Alfred Hackensberger, la Repubblica 28/6/2015, 28 giugno 2015
L’ULTIMA ROTTA DEL TERRORE. «JIHADISTI DAI BALCANI CAMUFFATI DA PROFUGHI»
Lorenz Berger ha ancora una brutta cera, dopo una settimana di prigionia nelle mani dei terroristi dell’Is. La sua schiena è dolorante per le bastonate: lo hanno colpito col calcio dei fucili, per via della catenina col crocefisso che porta al collo. Ex soldato, ha viaggiato a lungo in Medio Oriente, dove ha lavorato come agente free lance, se così si può dire, per diversi servizi segreti europei. Ma in quei giorni di prigionia nel Nord della Siria pensava davvero di non farcela. Poi c’è stato il bombardamento degli aerei del dittatore Assad, e il panico è esploso tra i suoi aguzzini. Vedendo che uno di loro era a terra ormai senza vita, si è impossessato della sua arma ed è riuscito così ad aprirsi un varco verso la libertà.
Da allora sono passati dieci giorni. In un albergo nei pressi dell’aeroporto di Istanbul, Lorenz Berger aspetta di incontrare Raduan, un militante Is che gli è in qualche modo amico: vorrebbe sapere da lui chi lo ha venduto a quei siriani. Verso mezzogiorno eccolo arrivare nel salone d’ingresso dell’albergo. Da anni non aveva più visto Raduan, che ora gli spiega il perché: si trovava in Tanzania. Ora però le autorità di quel Paese lo hanno espulso. Il motivo? Raduan lo tiene in mano: è un passaporto bulgaro, col quale voleva partire da Dar es Salam per uno dei Paesi scandinavi, e da lì per la Germania. «Il passaporto era perfettamente autentico», racconta Berger. «Solo che il suo vero proprietario non era più in vita. «E la foto — aggiunge poi con una risatina — somigliava pochissimo a Raduan». Tornato a casa sua, in un pacifico Stato dell’Ue, Berger ha avuto modo di parlare nuovamente con lui attraverso Skype. Nel frattempo Raduan era arrivato in Bulgaria e si trovava in un alloggio clandestino occupato da gente dell’Is, in attesa di un nuovo passaporto. Può darsi che oggi sia già in Germania.
Sembra che a questo punto l’Is stia anche preparando una nuova strategia: numerosi indizi fanno pensare a sistematiche infiltrazioni di combattenti islamisti in Europa. Evidentemente è in atto la formazione di reti, certamente finalizzate alla guerra: l’Is sta estendendo la guerra all’Europa.
Per gli infiltrati clandestini dell’Is la Grecia è evidentemente una delle principali vie d’accesso all’Europa, dove approdano perfettamente mimetizzati tra la folla sterminata dei migranti. I profughi siriani arrivati in Europa sono già 200.000; Ioannis Michaletos, dell’Istituto Greco di Analisi per la Sicurezza e la Difesa, è certo che tra loro si nascondano numerosi membri dell’Is.
Attraverso un raffronto tra queste considerazioni e i risultati di ricerche svolte in Siria e in Turchia, cui vanno aggiunti i dati forniti da alcuni Stati dell’Ue, si possono individuare tre principali itinerari seguiti dagli uomini dell’Is per entrare in Europa. Il primo, dalla Siria alla Grecia attraverso il Bosforo, è quello adottato da migliaia di profughi siriani in cerca di salvezza. Il secondo passa attraverso i caotici mini-Stati dell’ex — Jugoslavia, mentre il terzo, probabilmente il più allarmante, è quello bulgaro. C’è poi un quarto itinerario spesso menzionato, ma probabilmente assai poco utilizzato: secondo le autorità preposta alla sicurezza, uomini dell’Is potrebbero anche essersi nascosti anche tra le decine di migliaia di fuggiaschi che partendo dalla Libia attraversano il Mediterraneo per approdare in Italia; ma finora non vi sono prove certe in proposito.
Una volta ottenuto l’asilo politico, i rifugiati possono muoversi liberamente e lavorare in Germania. Un terrorista può farsi riconoscere quasi automaticamente il diritto all’asilo, purché possieda un passaporto siriano, acquistabile in qualsiasi momento sul mercato nero: un documento d’identità autentico, che costa l’equivalente di 1200 euro. Peraltro l’Is ha anche la possibilità di emettere passaporti in proprio, dato che ormai è al potere in alcuni capoluoghi di provincia, di cui controlla gli uffici anagrafici.
A quanto pare, nascondersi tra i profughi è l’espediente perfetto; e la Grecia è l’itinerario ideale. Ma in verità, il passaggio per la Bulgaria, che certo è il più avventuroso, rappresenta anche il maggior motivo d’allarme per l’Europa. Anche perché i terroristi provenienti da quel Paese si presentano come europei quasi autentici; non sono costretti a passare per i vari centri d’accoglienza e controlli d’identità, e hanno la possibilità di viaggiare facilmente in tutta l’Unione. Secondo Berger, «la mafia bulgara fornisce anche i passaporti all’Is». Per ogni documento di viaggio i criminali bulgari incassano una somma che oscilla tra i 20.000 e i 30.000 euro. Si spiegano così anche gli avventurosi collegamenti con l’Africa. Nel Maghreb come in Tanzania e in Kenia, le organizzazioni criminali collaborano con gli islamisti da quasi due decenni. Sembra che ora anche l’Is si serva di queste reti.
© Die Welt / LENA, Leading European Newspaper Alliance Traduzione di Elisabetta Horvat
Alfred Hackensberger, la Repubblica 28/6/2015