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 2015  giugno 23 Martedì calendario

IL NEMICO NUMERO UNO ADESSO È IL CARBONE

Oltre a parlare male di Putin e ad augurarsi che qualcun altro risolva subito i problemi della Grecia, al recente summit in Baviera i paesi del G7 hanno firmato un solenne accordo in cui giurano di mettere al bando in tutto il mondo ogni fonte d’energia basata sugli idrocarburi fossili (gas, petrolio, carbone) entro la fine del ventunesimo secolo. Le probabilità che ciò succeda davvero parrebbero prossime allo zero, ma è stata palesata l’alta coscienza ecologica dei principali leaders dell’Occidente e comunque mancano 85 anni. Ad ogni modo, Angela Merkel ha detto ai giornalisti che: «Ci siamo impegnati sul fatto che nel corso del secolo vogliamo vedere la decarbonizzazione dell’economia mondiale». Possiamo stare tranquilli.
È facile essere sarcastici, ma qualche successo nei confronti del bistrattato carbone (una fonte particolarmente ricca di inquinamento atmosferico) c’è stato. Sia la Banca Mondiale sia la Bei hanno smesso di finanziare nuovi progetti per lo sfruttamento dei bacini carboniferi (se non in «rare circostanze») già a partire dal 2013. Pochi giorni fa il Parlamento norvegese ha finalizzato un piano che prevede il disinvestimento, da parte del gigantesco fondo sovrano del paese (ha in gestione $ 890 miliardi) da tutte le partecipazioni in aziende che trattano il carbone. È vero che quel fondo l’hanno tirato su con i proventi del gas e del greggio, ma l’intento è nobile. Nobile l’intento, ma non è detto che il mondo reale stia ad ascoltare. I consumi planetari di gas naturale e di petrolio sono aumentati entrambi del 1,4% nel 2013: il consumo del carbone del 3%.
James Hansen, ItaliaOggi 23/6/2015