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 2015  giugno 27 Sabato calendario

IL PIANO È ANCORA TUTTO DA DEFINIRE NESSUNO È OBBLIGATO ALL’ACCOGLIENZA

ROMA Non è il risultato sperato. E se il premier Matteo Renzi ha dovuto battere i pugni sul tavolo per ottenerlo, il Piano licenziato giovedì notte dal Consiglio europeo è evidentemente un altro rispetto a quello previsto dall’Agenda sull’immigrazione predisposta dalla Commissione, che già non soddisfaceva del tutto l’Italia. Il principio dell’obbligatorietà per la redistribuzione dei rifugiati in tutti i paesi membri non è passato e la crepa al Trattato di Dublino, secondo il quale richiedenti asilo e rifugiati devono rimanere nel paese di primo approdo, si intravede appena. Soltanto un piano «urgente e straordinario» che prevede la ”relocation” , in due anni, di 40 persone (24mila dall’Italia, 16mila dalla Grecia) negli stati che vorranno aderire. Un documento che non sembra annunciare nuove norme in materia d immigrazione. Le modalità e i tempi di applicazione restano indefiniti, almeno fino al prossimo 9 luglio, quando è previsto il vertice dei ministri degli Affari Interni. Ma per dare l’adesione i paesi membri avranno tempo fino alla fine del mese. Si sa già, invece, che L’Italia accoglierà 2000 profughi, nel piano di ”ricollocamento”, probabilmente dal Libano o dal Marocco.
Il documento si dilunga sulle nuove modalità di intervento per riammissione nei paesi di origine dei cosiddetti migranti economici, ipotizzando la compilazione di una lista di ”Paesi sicuri”, che creerà di certo non pochi problemi dal punto di vista politico.
RELOCATIONIl piano prevede «in due anni la ricollocazione dall’Italia e dalla Grecia negli altri Stati membri di 40mila persone in chiaro bisogno di protezione internazionale in ogni Paese che voglia partecipare». I paesi che aderiranno «predisporranno meccanismi temporanei ed eccezionali e, a tal fine, tutti gli stati membri aderiranno entro la fine di luglio». Gli stati dovranno anche predisporre i cosiddetti ”hotspots”, dove, con il supporto di rappresentanti di Easo, Frontex ed Europol, potranno garantire l’identificazione rapida. «Entro la fine di luglio, la Commissione redigerà una tabella di marcia sugli aspetti legali, finanziari e operativi delle strutture». Il Piano prevede un sostegno finanziario agli Stati di frontiera. E se la Commissione aveva ipotizzato uno stanziamento 60 milioni di euro, adesso non si fa più riferimento a cifre.
RIAMMISSIONIContro l’immigrazione illegale, il Consiglio prevede di intensificare il dialogo con i paesi di origine di quanti arrivano sulle coste europee senza alcun diritto. Così, gli stati membri, insieme alla Commissione, prepareranno un pacchetto per supportare le negoziazioni. L’Ue prevede anche incentivi per l’attuazione degli accordi di riammissione vigenti e la conclusione di nuovi patti, utilizzando anche gli accordi commerciali come un incentivo.
PAESI SICURIEntro luglio la Commissione Ue stilerà una lista di ”paesi sicuri di origine” condivisa da tutti i 28, in modo da accelerare l’esame delle richieste di asilo. In pratica, chi provenisse da quelle zone, non avrebbe diritto allo status di rifugiato. Ma la questione rischia di diventare politica e difficilmente realizzabile, l’inclusione o l’esclusione di uno Stato dall’elenco potrebbe trovare i Paesi ue in disaccordo, in base a patti bilaterali anche di origine commerciale.
FRONTEXNel capitolo ”riammissioni” un ruolo, secondo il consiglio, dovrebbe svolgerlo anche Frontex. Toccherà alla Commissione stabilire, a partire dal prossimo mese, come l’Agenzia europea debba costituire sostegno immediato per un fronte comune per le espulsioni. La Commissione ha annunciato l’intenzione di proporre di modificare il regolamento Frontex per rafforzarne e avviare missioni di rimpatrio.