Varie, 23 giugno 2015
Dinosauri per Sette – In un solo fine settimana di programmazione in tutto il mondo, il film Jurassic World ha guadagnato 511 milioni e 800mila dollari
Dinosauri per Sette – In un solo fine settimana di programmazione in tutto il mondo, il film Jurassic World ha guadagnato 511 milioni e 800mila dollari. Questo appena uscito è il quarto appuntamento cinematografico ispirato al romanzo Jurassic Park di Michael Crichton (la prima pellicola, 1993, era stata diretta da Spielberg). Trama del film Jurassic World. A Isla Nublar il parco popolato da dinosauri è ormai aperto. Il mondo si è abituato all’esistenza dell’isola in cui vivono le bestie preistoriche. Per risvegliare l’attezione e attrarre nuovi visitatori, gli scienziati miscelano i Dna di diverse specie di dinosauro e creano l’Indominus rex, animale misterioso e intelligente che riesce presto a sfuggire al controllo dell’uomo. Secondo uno studio condotto da più università, siamo entrati nella sesta estinzione di massa sulla Terra, che riguarderà anche l’uomo. Dal 1990 a oggi sono andate perse per sempre 400 specie di vertebrati: gli scienziati hanno calcolato che prima dell’Antropocene (l’era geologica caratterizzate dalle trasformazioni imposte dagli esseri umani) ci sarebbero voluti diecimila anni. Oggi il ritmo di estinzione è 114 più veloce del tasso naturale. Tra gli animali a rischio ci sono il 90% dei lemuri, le giraffe e, in Italia, la foca monaca e la salamandra. Ma anche un decimo delle specie europee di api: insetti fondamentali per l’alimentazione umana. La causa, ovviamente, è l’uomo che sta modificando gli equilibri naturali. La parola “dinosauro” deriva dal greco δεινός, terribile e σαῦρος, lucertola. Usata per la prima volta nel 1842 da Richard Owen, biologo e paleontologo britannico. I primi dinosauri apparvero circa 240 milioni di anni fa. Fino al Giurassico ci sono solo tracce di animali abbastanza piccoli, serpenti, lucertole e coccodrilli di taglie medie. Poi il passaggio si fa rapido: in 50mila anni cambia tutto e i dinosauri diventano enormi. Per indicare l’era dei dinosauri, i geologi usano il termine Mesozoico. Il terzo periodo del Mesozoico è il Cretaceo, che viene dopo il Triassico e il Giurassico. La fine del Cretaceo corrisponde a 65 milioni di anni fa. In quel periodo accadde qualcosa che interruppe l’evoluzione producendo l’estinzione di un gran numero di vegetali e animali, compresi i dinosauri. Sono 173 le ipotesi che spiegano la scomparsa dei dinosauri dalla faccia della Terra. La più verosimile, quella della caduta di un esteroide nello Yucatan. Forse 65 milioni di anni fa un asteroide o una cometa, del diametro di una decina di chilometri, entrò nell’atmosfera terrestre a una velocità di 30 chilometri al secondo e colpì il pianeta nella zona che adesso corrisponde alle pianure costiere dello Yucatan, in Messico. L’impatto fu equivalente all’esplosione di 100 milioni di megatoni di tritolo (una bomba all’idrogeno ha potenza pari a un megatone di tritolo). L’urto dell’asteroide provocò la vaporizzazione istantanea di almeno 200mila chilometri cubi di crosta terrestre. Agli effetti immediati (incendi, crolli, maremoti eccetera) dell’impatto seguì il buio: per mesi la Terra restò schermata da una enorme nuvola di polvere densa. Dopo che la polvere si fu depositata al suolo, vapore acqueo e anidride carbonica liberati nell’atmosfera causarono un effetto serra che innalzò la temperatura a livelli insopportabili. Poi vennero le piogge acide: l’azoto contenuto nell’aria per effetto del calore si liberò e si ricompose fino a formare acido nitrico che piovendo dal cielo uccise piante e animali e dissolse le rocce. Il primo ad avanzare l’ipotesi che a provocare l’estinzione dei dinosauri fosse stata una meteora fu Immanuel Velikovskij, eminente studioso di letteratura classica nella Russia zarista. Il suo libro fu recensito anche da Albert Einstein che disse: «Non tanto male... l’unico problema è che si tratta di una follia». Darwin