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 2015  giugno 27 Sabato calendario

BERLUSCONI E LA TESTIMONIANZA A BARI UN CASO SULL’ACCOMPAGNAMENTO COATTO

ROMA «Voglio rendermi utile per la pace, in un momento di tensione grave tra la Federazione e l’Occidente». Con questa motivazione, Silvio Berlusconi ieri ha deciso di partire per la Russia, dove incontrerà l’«amico» Vladimir Putin.
Ma ieri era anche il giorno della terza convocazione come testimone al processo contro Gianpaolo Tarantini e altre sei persone, per il presunto giro di escort nelle residenze dell’ex premier. Preso atto della sua assenza, il presidente del Tribunale di Bari ha quindi disposto l’accompagnamento coatto. Saranno i carabinieri a condurre l’ex premier a Bari il 10 luglio prossimo. Decisione che scatena le reazioni di protesta di molti esponenti del centrodestra, oltre che dei legali dell’ex premier.
Saranno giorni caldi, i prossimi, per i rapporti tra Berlusconi e la giustizia. Perché l’8 luglio è attesa la sentenza per il processo di Napoli, dove il leader di Forza Italia è accusato di concorso in corruzione, a causa della presunta compravendita di senatori che avrebbe contribuito alla caduta del governo presieduto da Romano Prodi. I magistrati hanno chiesto la condanna a 5 anni di reclusione, il massimo della pena. Comunque vada, a ottobre scatterà la prescrizione.
Due giorni dopo, Berlusconi dovrà andare a Bari. L’ex premier ha già disertato due volte l’aula, nonostante la sua testimonianza sia ritenuta «rilevante». La vicenda riguarda l’accusa all’imprenditore pugliese Giampaolo Tarantini e altre sei persone di aver organizzato un traffico di prostitute a favore di Berlusconi tra il 2008 e il 2009. Il leader di Forza Italia è imputato in un procedimento parallelo perché accusato, insieme all’ex direttore del quotidiano «L’Avanti!» Valter Lavitola, di aver indotto Tarantini a mentire nell’inchiesta sulle escort. Tarantini disse che Berlusconi non sapeva che le ragazze che lui portava alle feste dell’ex premier fossero pagate.
Gli avvocati difensori hanno già riferito al tribunale che Berlusconi, in quanto indagato in procedimento parallelo, si avvarrà della facoltà di non rispondere, ma i giudici intendono comunque vederlo in aula. La decisione dei magistrati scatena una raffica di dichiarazioni polemiche nel centrodestra contro «l’accanimento giudiziario». Il capogruppo di FI alla Camera Renato Brunetta parla di «ordinanza abnorme»: «È un fatto gravissimo di cui sarà investito il Consiglio superiore della magistratura ed è l’ennesima riprova del continuo accanimento di certa magistratura contro il presidente Berlusconi».
Daniela Santanchè parla di deriva giustizialista: «Dopo la farsa sulla compravendita dei senatori, la magistratura italiana prova a dare un altro colpo a Silvio Berlusconi: la previsione dell’accompagnamento coatto a Bari fa accapponare la pelle. Il presidente di Forza Italia viene trattato come un pericoloso criminale: roba da matti».
Gli avvocati di Berlusconi, Nicolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto, con una nota congiunta, definiscono «surreale» la decisione: «È stata prodotta una lettera autografa attestante l’impegno internazionale a seguito dell’invito con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin nonché una attestazione a firma di un parlamentare, quindi un pubblico ufficiale, l’onorevole Valentini e sulla sussistenza dell’incontro nei giorni 25-26-27-28 giugno. Disporre poi l’accompagnamento coattivo nei confronti di un teste che dichiara di essere disponibile per l’udienza immediatamente successiva appare decisione del tutto contraria alle norme previste dal codice. Una decisione così grave dovrà obbligatoriamente essere segnalata al Csm per i provvedimenti del caso».