Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 28/6/2015, 28 giugno 2015
E ALLORA ABOLIAMO PURE LA CORTE DEI CONTI
Alla Consulta sono gente di mondo, si sa. E così, dopo la sorpresa di fine aprile sulle pensioni, giovedì hanno dimostrato di aver recepito il messaggio: è vero, due anni fa avevamo detto che il blocco triennale degli stipendi pubblici doveva essere temporaneo, ma magari nel 2016… Too big to pay, ha scritto qualcuno su Twitter. L’Italia è ufficialmente una Repubblica fondata sul pareggio di bilancio e i corpi dello Stato hanno ormai introiettato il concetto che l’articolo 81 della Costituzione conta più degli altri 138: d’altronde è lì proprio per renderli inapplicabili.
Non fosse chiaro, venerdì ci ha pensato la Corte dei conti – nella sua relazione sui conti pubblici 2014 – a chiarire la cosa: col Fiscal Compact serve “un bilancio pubblico con meno spese e meno entrate” e, poi, ridurre il perimetro dell’intervento pubblico e “delle modalità di prestazione dei servizi alla collettività”. Capito? No? I cittadini dovranno “partecipare di più alla copertura dei costi di alcuni servizi”. Premesso che certe analisi, più che l’uso dei moltiplicatori keynesiani, sembrano presupporre quello del pallottoliere, noi – per rispetto delle istituzioni – diamo ragione alle toghe: si tagli tutto, a partire dalla Corte dei conti. Tanto per leggere cose del genere bastano i report del Fmi e delle banche d’affari, che sono pure gratis.
Marco Palombi, il Fatto Quotidiano 28/6/2015