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 2015  giugno 25 Giovedì calendario

IL TORINO FA IL PIENO DI UTILI E CASSA

Urbano Cairo è un imprenditore che non ama avere debiti e dover trattare con le banche. Per garantirsi la liquidità necessaria a gestire le aziende punta al taglio dei costi e a massimizzare le risorse. I conti del suo gruppo editoriale-pubblicitario, che si muove in un mercato in crisi dal 2008, lo dimostrano: cassa di 157 milioni, posizione finanziaria netta di 133,5 milioni.
Il risanamento lampo di La7, che prima del suo arrivo perdeva oltre 100 milioni all’anno e ora viaggia a break even, è un altro esempio. A completare il quadro mancava solo il Torino Calcio, da 10 anni finito nel suo portafoglio per un investimento complessivo di 60 milioni. Ma ora anche questo traguardo è stato centrato perché il club granata dal 2014 è solido, patrimonialmente più forte e produce utili significativi, anche se prodotti essenzialmente dalle plusvalenze del calciomercato, in particolare quelle legate alle vendite di Cerci (guadagno netto di 11,6 milioni) e Immobile (13,83 milioni). I conti della squadra che ha chiuso lo scorso campionato al nono posto si sono chiusi con un giro d’affari di 92,5 milioni (+44,1% rispetto al 2013), un mol di 40,55 milioni (+103%) e un utile netto di 10,5 milioni che si confronta con profitti per 1 milione dell’esercizio precedente. Ma il dato che più interessa a Cairo è quello della posizione finanziaria netta: lievitata da 1 a 11,22 milioni. A fronte di un patrimonio di 12,4 milioni. «La pfn è quell’indice che ti dice se un’azienda è sana, sta andando bene o no», commenta il patron del Torino. «Le società con debiti sono problematiche, soprattutto nel mondo del calcio». In definitiva, per l’imprenditore piemontese, azionista al 4,62% di Rcs Mediagroup, quello che comanda nella gestione societaria è la cassa. E ora pure il sodalizio granata può stare tranquillo. Certo che quest’anno per il Torino c’è da mettere in conto un calo sensibile del giro d’affari: mancheranno i 5,7 milioni di proventi arrivati nel 2014 dalla partecipazione all’Europa League e pure i diritti tv che le pay tv Sky e Mediaset Premium riconosceranno al club granata saranno inferiori ai 38,34 milioni garantiti lo scorso esercizio. Il motivo è il peggior posizionamento in classifica (dal settimo al nono posto) con la conseguente mancata qualificazione alla competizione continentale. Questi ricavi potrebbero quindi attestarsi sui 33-34 milioni come nel 2013. Ma per Cairo non è un problema. «La società sportiva ha cassa, buoni giocatori in rosa, costi sotto controllo e anche se ci saranno meno introiti sarà un’annata gestibile». E fermo restando che anche il Torino come gli altri asset in portafoglio deve essere gestito come una normale azienda il club potrà provare a fare cassa cedendo uno o due giocatori tra Darmian, valutato tra 15 e 20 milioni, Glik che non se ne andrà da Torino per non meno di 10-12 milioni, Bruno Peres (10-15 milioni) e Maksimovic (7-8 milioni).
Andrea Montanari, MilanoFinanza 25/6/2015