Francesco Velluzzi, La Gazzetta dello Sport 29/6/2015, 29 giugno 2015
AMBROSINI: «INTER PIU’ DEL MILAN MA È LA STRADA GIUSTA»
Milano vicina all’Europa non lo è da parecchio. «E la cosa è triste». Massimo Ambrosini si fa serio. Lascia per un attimo il pacco dei cereali alla splendida Paola. Per un po’ si incaricherà lei di far mangiare i piccoli Angelica e Federico. Lui riprende a parlare di calcio dalla spiaggia più battuta dai suoi ex colleghi, Tahiti, a Es Pujols. Sono tanti qui: Verratti che gioca in canoa, Cerci con i racchettoni, Matri a portata di paparazzi con Federica, Inzaghi palleggia in riva con lo chansonnier Lotti, Brocchi con gli amici del posto, ma Ambro vive in famiglia, un quartetto da pubblicità. E’ attento, guarda, legge. Perché il nuovo lavoro di talent a Sky Sport gli impone l’aggiornamento: «Quando fai una cosa devi farla sempre al meglio, è il mio motto».
Anche Milano sembra stia facendo bene. E’ pronta a risorgere, a rifiorire, non le sembra?
«A giudicare dagli investimenti che Milan e Inter stanno facendo direi di sì. Sono investimenti pesanti, per giocatori importanti. Gli ultimi colpi fanno pensare che Milano possa riprendere a marciare nel modo giusto. E’ troppo triste vedere Milan e Inter così. fuori dai giochi».
Kondogbia è costato all’Inter 40 milioni, Bacca al Milan 30, Bertolacci al Milan 20 come Imbula all’Inter. Sono cifre pesanti....
«Sì. Mi stupisce, Milan e Inter stanno andando oltre ogni aspettativa. Segno che hanno capito che per risorgere vanno fatti certi investimenti».
Chi le piace di più tra i nuovi nomi?
«Kondogbia è quello che più mi incuriosisce, non solo per quanto è costato. Porta l’Inter a essere fisica e muscolare. Voglio vedere dove lo collocherà Mancini. Per me forse rende meglio da mezzala, ma bisognerà vedere come si adatterà alla Serie A. Cosa non semplice. Per quel che riguarda il Milan, sono un estimatore di Bertolacci, è uno che andava preso. Lavorare con Gasperini gli è servito. Ha acquisito una dimensione importante perché con Gasp devi marcare e ripartire. Lui è diventato bravo anche in fase di realizzazione e sa giocare da trequartista».
Chi le sarebbe piaciuto per le milanesi?
«Dybala. Mi ha fatto impazzire subito, alla seconda di campionato. Questo è un giocatore vero e la Juve ha fatto un grande colpo».
A Milano mancano i difensori. Non è un dettaglio.
«L’Inter li ha presi e in questo momento si è portata avanti con Murillo e Miranda. Il Milan deve per forza fare qualcosa».
Chi servirebbe?
«Se la politica è quella di prendere i buoni italiani dico che Astori può essere utile. A me piace, anche se nell’ultimo anno ha commesso qualche ingenuità di troppo».
Da chi si aspetta qualcosa tra quelli che restano al Milan?
«Da Bonaventura che nello scorso campionato è stato il migliore rossonero. Spero si confermi».
E all’Inter?
«Se non lo vendono io vorrei rivedere bene Kovacic. Ha talento, ma gli manca ancora uno step per diventare un top. E’ un po’ discontinuo».
A proposito del tema, il suo ex compagno Montolivo esplode o no?
«Eterno problema. Ricky gioca meglio al centro, ma con la conferma di De Jong, che è forte, dovrà adattarsi a fare la mezzala. Riccardo ha avuto infortuni e nel torneo passato non ha praticamente mai giocato. Ora sta bene, deve riprendere a giocare come al primo anno di Milan».
Dipenderà molto dai tecnici. Mancini e Mihajlovic, due amici sulle panchine di Milano...
«Li conosco poco o nulla, ma mi piacciono e mi intrigano molto. Hanno forte personalità e finora mi sembra che la loro carriera sia stata caratterizzata da una certa indipendenza».
Lei è qui a 50 metri dall’ombrellone di Pippo Inzaghi. La verità: ci ha parlato?
«Le giuro di no, non l’ho ancora fatto. Ci si saluta, si scambia una battuta, ma un discorso vero non l’abbiamo affrontato. Capiterà, stiamo ancora un po’ entrambi a Formentera».
A proposito di grandi milanisti, che effetto le fa vedere ex compagni come Bonera, Pazzini, Aquilani tutti in vacanza senza contratto?
«E’ il tempo che passa. Però, occhio, i tre anni di contratto fatti a De Jong sono una novità per il Milan che ai vecchietti faceva solo un anno».
Resiste soltanto Abbiati...
«Christian ha un ruolo particolare, è portiere, e si è calato perfettamente nella parte. Mihajlovic ha un secondo con cui può star tranquillo».
Ambrosini, com’è la sua nuova vita a Sky Sport?
«Mi è sempre piaciuto guardare le partite (Paola spiega che le tv in casa sono due, n.d.r.) ora faccio questo e cerco di farlo bene. Il nuovo lavoro mi ha insegnato a guardare i calciatori in un altro modo, li ho scoperti molto più umani».
Lei ormai è quasi milanese: è già stato all’Expo?
«Non ancora, ma lo farò presto. Spero non roviniamo tutto con la solita diceria italiana, cominciamo a dire che è una cosa meravigliosa che rilancia Milano».
Solo lo sport piange. Ha visto l’Armani basket, sport che lei ama. Chi le ricorda, Milan o Inter?
«La Juve che perde un campionato, perché era la squadra più forte. Ma Sassari ha tanti meriti e un super allenatore, Sacchetti».