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 2015  giugno 24 Mercoledì calendario

I COLPI PERFETTI DI PETRA: «SPARAVO COSI’ BENE DA FAR PAURA A TUTTI»

Petra Zublasing, tiratrice italiana, è la trionfatrice dei giochi europei di Baku. Due ori e tanti applausi per una prestazione, nella carabina a tre posizioni, definita «al limite dell’umano».
Come sta?
«Bene, ma starò ancora meglio alla fine di questa stagione, dopo gli Europei di Maribor. Sono stanchissima e ho tanta voglia di dormire».
Le sono piaciuti i Giochi?
«Sì. Per un atleta vivere in un villaggio olimpico è sempre qualcosa di speciale. Poi io magari sono poco oggettiva, visto come è andata».
Il sospetto, in effetti, c’è.
«Però c’era pure un sacco di ansia. C’era molta aspettativa intorno e la domandina, “e se va male?”, nella testa riesce sempre a entrare, per quanto uno si sforzi di restare al di sopra di tutto. Poi, per fortuna appena ho cominciato a sparare sono riuscita a lasciarmi tutta l’ansia alle spalle, a sparare senza la paura».
Due ori, un grande risultato. Ma a quanto pare il primo è stato incredibile.
«Sì, un punto e mezzo più alto del record del mondo».
Il suo fidanzato e collega, Niccolò Campriani, si è detto «spaventato».
«Addirittura? L’anno scorso avevo fatto il record del mondo. E tutti dissero che sarebbero passati decenni prima che qualcuno lo avrebbe battuto. Poi me l’hanno fatto fuori in due, nel giro di un paio di mesi. Ora ho fatto questo record. Quanto durerà? Chi lo sa? E chi sa se poi è davvero tanto importante».
Bella domanda.
«Per me è importante che in finale ho sparato bene. Ma proprio bene bene bene. Soprattutto gli ultimi colpi. Quelli in piedi, quando sei stanco, emozionato, e ti muovi di più, e sai pure che stai facendo il record così sei ancora più emozionato e hai ancora più pressione».
E come ha fatto?
«Mi sentivo bene e cercavo di godermi il modo in cui mi sentivo. Mi hanno detto che facevo paura. Ero talmente concentrata che si vedeva anche da fuori. Così dicono loro. Poi io non lo so se è vero, perché mi vedo solo da dentro».
Poi c’è stata la gara di coppia,
con Niccolò. Un altro oro.
«Una specialità nuova, interessante, molto carina per uno sport fatto di solitudini. Penso che filosoficamente assomigli alla staffetta».
Adesso, le Olimpiadi da favorita. Preoccupata?
«Macché, questa è una fissazione di Niccolò è lui che pensa questa cosa, ed è preoccupato. Fino a metà anno c’era una croata che andava molto meglio di me. Ora sto andando meglio io. Ma nel ranking lei è avanti. Secondo me siamo alla pari».
Insomma, è preoccupata?
«No. Assolutamente. Manca ancora un sacco di tempo alle Olimpiadi. Questo problema me lo porrò a ridosso dell’evento, quando non si parlerà d’altro e anche le vecchine del paese verranno a chiedermi se vinco una medaglia. Ma per allora dovrei essere in America, al sicuro in un centro di preparazione olimpica, dove Niccolò preparò Londra 2012. Un posto che mi piace moltissimo perché ci sono anche gli atleti paralimpici. Noi facciamo da ispirazione a loro e loro a noi. Uno scambio molto bello. Certe esperienze ti permettono di mettere un sacco di cose al loro posto, anche la pressione».