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 2015  giugno 23 Martedì calendario

I TEDESCHI MANGIANO MENO PATATE

Berlino
I luoghi comuni sono per sempre. Inutile battersi contro i pregiudizi, positivi o negativi. Per i tedeschi noi siamo la «Bambinosland», abbiamo tanti figli e li viziamo. Ma siamo alla pari con loro, decimale in più o in meno, all’ultimo posto al mondo per tasso di natalità.
E i tedeschi, secondo noi, bevono birra e vanno in giro in calzoncini di cuoio. Il Cancelliere Helmut Kohl preferiva il vino bianco italiano, e i Lederhosen li sfoggiano (e sempre meno) solo i bavaresi. Come credere che gli altoatesini danzino la tarantella e che il piatto nazionale a Palermo siano i risi bisi, o la polenta. E, naturalmente, i connazionali di Frau Angela, divorano würstel e patate. Il tedesco non è la lingua più amata dagli italiani, ma due parole le conoscono: Kaputt e Kartoffeln.
Invece, in Germania si mangiano sempre meno patate, forse per merito nostro che abbiamo diffuso la cucina italiana, dalla pizza agli spaghetti. Quando Willy Brandt divenne Cancelliere nel 1969, i tedeschi divoravano più di 2 chili di Kartoffeln alla settimana, un quintale e dieci chili all’anno. Oggi, poco più della metà, 58 chili. Sono diventati anche più pigri, invece di sbucciarle personalmente le consumano come chips o purée preconfezionati, o come pommes frites congelate. Un affronto alla tradizione.
Marie-Kristin Lüdemann, bionda e mollige, cioè rotondetta, è stata eletta Kartoffelnkönigin per il 2015, la reginetta delle patate, trionfando su 25 concorrenti. Le sue misure non le permetterebbero mai di fare la modella, ma non le importa. È impegnatissima a correre da un mercato all’altro, dalla Baviera al Baltico, di sagra in sagra, di festa in festa, per fare propaganda alle patate. Ma siamo da settimane nella Spargelzeit, il tempo degli asparagi, altra specialità tedesca, la cui stagione è breve. Si servono con le patate bollite, ma le Kartoffeln fanno, come dire, solo da spalla. Gli asparagi sono grandi, bianchi, e non hanno il profumo dei nostri piccoli e verdi, e sono cari. Quindi Marie-Kristin rimane discretamente in secondo piano.
Le patate hanno un problema in Germania, non solo perché se ne producono tante, 11 milioni e mezzo di tonnellate l’anno scorso, con un incremento del 18,8%, e se ne consumano sempre meno. Le Kartoffeln sono insidiate dalla grande produzione che stabilisce che cosa produrre. I tedeschi, quelli che le consumano, sono tradizionalisti e amano le loro antiche specialità che rischiano di sparire. Nessuno al mercato ordina «un chilo di patate», senza specificare quali, per friggerle, per farle arrosto, o bollite, o ridurle in purée. E la patata più amata si chiama Linda, una delle più antiche. Nel 2007 era stata condannata a morte, perché non adatta alla lunga conservazione e al trasporto. Si sono avute manifestazioni popolari per salvarla e Linda è stata graziata anche se rappresenta appena l’1,7% della produzione totale.
E ora un altro pericolo incombe: se il TTIP, l’accordo di libero scambio, entrerà in vigore, probabilmente i tedeschi saranno costretti, volenti o nolenti, a consumare potatos texane. Ma tutto questo Marie Kristin, confessa, se l’è fatto spiegare dal padre prima di andare in tournée con la corona sui capelli biondi: delle patate ignorava tutto, tranne che hanno poche calorie, se le consumi senza olio o burro. Ma allora che gusto c’è?
Roberto Giardina, ItaliaOggi 23/6/2015