Claudia Cervini e Maria Elena Zanini, MilanoFinanza 27/6/2015, 27 giugno 2015
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Nel 2014 dal mondo delle imprese sono arrivati timidi segnali di un nuovo interesse per la borsa che si è tradotto in un aumento delle richieste di ammissione al listino. I prospetti di collocamento sono più che raddoppiati rispetto al 2013, passando da 4 a 10. Ma solo metà delle aziende pronte a sbarcare in borsa è poi effettivamente arrivata a Piazza Affari, mentre le altre hanno preferito desistere o rimandare, a causa delle avverse condizioni del mercato.
Come dimostrano i casi di Rottapharm e Sisal che hanno deciso di rinunciare alla quotazione nel giro di pochi giorni e i casi di Fedrigoni, ItaliaOnline e Intercos che hanno congelato la procedura.
Invece il 2015 potrebbe rivelarsi un anno record per i debutti a Piazza Affari, anche se molti dei nuovi ingressi in borsa dipenderanno dalla volatilità dei mercati, come già avvenuto nel 2014. Quest’anno il ballo delle debuttanti è stato aperto da Banzai, creatura di Paolo Ainio (che ha fondato anche Virgilio) la quale ha debuttato a Piazza Affari il 16 febbraio. La società, prima piattaforma nazionale di e-commerce e tra i principali editori digitali in Italia, è la 68esima società quotata sullo Star e in fase di collocamento ha raccolto 54 milioni, per una capitalizzazione di 274 milioni. Obiettivo: raccogliere fondi per lo sviluppo. Dopo Banzai è sto il turno di Ovs, società controllata dal gruppo Coin, arrivata a Piazza Affari il 2 marzo con un prezzo di 4,1 euro per azione per un valore di mercato di 931 milioni e una raccolta di 414 milioni. A infoltire la presenza del comparto alimentare (rappresentato in Borsa per il momento da 11 società, per una capitalizzazione complessiva di 9,6 miliardi) è arrivato a giugno Massimo Zanetti Beverage Group che ha debuttato a un prezzo di 11,60 euro dopo aver raccolto circa 128 milioni con un’offerta pubblica di sottoscrizione e vendita. Il gruppo trevigiano potrebbe fare da traino al settore, convincendo ad andare in borsa realtà come Granarolo o Mutti, il cui amministratore delegato Francesco Mutti si è detto disponibile alla quotazione nel caso avesse bisogno di liquidità per eventuali investimenti o acquisizioni. L’ultima arrivata è Inwit, la newco proprietaria delle infrastrutture di trasmissione di Telecom Italia e controllata da quest’ultima, che ha debuttato, col botto, lunedì 22 giugno, chiudendo la prima seduta in rialzo dell’11,5% a 4,07 euro (contro un collocamento di 3,65), a conferma di un business redditizio che fa gola agli investitori.
Intanto si preparano anche l’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna (vedi box) e Banca Sistema, che è pronta a mettere sul mercato il 48,47% del capitale a un prezzo compreso tra i 3,50 e i 4,35 euro, e la cui offerta si chiuderà il 29 giugno. Lunedì poi è cominciato il collocamento riservato agli istituzionali anche di Domus Italia (vedi box). Grande attesa per la doppia ipo di Ferrari a New York e Milano: i documenti per il collocamento dei titoli del Cavallino, stando alle parole dell’ad del gruppo Fca Sergio Marchionne, dovrebbero essere presentati alle autorità statunitensi entro un paio di settimane, per poi arrivare sul mercato nella seconda metà di ottobre. Sempre in autunno dovrebbe sbarcare sullo Star anche Ibl Banca, leader nel settore dei finanziamenti tramite cessione del quinto dello stipendio. L’ipo, mercati permettendo, sarà strutturata come un’operazione mista: da una parte un aumento di capitale da 50-100 milioni, dall’altra la cessione di azioni già esistenti con un flottante del 35%.
