficiale dalla famigerata finale del Roland Garros contro Wawrinka, quando venne respinto di nuovo a un passo dal desiderio più ardente, il successo parigino, l’unico Slam che seguita a mancare alla sua collezione. Quella domenica di dolore continua a portare con sé l’unica domanda che conti davvero: nonostante la straordinaria forza mentale che ne ha accompagnato la carriera, Nole avrà superato lo choc di quella sconfitta inattesa, nell’anno in cui niente e nessuno pareva in grado di fermarlo sul rosso del Bois de Boulogne? Bisognerà aspettare lo snodarsi del torneo più famoso del mondo (debutot non facile contro Kohlschreiber, poi forse Hewitt) per comprendere se i bookmaker, che lo danno comunque favorito, ci avranno preso anche stavolta, ma intanto il conforto per il numero uno del mondo arriva proprio da chi lo ha scottato: «Sono sicuro — dice infatti Wawrinka — che quell’insuccesso lo ha reso ancora più feroce e motivato, che tornerà in campo con il solo obiettivo di riscattarsi, di confermarsi campione».
CHE NUMERI Del resto, prima dello stop parigino, Djokovic stava viaggiando sui livelli del 2011, se non addirittura a una velocità di crociera superiore, considerando il dominio fisico e mentale su tutti gli avversari. Quella con lo svizzero di scorta, al momento, resta la sconfitta numero tre in stagione a fronte di 41 vittorie, un dato impressionante che non può certo essere sminuito da una sconfitta seppur sanguinosa come quella del Roland Garros. Tornando a quel favoloso 2011, Nole potrebbe trarne linfa vitale, perché le cronache di quella stagione ricordano che venne battuto in semifinale da Federer a Parigi e poi conquistò il primo Wimbledon della carriera. In ogni caso, il numero uno del mondo non manca un quarto di finale di uno Slam addirittura dagli Open di Francia 2009, una striscia vincente che nessuno dei Fab Four (Federer, Nadal e Murray) può vantare e che nonostante tutto a volte non gioca a suo favore: «Io penso che la gente tenda a mettere più enfasi sulle sconfitte dove ci sono io». Federer è un altro di quelli pronti a scommettere su di lui: «E’ il campione uscente e gioca benissimo sull’erba, ecco perché è il favorito». Un pronostico cui non si sottrae nemmeno coach Becker, uno che dalle parti di Church Road conoscono bene: «Se l’anno scorso mi avessero detto che dopo sei mesi con lui avremmo vinto Wimbledon, non ci avrei creduto. Quindi, mai sottovalutare il cuore di un campione». Anche se sanguina.