Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  giugno 25 Giovedì calendario

VAROUFAKIS NON FIRMA (PENSANDO AL FUTURO)

I temibili memorandum, gli accordi sottoscritti in questi cinque anni dal governo greco con i creditori internazionali, portavano tre firme: premier, ministro delle Finanze e governatore della Banca centrale. Stavolta potrebbe non esserci quella di Yanis Varoufakis. Il ministro superstar già estromesso dall’ultima fase dei negoziati non rivendicherà la paternità di una trattativa che ormai è condotta direttamente dal capo del governo Alexis Tsipras attraverso i suoi fedelissimi. Presa di distanza dalle concessioni fatte dall’esecutivo alle istituzioni, che hanno riacceso lo scontro interno alla sinistra radicale di Syriza. Segno dell’isolamento sempre più evidente del responsabile delle Finanze nella squadra di Tsipras. Splendido isolamento, però. Il ministro che non retrocede dalle sue personali linee rosse è guardato a vista all’estero ma in patria resta sulla cresta dell’onda. Difficile immaginarlo alla testa di un drappello di irriducibili, di sicuro è più a suo agio nelle aule universitarie che nei corridoi bruxellesi. Eppure ad Atene c’è chi lo considera tutt’altro che bruciato politicamente. Pur non appartenendo alle gerarchie del partito (è stato eletto con Syriza da indipendente) e non essendo un politico di professione, Varoufakis ha accumulato un capitale di popolarità che potrebbe garantirgli un ruolo di primo piano nei tempi duri che ancora aspettano i greci, e il governo.