Stefano Ardito, Il Messaggero 28/6/2015, 28 giugno 2015
“DE ORATORE”, 550 ANNI FA IL PRIMO LIBRO STAMPATO IN ITALIA
Una piccola città del Lazio celebra il suo ruolo nella storia della cultura italiana. Lo fa anche a Milano, alla Biblioteca Braidense, in una iniziativa collegata all’Expo. Lo fa grazie a un autore di duemila anni fa come Marco Tullio Cicerone, e a un grande della cultura di oggi come Umberto Eco. Subiaco, ai piedi dei Monti Simbruini, è nota per le abbazie benedettine di Santa Scolastica e del Sacro Speco, per le acque limpide dell’Aniene, per i boschi, le nevi e le rocce dei suoi monti. La cittadina, però, è anche la patria del libro in Italia. La stampa con caratteri mobili, messa a punto da Johannes Gutenberg a Magonza (l’odierna Mainz, in Germania) nel 1455, appare Parigi nel 1470, a Londra nel 1477, a Stoccolma nel 1483 e a Madrid nel 1499. A Subiaco, che anticipa le capitali d’Europa, i primi libri vengono stampati nel 1465.
È una storia che è ancora ricca di misteri. Si sa poco di Conrad Schweinheim (o Sweynheym) e Arnold Pannartz, i due tedeschi che creano la prima tipografia italiana. Non si sapeva, fino a qualche anno fa, quale sia stato il primo libro stampato, e quale la data di pubblicazione. «Per anni si è creduto che il primo libro prodotto a Subiaco fosse una raccolta dei testi dello scrittore latino Lattanzio, che reca a stampa la data del 29 ottobre 1465» spiega Maria Antonietta Orlandi della Biblioteca di Santa Scolastica, un istituto dello Stato italiano ospitato nell’abbazia sublacense. «Invece, su una delle 17 copie stampate da Schweinheim e Pannartz e arrivate fino a noi del De oratore di Cicerone, è stata scoperta un’annotazione a mano con la data del 30 settembre 1465, opera dell’erudito emiliano Antonio Tridentone. Questa nota dimostra che il De oratore è il primo libro italiano. Per questo è al centro delle nostre celebrazioni» prosegue la ricercatrice. Anche la storia di Schweinheim e di Pannartz sta uscendo dall’ombra. Sappiamo che arrivano in Italia nella primavera del 1464, e scelgono Subiaco perché nei monasteri, in quegli anni, vivono molti religiosi tedeschi. Iniziano a lavorare in autunno, aiutati dai monaci di Santa Scolastica e del Sacro Speco, specializzati nel copiare a mano i manoscritti medievali. Sappiamo che smussano le lettere gotiche di Gutenberg creando l’elegante “carattere sublacense”, il “Subiaco type” dei studiosi anglosassoni Martin Davies ed Edwin Hall. Sappiamo che realizzare un libro, in quegli anni, richiede almeno tre mesi. Non sappiamo se i due tedeschi prendano i voti. E’ certo, però, che si tratta di due imprenditori con i fiocchi.
LE STAMPE
«A Subiaco i tedeschi stampano quattro libri, per un totale di 1.125 copie. Nel 1467 si trasferiscono a Roma, e in meno di dieci anni stampano 16.700 copie di 48 titoli diversi» spiega ancora Maria Antonietta Orlandi. «Quello di Pannartz e Schweinheim è un vero e proprio catalogo editoriale, che viene proposto agli istituti religiosi e ai ricchi del tempo. Tra gli autori, oltre a Cicerone e a Lattanzio, c’è Sant’Agostino» aggiunge Sira Lozzi, titolare di una casa editrice di Subiaco e animatrice del comitato “Culla della Stampa”. Per celebrare i 550 anni dei libri di Cicerone e Lattanzio, sono state stampate 275 copie del “De Oratore”, nel formato e con lo stile dell’esemplare conservato nella Biblioteca Angelica di Roma. Le prime quindici, cucite a mano e rivestite con legno di faggio, pelle di capretto e fermagli in ottone sono identiche al libro del 1465. Il “De Oratore”, stampato grazie ai contributi della Banca di Credito Cooperativo di Palestrina e della Regione Lazio, su carta donata dalla cartiera Fedrigoni, è stato presentato all’abbazia di Santa Scolastica, è stato esposto a maggio al Salone del Libro di Torino, e sarà in autunno al centro di un convegno a Subiaco. «Mi auguro che questa opera, che verrà distribuita ai principali centri universitari e culturali d’Europa, possa ricordare il respiro europeo della comunità monastica sublacense del XV secolo» commenta Mauro Meocci, abate dei monasteri di Subiaco. L’evento più importante, però, è quello di oggi, alle 10.30, alla Biblioteca Braidense di Milano, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. A tenere una “lectio magistralis” sulle origini della stampa a Subiaco sarà Umberto Eco. Chissà se Il nome della rosa, diffuso in 30 milioni di copie e in 47 lingue diverse, deve qualcosa alla cultura della biblioteca di Santa Scolastica e all’atmosfera unica delle chiese rupestri del Sacro Speco?