Previsto l’arrivo in borsa anche di Openjobmetis, società di lavoro interinale, e di Sorgente Res Siiq che ha già presentato i documenti a Borsa Italiana e alla Consob con l’intenzione di quotarsi nella prima metà di luglio. Scalda i muscoli (è il caso di dirlo) per l’ipo entro fine anno anche Technogym. La società punterebbe a una valutazione corrispondente a 10 volte l’ebitda (era 64,8 milioni nel 2014), cioè poco meno di 700 milioni. Ma l’attesa è tutta per le due società pubbliche, Poste Italiane e Ferrovie delle Stato, che rientrano nei piani di privatizzazione del Tesoro. L’ad di Poste Italiane, Francesco Caio (si veda anche articolo a pag. 19), è stato chiaro sui tempi: «L’ipo è assolutamente confermata per quest’anno. Il deposito del prospetto in Consob è ipotizzabile per fine luglio o inizio agosto, secondo la tabella di marcia cui stiamo lavorando insieme all’azionista, il ministero dell’Economia». Più incertezze ci sono invece su Fs. L’obiettivo dell’ad, Michele Mario Elia, sarebbe effettivamente quello di avviare l’iter tra fine 2015 e l’inizio del 2016, per concretizzare l’arrivo sul listino più o meno all’inizio dell’estate.
Ma non è solo il mercato principale a essere in fermento. Sull’Aim Italia ci sono in agenda circa 30 quotazioni entro fine anno, il che porterebbe vicino a 90 il numero di aziende in listino. Quali i possibili candidati? Passeggiando nella sede di Ambromobiliare, nell’ex Circolo della Stampa in Palazzo Serbelloni a Milano, si può ammirare un’imponente superbike elettrica marchio Energica (valore circa 35 mila euro), prodotta dal gruppo modenese Crp. Cosa fa una moto simile nei pressi della sede di Ambromobiliare? Potrebbe essere lì anche per attirare l’attenzione di qualche advisor, nomad o global coordinator anche se l’ipotesi non ha ancora trovato conferme ufficiali. Un debutto certo e molto atteso è invece quello della Sicaf 4Aim, società di investimento il cui l’obiettivo principale è sostenere l’ingresso sul mercato di piccole e medie società. «Per la seconda parte dell’anno, oltre a 4Aim Sicaf (in attesa dell’autorizzazione di Banca d’Italia e Consob, prevista nei prossimi giorni), vedo movimenti interessanti nell’alimentare e, sulla scia dell’operazione Masi (vedere box a pagina 5), per quello di alta qualità», spiega Giovanni Natali amministratore delegato di Ambromobiliare. Il food però non è l’unico comparto attraente per gli investitori. Si osserva un buon fermento anche nelle start up innovative, sul modello Bio On, orientate però all’automotive ecologico-elettrico e al medicale», afferma Natali. Ne è un esempio il debutto di venerdì 26 di Bomi, società attiva nel settore della logistica biomedicale e della gestione di prodotti ad alta tecnologia per la tutela della salute. Anche la Spac GreenItaly 1 si avvia a chiudere la prima operazione. Il cda della prima special purpose acquisition company specializzata nella green economy (e ammessa alle negoziazioni su Aim) ha approvato l’aggregazione tra GreenItaly1 e Prima Vera, società attiva nel settore dell’efficienza energetica e nelle soluzioni integrate di energy management per strutture complesse. «La scelta di investire in un’azienda dell’efficienza energetica, settore di cui l’Italia è leader tecnologico a livello europeo, è dettata dalle grandi potenzialità che questo mercato evidenzia, legate a fattori come l’ottimizzazione della spesa industriale per il fabbisogno energetico o il raggiungimento dei target ambientali», spiega Anna Lambiase, fondatore e ad di VedoGreen, promotore della Spac GreenItaly1. Secondo l’Osservatorio VedoGreen, che segue i trend del settore sul mercato dei capitali a livello nazionale e internazionale, questo comparto sta trainando l’interesse degli investitori attratti dai buoni ritorni e dalla sostenibilità degli investimenti dedicati. «Sulla scia dei risultati e delle strutture delle ipo su Aim dell’ultimo anno e mezzo, l’Aim non è più da ritenersi il mercato per le piccole società, ma è stato promosso dagli investitori italiani ed esteri come un vero mercato borsistico dalla una liquidità crescente e protagonisti di standing sempre più elevato», conclude Natali.
Claudia Cervini e Maria Elena Zanini, MilanoFinanza 27/6/2015