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 2015  giugno 27 Sabato calendario

L’attacco globale del terrorismo • Un piccolo accordo europeo per il piano immigrazione • L’Italia avvia la procedura di arbitrato internazionale per risolvere la questione dei marò • Il governo firma il decreto che sospende De Luca Francia La giornata di ieri sarà ricordata per gli attentati terroristici che si sono susseguiti in varie parti del mondo

L’attacco globale del terrorismo • Un piccolo accordo europeo per il piano immigrazione • L’Italia avvia la procedura di arbitrato internazionale per risolvere la questione dei marò • Il governo firma il decreto che sospende De Luca Francia La giornata di ieri sarà ricordata per gli attentati terroristici che si sono susseguiti in varie parti del mondo. Il primo è avvenuto in Francia. Un certo Yassin Salhi, 35 anni, sposato, padre di tre figli, schedato dalla polizia dal 2006 al 2008 per vicinanza con l’islamismo radicale, è uscito dalla sua casa di Saint Priest, periferia di Lione, alle 7, per andare a lavorare presso l’azienda di trasporti e consegne “ACT Transport” di Chassieu, dove era stato assunto a marzo. Ha preso il furgone che usa abitualmente, sul quale è salito anche il suo datore di lavoro, Hervé Cornara, 54 anni, e si è diretto verso Saint-Quentin-Fallavier. È probabile che il terrorista abbia ucciso Cornara prima di arrivare alla destinazione, lo stabilimento chimico della società americana “Air Products”, disciplinato da particolari misure di sicurezza, in una desolata zona industriale a mezz’ora d’auto dal centro di Lione. Alle 9 e 28 il furgone condotto arriva all’ingresso della “Air Products”, gli viene aperto «come è naturale», precisa il procuratore: Salhi è conosciuto, gli capita spesso di trasportare materiale in quell’azienda. Il furgone avanza lungo il muro, e dalle 9.28 alle 9.35 sparisce dall’occhio delle videocamere. In questo lasso di tempo Salhi avrebbe raggiunto l’estremità dello stabilimento, all’opposto dell’entrata, attaccato la testa della vittima al cancello, una catena intorno al collo, e posto ai lati due bandiere nere con iscrizioni bianche in arabo che sono la Chahada, la professione di fede islamica. Alle 9.35 nelle videocamere si vede il furgone accelerare verso le bombole di acetone e gas stoccate in uno dei due hangar della “Air Products”. Alle 9.36 l’esplosione, e il parziale fallimento della missione terroristica (solo due feriti legermente). Yassin Salhi sperava di fare saltare in aria tutto lo stabilimento. Viene dato l’allarme, alle 9.41 arrivano i pompieri, due dei quali fermano l’attenttore mentre cerca di aprire delle bombole di acetone. Arrestato, insieme alla moglie, alla sorella e a un’amica. Tunisia L’attentato più grave è avvenuto in Tunisia, sulla spiaggia di Sousse, nella costa orientale. In tarda mattinata sulla spiaggia dell’hotel Riu Imperial Marhaba è arrivato un uomo in maglietta e calzoni neri al ginocchio, con un ombrellone sottobraccio dentro il quale nascondeva un kalashnikov. Secondo altri testimoni il terrorista è sbarcato da un gommone, altri ancora assicurano che sia passato dal retro dell’albergo, eludendo i controlli di sicurezza. Ha iniziato a sparare a raffica, scegliendo le sue vittime: solo i turisti. Ha potuto agire per circa mezz’ora, mentre i bagnanti superstiti cercavano riparo nell’albergo. Ha ammazzato 37 persone e fatto 36 feriti, di cui alcuni molto gravi, ma il bilancio non è ancora definitivo. Tra le vittime ci sono 5 tunisini, un belga, cinque tedeschi, quattro britannici e tre francesi. Ma si parla anche di morti tra cittadini cechi e polacchi. Prima di allontanarsi, l’attentatore ha fatto un giro al primo piano dell’albergo, negli uffici della direzione, e nella palestra, alla