Andrea Di Biase, MilanoFinanza 27/6/2015, 27 giugno 2015
IL BISCIONE FA CASSA
Se il 2014 sarà ricordato in casa Fininvest come l’anno del ritorno all’utile, il 2015 potrebbe rappresentare l’anno della svolta per la holding che fa capo a Silvio Berlusconi e ai suoi cinque figli. Nonostante la debolezza che nell’ultimo anno ha caratterizzato il mercato pubblicitario e dell’editoria, dove Fininvest opera attraverso le controllate Mediaset e Mondadori, la società presieduta da Marina Berlusconi e guidata dall’ad Pasquale Cannatelli è riuscita ad archiviare il 2014 con un utile netto consolidato di 9,9 milioni, dal rosso di 428,4 milioni del 2013.
E ora, grazie agli importanti investimenti (1,8 miliardi, tra cui i diritti tv del calcio) effettuati nello scorso esercizio nel settore televisivo, alle opzioni strategiche sul tavolo (l’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori) e alla liquidità incassata dalla holding grazie al collocamento a inizio anno del 7% di Mediaset (370 milioni), Fininvest può guardare al 2015 con un certo ottimismo.
Nonostante l’incognita legata al destino del 20% di Mediolanum, che la Banca d’Italia ha imposto alla holding di cedere a seguito della condanna di Berlusconi nel processo per i diritti Mediaset (su cui però è pendente il ricorso al Consiglio di Stato dei legali dell’ex presidente del Consiglio), il lavoro fatto nel 2014 per sistemare i conti della holding, colpiti dal maxi-risarcimento versato alla Cir di Carlo De Benedetti a seguito della sentenza sul Lodo Mondadori, sta dando i suoi frutti.
Se a livello consolidato il gruppo Fininvest ha visto l’indebitamento scendere da 1,53 miliardi a poco più di 1 miliardo, a livello civilistico la holding, pur avendo distribuito lo scorso autunno riserve agli azionisti per 81,5 milioni, poteva contare già al 31 dicembre 2014 su una posizione finanziaria netta positiva per circa 160 milioni. Risorse che resteranno in cassa, visto che a fronte dell’utile civilistico di 52,1 milioni fatto segnare dalla capogruppo nel bilancio 2014, la famiglia Berlusconi ha rinunciato ad incassare il dividendo. Non solo, alla cassa disponibile a fine dicembre si sono aggiunte nel frattempo le cedole staccate da Mediaset e Mediolanum e i 370 milioni incassati grazie al collocamento del pacchetto di azioni del gruppo televisivo, di cui 60 milioni sono stati però versati in primavera nelle casse del Milan per garantire la continuità aziendale del club rossonero dopo la perdita record di 90 milioni. Ma proprio dal fronte calcistico, che finora è stato il vero punto dolente del bilancio Fininvest, potrebbero arrivare a breve le note più dolci. Se infatti l’accordo preliminare sottoscritto lo scorso 5 giugno con il finanziere thailandese, Bee Taechaubol, dovesse concretizzarsi e la holding dovesse procedere alla cessione del 48% del club per 480 milioni (la cifra non è ufficiale, ma non è mai stata smentita), la società presieduta da Marina Berlusconi potrebbe iscrivere nel prossimo bilancio una plusvalenza di almeno 290 milioni. Il 99,9% del Milan era infatti iscritto nel bilancio 2013 di Fininvest a un valore di carico di 361 milioni. Quindi, con la cessione del 48%, Fininvest da un lato farebbe cassa per 480 milioni, e dall’altro potrà iscrivere a bilancio una consistente plusvalenza che finirà nella riga dell’utile. Anche se gli accordi presi con Mr Bee dovrebbero prevedere che di questa liquidità Fininvest ne reimpieghi una parte (si parla di una dotazione iniziale di 150 milioni, ma non è escluso che ci siamo impegni anche relativi agli esercizi successivi) nello stesso club. Rafforzata così la struttura finanziaria-patrimoniale della holding, il gruppo può guardare con maggiore tranquillità alle sfide che lo attendono nei prossimi mesi. Se il rilancio di Mondadori passerà dal core business dell’editoria (in questo senso l’operazione con Rcs Libri potrebbe essere fondamentale), Mediaset giocherà la sua partita in un mercato pubblicitario dove c’è ancora poca visibilità e nella sfida a Sky nel mercato della pay-tv facendo leva sull’esclusiva triennale per la Champions League.
Andrea Di Biase, MilanoFinanza 27/6/2015