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 2015  giugno 27 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL GIORNO DOPO GLI ATTENTATI


TUNISI - Giro di vite del governo tunisino laico contro i centri di predicazione dell’odio religioso all’indomani della strage di turisti nei resort che si affacciano sul golfo di Hammamet. L’annunciato è stato dato dal premier Habib Essid. Saranno dunque chiuse 80 moschee - al di fuori del controllo dello Stato - per incitamento alla violenza dopo il massacro avvenuto a Sousse, sulla costa, dove un uomo armato ha massacrato 39 persone, la maggioranza turisti stranieri: tra costoro, riferisce il ministero, 8 britannici, un belga e un tedesco.
"Tutte le moschee chiuderanno entro una settimana", ha detto Essid parlando ad una conferenza stampa a Tunisi. Il presidente ha poi detto che alcuni di questi centri di predicazione "continuano a diffondere la loro propaganda e il loro veleno per promuovere il terrorismo". Inoltre il governo tunisino, in una riunione straordinaria, ha deciso la creazione di un’unità di comunicazione per illustrare le procedure anti terrorismo prese dopo la riunione del gruppo di coordinamento e monitoraggio della sicurezza.
Attentato Sousse: un forte boato, così inizia la strage
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Proprio sulla nazionalità delle vittime, il premier britannico David Cameron stamani ha detto che il Paese deve prepararsi al fatto che molti dei morti nell’attacco in Tunisia provengono dal Regno Unito. Poi, citato dalla Bbc, Cameron ha aggiunto: "Nel mondo moderno non c’è posto per questi estremisti islamici, li sconfiggeremo. Questi terroristi non riusciranno a imporsi. Per quanto cerchino di dividere le persone in tutto il mondo, riusciranno solo ad unirci con più forza nella nostra determinazione a battere loro e tutto ciò che rappresentano".
Dall’Italia, invece, l’unità di crisi della Farnesina sta continuando il suo lavoro di "verifica" dell’eventuale presenza di italiani tra le persone coinvolte: le ricerche, ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, proseguono "sia nel lugo dell’attentato in Tunisia", sia tramite le "ispezioni di diversi ospedali". Al momento, ha precisato il ministro, "non ci sono feriti italiani". "Il lavoro di identificazione" delle vittime "è condotto dalle autorità tunisine e per ora non abbiamo notizie di vittime italiane. Le verifiche andranno avanti nelle prossime ore".
Negli stessi minuti, intervenendo al ’business forum kazako-italiano’, all’auditorium del padiglione Italia di Expo 2015, il premier Matteo Renzi ha dichiarato:"Alla fine di questo Expo daremo il testimone ad Astana. Sono convinto che sarà un grande evento. Il primo motivo di legame con il Kazakistan non è il business, che è comunque molto importante visto che firmiamo accordi per 600 milioni di dollari, ma la condivisione dell’idea di lotta al terrorismo, pace e ascolto culturale. In questo momento c’è bisogno che tutti paesi europei e asiatici combattano contro il terrorismo e che facciano uno sforzo comune per difendere la pace e i valori di rispetto e tolleranza".
Intanto, i sostenitori dello Stato islamico hanno rivendicato su Twitter la paternità dell’attacco terroristico: la dichiarazione, simile alle altre diffuse precedentemente dall’Is, spiega che "un soldato del Califfato" ha attaccato le "tane della fornicazione, del vizio e dell’apostasia" e questo "malgrado le misure" di sicurezza "rafforzate attorno a queste tane". La maggior parte delle persone uccise, aggiunge, sono per la maggior parte cittadini "di Stati dell’alleanza crociata che combatte lo Stato del Califfato". Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, il cui nome di battaglia sarebbe Abu Yahya al-Kairouani. L’Is aveva già rivendicato l’altro attentato di venerdì contro una moschea a Kuwait City, che ha fatto almeno 25 vittime.
Strage a Sousse, la foto del presunto attentatore: Seifeddine Rezgui
Non si fanno attendere le ripercussioni del colpo che i terroristi hanno voluto infliggere a un settore trainante dell’economia tunisina quale il turismo: il tour operator britannico ’Thomson Holidays’ ha cancellato tutti i viaggi in programma la prossima settimana in Tunisia. Tra i 38 morti e i 36 feriti dell’attentati di ieri, infatti, ci sono molti cittadini britannici che avevano scelto di andare in vacanza nei due resort presi di mira. Il tour operator, riferisce il Daily Telegraph, ha annunciato di aver avviato l’evacuazione dei turisti con dieci aerei e di aver offerto altre destinazioni, tra cui le Canarie e Capo Verde, per coloro che avevano prenotato le vacanze nel Paese nordafricano.
Una strage, quella in Tunisia, avvenuta in un venerdì di Ramadan segnato anche da altri attentati: oltre al Kuwait, attacchi sono stati messi a segno in Francia e Somalia.
L’allarme resta alto in tutta Europa. Secondo la Bild, la Germania potrebbe essere in qualunque momento teatro di un attacco terroristico come quelli che di ieri. Il giornale tedesco cita un’informativa delle autorità tedesche, in cui si legge che il paese è "un obiettivo dichiarato e reale" della violenza jihadista. Intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel ha avuto un colloquio telefonico con Beji Caid Essebsi, durante il quale ha assicurato al presidente tunisino che la Germania rafforzerà la cooperazione bilaterale nella lotta al terrorismo. Lo riferisce il governo tedesco in una nota, spiegando che uno degli obiettivi della collaborazione sarà garantire la sicurezza delle frontiere.
Le unità della protezione civile tunisina hanno intanto ritrovato il telefono cellulare gettato in mare da Seifeddine Rezgui. Testimoni oculari avevano detto ieri che il terrorista aveva fatto una telefonata e poi gettato il suo cellulare in mare prima di dar luogo all’attacco. Le autorità sperano di ricavarne informazioni utili a chiarire gli aspetti dell’accaduto.

DA CORRIERE.IT
Al momento si conosce la nazionalità solo di dieci delle 39 vittime: otto britannici, un belga e un tedesco.
Intanto Isis ha rivendicato su internet l’attentato contro i turisti a Sousse. «Un soldato del califfato» - viene affermato nella rivendicazione - ha attaccato le «tane della fornicazione, del vizio e dell’apostasia» e questo «malgrado le misure» di sicurezza «rafforzate attorno a queste tane». La maggior parte delle persone uccise appartengono a «Stati dell’alleanza crociata che combatte lo Stato del califfato». Pubblicata anche una fotografia del presunto attentatore, Seifeddine Rezgui, che si è dato il nome di battaglia Abu Yahya al-Kairouani. L’organizzazione terroristica islamica sunnita aveva già rivendicato l’attentato contro una moschea sciita a Kuwait City che ha fatto 27 vittime.
Contrariamente a quanto emerso subito dopo l’attacco, l’autore della strage era noto ai servizi segreti tunisini perché frequentava estremisti salafiti. Rezgui, 23 anni, apparteneva al gruppo universitario della Gioventù islamica. È quanto rivelano gli organi d’informazione tunisini che hanno ricostruito il profilo dell’attentatore. Secondo Kapitalis, lo studente frequentava un master in ingegneria informatica. Rezgui, nato a Gaafour, nel governorato di Siliana, era stato segnalato in alcune moschee salafite gestite da estremisti islamici, ma la sua fedina penale era pulita e non aveva partecipato a campi di addestramento in Libia.