riteneva che i dinosauri si fossero estinti per selezione naturale. Durante la loro evoluzione i dinosauri avevano incontrato una razza più adattabile all’ambiente e più capace di sopravvivere. Era stata la loro inadeguatezza a portarli all’estinzione. Secondo il paleontologo americano Dele Russel, se i dinosauri non si fossero estinti, uno di loro, il Trodon (un bipede simile a un uccello dotato di un cervello molto sviluppato e di arti superiori prensili) avrebbe potuto evolversi in qualcosa di molto simile a un essere umano. Il suo aspetto: occhi grandi, privi di pupille (come i rettili), privo di peli, mani artigliate. I dinosauri si dividono in due ordini: Saurischi (tra cui il tirannosauro) e gli Ornitishi. Non è dato per certo che i dinosauri avessero sangue freddo. Alcuni dicono che lo avessero caldo, come i mammiferi. Altri sostengono che certi dinosauri erano così grandi che, se fossero stati a sangue caldo, si sarebbero cotti internamente. Altri ancora hanno suggerito che invece potrebbero essere stati “omeotermici”, cioè erano in grado di mantenere una temperatura quasi costante. Il primo ritrovamento di fossili di dinosauro, nel 1677, vicino Oxford, dove si tirò fuori dal terreno un enorme femore. La gente credeva che fosse di un elefante portato dagli antichi Romani. La caccia ai fossili di dinosauro inizia in America dopo il 1850. Prima nessuno sapeva cosa fossero e certe grosse vertebre pietrificate, scoperte in un sobborgo di Filadelfia, finirono nelle case come fermaporte. Quando i musei cominciarono a farne richiesta e a pagarli bene, siiniziò la ricerca di fossili. Il Tirannosauro, lungo 15 metri e pesante 10 tonnellate, andava a circa 30 chilometri orari (lo dice John R. Hutchinson, un esperto di biomeccanica dell’Università di Stanford che ha laborato un modello matematico in base a rapporto tra peso e massa muscolare). Tra 14 e 18 anni di età il T Rex cresceva di circa due chili e mezzo al giorno. Moriva intorno a 28 anni. Il brontosauro, vissuto nel Giurassico, poteva essere lungo più di venti metri e pesare circa quaranta tonnellate. La miniera di dinosauri è Liaoning, nella Cina nordorientale. Tra i resti emersi da lì: i dinosari piumati, il Troodontide (chiamato “Drago addormentato” perché è stato ritrovato con la testa ripiegata sotto l’arto anteriore, come fanno gli uccelli quando dormono), e i resti di un mammifero che si nutriva di piccoli dinosauri. Forse il dinosauro più grande è l’Argentinosaurus: lungo 35 metri, pesava 70 tonnellate. Era vegetariano e poteva crescere di almeno 2 tonnellate l’anno. Deponeva fino a 24 chili di uova alla volta, mangiava circa una tonnellata di cibo al giorno. Le più grandi uova di dinosauro, trovate in Mongolia nel 1990, misurano circa 45 centimetri di circonferenza e 60 centimetri di lunghezza. Lo pteranodonte, rettile alato preistorico che con le ali aperte poteva raggiungere le dimensioni di un elefante, stupiva le femmine alzando la cresta che aveva sulla sommità del capo, urlando e danzando nell’aria per farsi notare. I pelicosauri, dinosauri dotati di un’enorme vela dorsale, venivano scelti dalle loro compagne per la forma, grandezza, colore e imponenza della loro schiena. Lo hanno scoperto gli studiosi dell’università della Western Australia e degli atenei britannici di Hull e Portsmouth. Sinosauropterix: dinosauro piumato, a strisce bianche e arancioni, in forma di lucertola alata lunga circa un metro. Scoperto in Cina nei primi anni Novanta. Nei pressi di Trieste fu trovato “Antonio”, un Tethyshadros insularis grande all’incirca come una pecora. Nel 1980 a Pietraroja (Benevento) fu la volta di “Ciro”, un cucciolo di Scipionyx samniticus, morto poche settimane dopo essere uscito dal nido. Nel 1996 a Saltrio (Varese) tornò alla luce un grande dinosauro carnivoro, lungo circa 8 metri. Di specie sconosciuta, è stato chiamato Saltriosauro. «I dinosauri non si sono estinti da soli» (slogan della convention Big Bang, organizzata da Matteo Renzi a Firenze nel 2011).