Paolo Siepi, ItaliaOggi 24/6/2015, 24 giugno 2015
PERISCOPIO
Ignazio Marino insiste. Non mi dimetto e resterò fino al 2023. Ora, capisco che ce l’abbia con Renzi, ma i cittadini di Roma che c’entrano? Il rompi-spread. MF.
Dall’inizio della crisi, in Grecia si contano 10 mila suicidi. Ma Bruxelles ne aveva chiesti di più. Edelman. Il Fatto.
Dalle foto diffuse in rete sembrerebbe che l’enciclica ecologista sia stata stampata su carta: possibile? Enrico Cavallini. il Foglio.
All’ultima puntata, da Firenze, dello show di Michele Santoro ci sono stati momenti epici: Monica Guerritore canta Quelle come me, poesia di Alda Merini, Sabrina Ferilli legge un testo contro i politici corrotti («Quando Michele mi ha chiesto di portare qualcosa di rosso ho portato me»), Alba Parietti parla del papà partigiano («Mi chiamo Alba perché Alba è stata la prima città liberata dal nazifascismo»). Oh, ma queste tricoteuses del rosso di sera, a parte qualche peccatuccio di gioventù, avessero mai sposato un contadino, un operaio, un cassintegrato! Aldo Grasso. Corsera.
Non credo che andremo a votare prima del 2018. Non è che il governo resista. È il parlamento che non vuole essere sciolto. Claudio Scajola, ex ministro, Pdl. Il Fatto.
La paura di perdere le anime dei votanti ha spinto i governi a concedere ai corpi più di quanto la ricchezza del paese consentisse. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli, 1992.
C’è un partito che a ogni elezione si gonfia: il non partito del non voto. I numeri dell’astensionismo elettorale ormai surclassano la Dc dei tempi d’oro, pur senza ottenerne in cambio seggi e ministeri. Difatti alle Politiche del 2013 gli astenuti erano già il primo partito, con 11 milioni di tessere fantasma. Alle Europee del 2014 l’affluenza si è fermata al 58%, in calo di 8 punti rispetto alle consultazioni precedenti. Alle Regionali del 2015 un altro salto all’indietro: 54%, ma sotto la metà degli elettori in Toscana e nelle Marche. Infine i ballottaggi delle Comunali, con il sorpasso degli astenuti (53%) sui votanti. Michele Ainis, costituzionalista. Corsera.
Un cugino che sa le lingue mi ha detto che Lady Pesc, Federica Mogherini, è considerata all’estero un fulgido esempio del genio italiano: quando la sera, dopo una giornata di lavoro, all’Onu, si raccontano la storia dell’esercito che bombarda dei gommoni a caso sulle coste libiche, non riescono a smettere di ridere. il Fatto.
Socialismi: Gebriel, presidente dei socialisti tedeschi (Spd): «Non devono essere i tedeschi a pagare per gli errori del governo comunista greco». Guido Alberto Piccinini. il Foglio.
Milano è davvero all’altezza delle sue ambizioni? Giovanni Azzone, rettore del Politecnico, è uno scienziato-ottimista: «In Milano ci sono almeno tre città in una. La città, chiamiamola, modello Salone del mobile, quella che vuole attrarre persone e business, che vuole parlare col mondo e ce la fa. È la città che ha scommesso su Expo. Poi c’è la città «di via Paolo Sarpi» (Chinatown, per i non residenti, ndr) quella davvero ormai multietnica, che è anche tessuto di un’economia globale, che è contenta». Purtroppo però c’è anche la terza città, quella che ha paura del diverso: «Quella che vede solo la confusione, le note negative, la corruzione. Una Milano in frenata». Maurizio Crippa. il Foglio.
Estremi sono certamente i progetti di Norman Foster perché ogni volta essi ambiscono a superare i limiti imposti dall’ingegneria. Ma estrema è anche la sua concezione di green architecture, «una questione di sopravvivenza del pianeta e al tempo stesso una necessità estetica». Le due cose coincidono. «Gli aeroporti, per esempio. Sono luoghi che hanno un impatto ecologico devastante. Io cerco di progettarli in modo che possano ottimizzare tutte le loro risorse, la luce, il calore, il raffreddamento dell’aria. Tutto deve funzionare per ridurre al minimo l’impiego di energia e moltiplicare le funzioni». Norman Foster, architetto (Cloe Piccoli). la Repubblica.
I pittori comunisti romani avrebbero voluto conciliare l’inconciliabile, avvicinarsi dal punto di vista espressivo agli artisti parigini che tanto li avevano colpiti, liberarsi dal figurativo, tentare la grande avventura dell’arte di avanguardia, senza peraltro troncare i rapporti di amicizia con Guttuso. Ma Guttuso era uomo che, nei suoi rapporti umani, mescolava tutto: politica, arte, amicizia e non si poteva essere, dunque, contro l’arte realistica che il partito comunista appoggiava e di cui Guttuso si faceva paladino, e allo stesso tempo restargli amico. Ugo Pirro, Osteria dei pittori. Sellerio. 1994.
Mario Soldati ci venne incontro, a Roma, in via Condotti: «Povere piccoline, cosa fate in giro da sole?», «Siamo due orfanelle affamate», «Venite a casa mia». Ci fece salire. Tirò fuori la pasta ed esplorò il frigorifero. Non c’era niente. Neanche un pomodoro. Mangiammo spaghetti al whisky. Buonissimi. Mario, un grande artista, era innamorato pazzo di Alida Valli. Una volta si nascose in un tappeto mentre Valli e Dino Risi ascoltavano un disco di Sinatra. Lo tradì la tosse: «Non so come sono finito qui dentro». Paolo Poli, attore, 86 anni (Malcom Pagani). Il Fatto.
Le signore dei salotti sono diventate molto aggressive. Una volta che raccontai la vecchia storiella di quello che fanno i mariti italiani «dopo» (il 5% si girano e si addormentano, l’85% tornano a casa), una signora mi corresse: l’85% non torna a casa, per il semplice fatto che non sono usciti, che si sono addormentati all’ultimo ta-ta-ta-tan del Carosello. Luca Goldoni, È gradito l’abito scuro. Mondadori, 1972.
Vedo i coetanei dei miei figli: per molti, Renzi è ganzo perché twitta. Guai ad approfondire. Ma se twitta, gli piace. Lella Costa, attrice. la Repubblica.
Ecco perché, come studente, voto Forza Italia. So che, dicendo questo, in un tema per la maturità (istituto alberghiero di Albenga) voi professori comunistissimi valuterete appena appena sufficiente. Però a me non interessa, finito la maturità vado a fare il cameriere a Tucson (Arizona) per cui non devo venire con voi alle manifestazioni contro il governo contro la riforma sulla scuola. Per me è giusto avere un preside sceriffo, anche perché la mia fidanzata è preside di liceo e a questo punto mi tocca lasciarla per conflitto di interessi. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.
Io i favori li faccio solo a chi me li ha fatti o a chi me li farà. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 24/6/2015