Vincenzo Di Schiavi, La Gazzetta dello Sport 29/6/2015, 29 giugno 2015
GENTILE: «RESTO A MILANO HO DENTRO IL FUOCO DELLA RIVINCITA»
L’ultima immagine di Alessandro Gentile lo ritrae, alla fine di gara-7 di semifinale contro Sassari, seduto sulla panchina del Forum con la testa tra le mani, inumidite da un pianto che sa di amarezza, disperazione e, forse, addio. L’amarezza di certo è rimasta ma il tempo dei saluti è rimandato. Il capitano infatti ha firmato un nuovo contratto che lo legherà a Milano fino al 2018. Ale non scappa, non è nella sua indole, ma rilancia. Ancora Olimpia. Per tornare grandi insieme, rinviando l’avventura nella Nba e chiudendo la porta a un contratto da top player europeo proposto dal Barcellona. Da una spiaggia di Mykonos dove è in vacanza, svela i retroscena di una decisione maturata e ratificata già da una decina di giorni.
Gentile e Milano ancora insieme. Perché?
«Appena conclusa la stagione mi sono isolato dal mondo. Troppa era l’amarezza e la delusione. Poi, dopo qualche giorno, ho incontrato Livio Proli: mi ha detto che sarebbe rientrato nel club e che voleva riportare Milano dove merita di stare, ripartendo da me. Non nego che la sua decisione di tornare abbia influito molto, ma ero ancora un po’ titubante, non del tutto sicuro di rimanere».
Poi cosa è successo?
«Ho parlato col signor Armani: mi ha mostrato una grande vicinanza e affetto sincero. Poi ho ripensato al calore che i tifosi mi hanno fatto sentire dopo gara-7, immenso e impagabile. Non potevo andare via dopo una stagione così deludente e avendo scucito lo scudetto dalla maglia. Dentro ho il fuoco della rivincita: il tricolore va riconquistato, non me ne andrò fino a quando non succederà».
Ha firmato fino al 2018, ma con delle uscite?
«Non lo so e sinceramente non mi interessa. Io, per i prossimi tre anni, sono un giocatore di Milano. Sono felice e convinto al cento per cento di questa scelta. Il signor Armani, Proli e i tifosi: sono rimasto per loro. Peraltro, fuggire dopo un fallimento non è nella mia natura».
Dunque l’Nba e Houston possono aspettare.
«Per la verità la possibilità più concreta era quella di mettermi alla prova in un altro grande club europeo che mi ha fatto un’offerta molto allettante. L’Nba è un sogno che rimane nel cassetto. Prima ho bisogno di confrontarmi e dimostrare qualcosa d’importante in Europa».
Vincere lo scudetto significa spodestare Sassari che ha vinto tutto.
«Complimenti alla Dinamo e a Reggio che hanno acceso i riflettori sul nostro basket. La finale non l’ho vista, ho preferito staccare completamente. Congratulazioni a chi ha vinto tutto e a chi ha dimostrato che con gli italiani si può arrivare a un tiro dallo scudetto».
Milano riparte da Jasmin Repesa che lei conosce bene.
«Sono molto contento di questa scelta. Ma mando un grazie a Luca Banchi che, tra critiche più o meno aspre, ha comunque avuto il merito di riportare il titolo a Milano dopo 18 anni. Repesa è un tecnico di esperienza, che ama lavorare con i giovani, e che è stato fondamentale per la mia carriera. Mi ha plasmato come giocatore».
Gentile dunque ricomincia da Milano. Con quale messaggio?
«L’anno passato ci serva da lezione. Bisogna ripartire con umiltà e i piedi per terra, che è un po’ quello che è mancato la scorsa stagione. E poi serve sostegno reciproco nei momenti di difficoltà che non mancheranno. Appoggiamoci ai nostri tifosi che non tradiscono mai. Insomma, voltiamo pagina e restiamo uniti».