ricerca di clienti nascosti, ma senza colpire il personale. Poi ha preso la strada, per andarsene. Allora è stato inseguito dai servizi di sicurezza e ucciso: si trattava di uni studente senza precedenti e sconosciuto alla polizia antiterrorismo. Un altro uomo fermato nei paraggi, e ritenuto suo complice, è stato arrestato e ha rischiato il linciaggio, ma poche ore dopo è risultato estraneo alla carneficina. Kuwait Un terzo attentato è avvenuto nella moschea sciita Imam Sadiq di Kuwait City. Un uomo di circa venti anni è entrato di mattina nel tempio mentre si stava svolgendo la preghiera del venerdì. C’erano circa duemila fedeli. Lì dentro si è fatto esplodere, facendo crollare anche parte del soffitto. Si contano almeno 25 vittime e oltre 200 feriti. È il primo attacco del genere in Kuwait, 2,5 milioni di abitanti. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo Najid, milizia affiliata allo Stato islamico che prende il nome da una provincia dell’Arabia Saudita. Anche dal territorio del Kuwait partono i raid aerei occidentali e arabi contro le postazioni del Califfato in Iraq e Siria. Un Paese dove vivono più stranieri (il 60%) che locali, finora più preoccupato dei livelli di diabete (è 9° nella classifica mondiale) e di obesità (quarto) che della divisione tra sunniti (il 70% della popolazione) e sciiti. Somalia Infine, fa meno notizia di tutti ma è l’attentato dove ci sono stati più morti: in Somalia un terrorista a bordo di un’autobomba ha dato il via all’assalto dei miliziani di al-Shebaab a una base dell’Unione Africana presidiata da soldati del Burundi, 100 km a nordovest di Mogadiscio. Testimoni parlano di 30 (forse 50) morti, alcuni decapitati. Migranti Nella notte tra giovedì e venerdì durante il vertice dei capi di Stato e di governo della Ue è stato raggiunto un accordo sul Piano immigrazione della Commissione europea. Elimina per gli Stati membri l’obbligatorietà, prevista dal piano Junker, alla ripartizione dei 40mila migranti richiedenti protezione internazionale approdati sulle coste di Italia e Grecia. E spariscono anche i criteri individuati per la ripartizione, che saranno sostituiti da nuovi criteri concordati con i singoli Stati. Il premier Matteo Renzi, anche se insoddisfatto, riconosce almeno che «per la prima volta si supera la logica del Regolamento di Dublino». Nelle conclusioni si legge che «parteciperanno tutti gli Stati membri», fatta salva la situazione specifica di Regno Unito, Irlanda e Danimarca che in base ai trattati non sono tenuti a collaborare su questo tema. Londra ha già detto che non parteciperà. Mentre fonti Ue spiegano che Ungheria e Bulgaria avranno un trattamento particolare (probabilmente saranno esonerate) perché già sottoposte alla pressione dei flussi migratori che seguono la rotta dei Balcani. Marò Sul caso dei marò Girone e Latorre, l’Italia ha preso atto della non cooperazione indiana nel caso e ha avviato la procedura di arbitrato internazionale unilaterale. Ha cioè ritirato la proposta di accordo che aveva avanzato quasi un anno fa a Delhi e ha avviato il ricorso a un giudice terzo affinché decida dove si deve tenere il processo. Campania Il governo ieri sera ha firmato il decreto che sospende Vincenzo De Luca dalla carica di governatore della Campania. L’attenzione ora si sposta a lunedì quando De Luca, di fronte al nuovo consiglio regionale della Campania, è intenzionato a presentare la sua squadra, comprensiva del vicepresidente, Fulvio Bonavitacola. Contestualmente ci sarà la sua sospensione. A quel punto dovrebbe presentare ricorso allo stesso tribunale civile che giovedì ha accolto la richiesta del sindaco di Napoli De Magistris, lasciandolo in carica fino alla pronuncia della Corte Costituzionale che arriverà il 23 ottobre.