Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/6/2015, 25 giugno 2015
UN CAMPIONISSIMO DI 10 ANNI
Berlino
I tedeschi sono campioni del mondo di calcio, forse fra qualche giorno vinceranno anche il titolo con la squadra femminile. Per tornare ai vertici, la Ferrari si affida al tedesco Vettel, come appena ieri a Schumacher. La tedesca Angela Merkel è, secondo la rivista Forbes, la donna più potente al mondo, la signora che domina l’Europa.
I tedeschi sono i primi della classe nella Ue, e hanno stabilito il record mondiale per l’export. Sono sempre i meglio, come dicono a Roma. E diventano inevitabilmente antipatici come tutti i primi della classe. Nel prossimo futuro probabilmente un tedesco diventerà campione mondiale di scacchi. Non conoscono limiti?
Oggi Vincent Keymer ha appena dieci anni, ma sembra inarrestabile. È campione di Germania per la classe U12, e già il migliore d’Europa. Al mondo, per il momento, è solo il numero due, preceduto da un uzbeco più anziano di un paio di settimane. In base alle classifiche scacchistiche ha già 2.338 punti e, per fare un confronto, il campione mondiale il norvegese Magnus Carlsen ne ha 2.876, e il campione tedesco Bernd Vökler è pochi punti avanti, con 2.352. A 13 o 14 anni, Vincent sarà grande maestro internazionale, prevedono gli esperti e potrebbe diventare il campione del mondo più giovane di tutti i tempi. Carlsen conquistò il titolo nel 2013 ad appena 22 anni, di pochi mesi più giovane di Garry Kasparov che conquistò la corona nel 1985.
Carlsen battè l’indiano Anand, 43 anni, che a settembre ha affrontato Vincent e lo ha sconfitto, ma il bambino decenne si è battuto come un leone e ha messo il maestro in difficoltà. Nel mio quartiere di Charlottenburg a Berlino ci sono molti negozi vuoti a causa dei grandi complessi commerciali. Chi vuole, li affitta per pochi euro, e in uno si è installata una scuola di scacchi per bambini: possono giocare a calcio o a tennis o andare in piscina, ogni quartiere ha impianti sportivi. Oppure imparare i segreti della scacchiera.
Ma Vincent è nato e vive a Saulheim, paesino di settemila abitanti a una quindicina di chilometri da Magonza, tra le vigne, e c’è solo un campo di calcio. «Non è stato il gioco degli scacchi a scovare lui, ma Vincent a cercare noi», ammette il campione Vöckler, che cura il settore giovanile. E si è dovuto imporre anche sulla madre che gli diceva quando aveva cinque anni «sei troppo giovane per la scacchiera». La madre Heike suona il violoncello nell’orchestra di Stato a Magonza, il padre Christof insegna pianoforte ad Hannover. Dopo aver imparato le prime mosse, in tre mesi Vincent battè i genitori. E li convinse. Il bambino suona il pianoforte, due volte alla settimana va alla scuola di calcetto, dipinge e va bene a scuola nonostante gli impegni scacchistici, che un paio di volte all’anno lo obbligano a trasferte internazionali.
Diciamo, che è un talento naturale. Forse un genio. E poteva nascere ovunque. Ha avuto la fortuna di venire al mondo in Germania, dove ai ragazzini stanno attenti, e li curano, senza preoccuparsi se poi un giorno giocheranno con la nazionale di calcio, e diventeranno campione del mondo dando scacco matto agli avversari. Ora la federazione gli mette a disposizione gli sparring partner scelti in modo graduale per favorirne la crescita, e arrivano gli sponsor per assicurare alla famiglia i mezzi necessari per affrontare i viaggi. Niente di straordinario. Ma cosa avverrebbe se Vincent si chiamasse Vincenzino e fosse nato a Bagheria, a quindici chilometri da Palermo?
Roberto Giardina, ItaliaOggi 25/6/2015