M. Val., Il Sole 24 Ore 25/6/2015, 25 giugno 2015
LA CIA VALORIZZA I SEGRETI
La Cia non è sempre stata all’altezza della sua missione di spionaggio in questi anni, ma non si può dire che non abbia il senso del business. Il suo acume ha un nome, Palantir, mutuato da quello delle pietre veggenti citate ne Il Signore degli Anelli dello scrittore britannico J.R.R. Tolkien . La società di cyber-sicurezza e big data, sostenuta ai suoi albori dai servizi segreti e oggi forte di clienti che vanno dalla Sec alle grandi banche, ha ormai raggiunto una valutazione di 20 miliardi di dollari, più che raddoppiata in un anno.
Omaggio del suo ultimo giro di finanziamenti, appena concluso, da 500 milioni. È diventata, cioè, la terza startup di sempre per valore, più dei 16 miliardi di Snapchat seppur lontana dai 50 miliardi adocchiati da Uber. La Cia aveva concesso i finanziamenti iniziali a Palantir - nata undici anni fa su iniziativa del suo amministratore delegato Alex Karp per fornire intelligence e analisi al Governo come a un’azienda quale Paypal danneggiata dalla mafia russa - attraverso il suo braccio di venture capital, In-Q-Tel, che a quanto si sa resta tra i soci. Anzi, forse tuttora tenuta a quella segretezza che è l’altro business della Cia, che al momento non intende diventare un’azienda quotata al pubblico, nonostante i 20 miliardi di valutazione. (M. Val.)